di Mauro Montali
Romano Carancini mostra i muscoli al Pd, mettendo in luce personalità e coraggio. E questo è positivo, molto positivo: per fare il sindaco ci vogliono gli attributi. Sta conducendo una battaglia aperta contro i vertici comunali del partito di Bersani perchè non vuole in lista chiunque abbia ricoperto incarichi di giunta sotto l’amministrazione Meschini. L’avvocato Carancini non ci sta ad avere al suo fianco (ammesso che venga eletto primo cittadino) uomini del vecchio potere. <Via tutti> ha tuonato al direttivo del Pd. <Via tutti> per mandarne a casa uno solo: l’assessore Mauro Compagnucci il quale, per dieci anni consecutivi, si è occupato, come è noto, di questioni urbanistiche e di beni culturali. Con un bilancio finale che è destinato ad essere valutato dai posteri. Il ragionamento vale anche, e soprattutto, per Giorgio Meschini, sul quale torneremo nei giorni prossimi.
La trasformazione di Macerata, dalla galleria a via Trento, dal rifacimento (?) della passeggiata all’ecomostro di via Barilatti, non è certo terminata. Il piano casa, per esempio, deve mostrare ancora i suoi frutti mentre il passaggio a livello di via Roma è ancora lì. Insomma, siamo a metà del guado. Certo, c’era anche Raffaele Delle Fave a dare un marchio alle nuove e tante opere pubbliche che sono state realizzate sotto il cielo della città di padre Matteo Ricci. Il quale (un grande italiano e un patrimonio davvero dell’umanità) dall’alto (o dalla terra della città proibita) chissà che giudizio dà della politica e della cultura di Macerata. Giancarlo Liuti, dalle pagine on line di questo giornale, ha fatto un gioco virtuale e di enorme potenza suggestiva con il gesuita maceratese. Ma, forse, è meglio realmente che non si sappia quel che pensa “le grand voyageur” del quindicesimo secolo. La sua casa natale, in piazza Cesare Battisti, è diventata una boutique, ancorchè elegante e, fatalmente, costosa. Dove si respiravano i profumi di scienza, astronomia, matematica, filosofia e diritto, ora ci sono le grandi griffe. I miei amici Di Pietro non me ne vogliano. In fondo, un tocco di classe l’hanno dato anche loro a questa città.

Romano Carancini dunque versus Compagnucci e il suo riferimento: l’avvocato Graziano Pambianchi. Nel cuore del quale c’è posto solo per due persone (a parte la famiglia, ovviamente): l’assessore uscente e l’avvocato Renato Perticarari. Aveva provato a stendere il suo velo protettivo anche sul dottor Romano Mari ma si è visto come è andata a finire. Pambianchi, storicamente, ha grandissimi meriti: da laico si è opposto con tutte le forze a tutto quello che è in odore di religiosità bigotta, da uomo di cultura ha provato a modernizzare Macerata, da politico e da avvocato ha fatto le sue battaglie anche controcorrente. Sul famigerato “piano cave” della Provincia non ha esitato, tanto per dirne una, a mettersi in rotta di collisione con l’ex presidente Giulio Silenzi. Ma agli occhi di parecchi rappresenta, assieme ad Adriano Ciaffi, il vero leader di Macerata, sopraffino politico ma di opposte tendenze culturali di Pambianchi, quel vecchio blocco di potere che ha fatto il bello e il cattivo tempo. Sicchè a Romano Carancini non è parso vero tirare in ballo il tema della “discontinuità”. E dunque <Via tutti>.
Ma il Pd non l’ha preso tanto sul serio. <I nomi per la lista li sceglie il partito> gli hanno risposto Narciso Ricotta e i suoi. Aggiungendo pure che <il candidato sindaco non ha la potestà di scegliere i candidati per la lista>. Magari, poi, il sindaco potrà scegliere- ma fino a un certo punto- gli assessori. Una volta eletto, il primo cittadino avrà maggiore potere e charme da vendere. Tuttavia, fino a che rimane sotto l’ombrello del partito, o dei partiti, non ha capacità di decidere alcunchè. <Tu fai la campagna elettorale, i nomi li scegliamo noi> si è sentito rispondere Carancini. Lo stalinismo, anche se ha un “brand” più moderno, è duro da abbattere, così come è altrettanto duro capire bene quali interessi siano in gioco.

Comunque, come stiano le cose, le varie anime del Pd avranno campo libero. Mauro Compagnucci (nella foto) farà parte, dunque, della partita. La “discontinuità” sarà per un’altra volta. Carancini può attendere. Sempre che Fabio Pistarelli gliene dia la possibilità.
A proposito del centrodestra: non nomineremo mai più quell’ex parlamentare di An che ha illuso la città e se stesso, per fare poi una scelta di comodo. E stiamo parlando di noi, personalmente, che abbiamo da decenni un rapporto di conoscenza e di affetto con il personaggio di cui si parla. La questione non riguarda ovviamente Cronache Maceratesi. Ma la figura che ha fatto e di cui tutti, a cominciare dai militanti della sua coalizione, sono amaramente consapevoli , gli basta e gli avanza. Sic transit gloria mundi.
Siamo al ridicolo per non parlare di paradosso. Carancini è stato per 10 anni nel consiglio comunale e negli ultimi 5 capogruppo del PD ed ha sempre difeso l’operato dell’amministrazione Meschini. Il PD ha governato unitamente ad altre forze di centro sinistra la Città per 10 anni ed ha sempre appoggiato l’operato dell’amministrazione. Oggi si cerca la discontinuità. Allora si ammette implicitamente il malgoverno di centro sinistra della Città che è sotto gli occhi di tutti. Si parla di responsabilità di questo o quell’assessore i gli ecomostri sparsi nella Città, ma questi signori hanno votato di tutto e di più. E poi non ci sono giustificazioni in tal senso, perché così come si sono fatte le minitematiche per aumentare le volumetrie edificabili, si potevano fare minitematiche per diminuirle, cambiare le destinazioni d’uso o realizzare zone verdi e funzionali. C’è un’ammissione nascosta nel fallimento della politica del centro sinistra a Macerata e la si è vista ampiamente nell’ultimo anno di legislatura dove sovente il centro sinistra non ha garantito il numero legale in Consiglio. Carancini è la continuità della vecchia amministrazione, nulla di nuovo sotto il cielo di Macerata, anzi corre per mantenere un celo uggioso. Non è poi che nel centro destra le cose siano diverse, perché ripeto Carancini e Pistarelli sono due facce della stessa medaglia e se malauguratamente uno dei due dovesse vincere farebbero esattamente le stesse cose. Non dimentichiamo che centro sinistra, PdL e Udc hanno votato quasi sempre uniti le varianti urbanistiche.
Quantomeno raccapriccianti le parole di Ricotta & c. che dimostrano quello che sono e probabilmente mettono Romano Carancini davanti ad una realtà che non immaginava.
Il rinnovamento che Romano Carancini sembra voglia portare sarà sicuramente stoppato da questi “baroni insignificanti” che hanno trovato nella partitocrazia il ricovero dalle loro frustrazioni. Mi vergogno un po’, da maceratese che credo abbia dimostrato negli anni il suo amore per Macrata, di essere rappresentato da questa gentaglia che senza alcuna vergogna pronuncia frasi come quelle che ripeto sotto. SPERO CHE I CITTADINI NON CASCHINO ANCORA IN QUESTI GIOCHETTI: MaceraTiAmo può essere la risposta
gli hanno risposto Narciso Ricotta e i suoi. Aggiungendo pure che . Magari, poi, il sindaco potrà scegliere- ma fino a un certo punto- gli assessori. Una volta eletto, il primo cittadino avrà maggiore potere e charme da vendere. Tuttavia, fino a che rimane sotto l’ombrello del partito, o dei partiti, non ha capacità di decidere alcunchè. ……COMPAGNUCCI, CARELLI E COMPAGNIA SONANTE…la prosecuzione di un consumo del territorio senza precedenti e senza motivazioni (per il bene comune)
Il problema è assai più complesso di quanto si cerchi di far credere, e non si può liquidare con le solite tirate preelettorali (solo pubblicitaria per la propria lista).
Il Candidato Sindaco Carancini, in partenza, era un candidato debole.
Debole perchè il PD è stato, inanzitutto, incapace di presentare un solo nome alle primarie.
Debole perchè, al ballottaggio, delle primarie ha superato (ufficialmente con tutto il PD dietro) Bianchini solo per una manciata di voti.
Debole perchè c’erano altri (riconosciuti) più capaci e più bravi amministrativametne di lui all’interno dello scheramento del centrosinistra (anche un sosteitore “eccellente” di Carancini, come Meschini, ha pubbicamente amesso che Mandrelli sarebbe stato una scelta miglire di Carancini…..Personalmente tali sostenitori preferirei perderli più che trovarli!!!).
Debole perchè non ha dietro una macchina elettorale spendisoldi come l’ha Pistarelli (che, si dice, abbia già speso oltre 10/15.000 euro nella “pre” campagna e si prepari a spenderne almeno altri 50.000)
Debole perchè, con tutto il mio rispetto, molti sostenitori di Carancini non sono fulmini di guerra ne hanno una marcia in più, soprattutto come appeal in campagna elettorale.
Però non si pensi che l’altro candidato (il camerata Pistarelli) -che con più probabilità se la giocherà al ballottaggio con Carancini- sta messo tanto meglio.
Anche lui è un candidato debole, probabilmente assai più debole di Carancini in quanto, negli ultimi 10 anni, si è completamente disinteressato di Macerata e delle sue problematiche tanto da essere costretto a fare una ridicola “campagna di ascolto”.
Bravo Montali! Bravo Carancini che è riuscito a sconfiggere per la prima volta un i candidato imposto da quelle teste d’uovo che hanno amministrato la città da oltre trent’anni.
“L’asino me buttò e io calai” direbbe nonna.
In un “concorso” importante come questo, tutti tendono a raccomandarsi per poter raggiungere la vittoria.
C’è quindi chi se la suona e se la canta e chi la canta e basta e necessita di suonatori, e tutti a ricordare la famiglia, la pace, la crisi, l’amore, la casa, la giustizia… poi ci sono i nostalgici che ricordano il passato quasi rimpiangendolo, chi ricorda il duce, chi vorrebbe il re di nuovo.
Tutti a dirsi vittime delle loro storie e addirittura qualcuno mette in barzelletta il voto del popolo e commenta la giustizia.
Poi tutti di fronte agli esperti, ai grandi nomi, gli stessi che all’inizio del gioco hanno dato le direttive su ciò che si poteva dire e ciò che non si poteva dire, su cosa piace alla gente e su cosa la gente non accetta.
E sono proprio questi grandi esperti della “grande città” che scelgono quello che, a loro giudizio, è il loro pupillo migliore.
Ma, ricordano, poi chi vota è il popolo italiano e può decidere se accettare o meno quel candidato alla vittoria.
E c’è anche qualche italiano che ci crede, che pone il suo voto per tentare di scegliere, ma non sa che i grandi voti sono pilotati, comprati da fiancheggiatori che li deviano dove i grandi hanno visto un possibile ritorno.
Già, perchè è sul voto che girano gran parte dei soldi e quindi il gioco vale la candela!
Ed alla fine ci si ritrova sempre con gli stessi vincitori, le stesse scelte, che mai rispecchiano la volontà dei votanti. E SI VEDE ! sono infatti i non vincitori che vengono osannati dagli italiani mentre i vincitori si crogiolano di quella vittoria che il popolo non condivide, in un conto alla rovescia fino al giorno in cui si renderanno conto di essere solo pedine di una scacchiera. I soldi non danno la felicità, è vero, ma l’infelicità dei vincitore si affronta meglio con i proventi di quella vittoria.
Ciò che più sconvolge è il messaggio chiaro e forte del dissenso generale dei votanti che si disinteressa sempre più all’evento ed agli eleggibili alla vittoria che non viene recepito dai potenti che continuano il loro operato incuranti di ciò che succede attorno a loro. Una sceneggiata che rappresenta la lenta agonia di un “istituzione” che il mondo ci ha sempre invidiato.
Per conto mio, Sanremo è uno spettacolo che non seguirò più anche perchè avrei voluto Arisa sul palco eletta a vera vincitrice.
Anche io avrei voluto Arisa eletta e vera vincitrice di Sanremo. E mi sono rallegrato quando Costanzo ha detto che, l’avesse scritta oggi, a lei avrebbe dato da cantare “Se telefonando”. E’ l’unica, infatti, che non “mineggia” quando canta. E questo le fa onore.
Ma che c’entra Arisa, si dirà, con l’argomento sollevato dall’amico Montali? C’entra, c’entra, se Sanremo è sempre Sanremo e la politica dei partiti è sempre la politica dei partiti. Anche con la Menghi, all’epoca, cominciarono – i partiti – ad alzarle la voce perché non si sottometteva ai diktat delle segreterie. Lei tenne duro, sulle prime entusiasmantemente, poi probabilmente esagerando, e poi si sa come andò a finire. Che ne sarà di Carancini? Arriverà tra i finalisti, ma nella terna. Non è detto cioè che arrivi secondo. Sicuramente, è dato pensare, non sarà primo. Il “nobile” ufficio dei franchi tiratori ce ne mostrerà delle belle, questo giro.
Poi, va anche detto, esiste la gente comune. Perché un sindaco – con buona pace di quanti rintanati nelle segreterie pensano convinti che il mondo inizi e finisca con loro – lo elegge la gente. Certo, si dirà, la gente che comunque ha un’idea e si ritrova in un simbolo, ma in questo presente bailamme di cambiamenti quotidiani di versante, in questa giostra impazzita (dove non a caso, penso, il 30% non si è recato alle urne la volta scorsa) non è più sicuro nulla: né la gente, cioè, ci capisce più nulla coi partiti. Né i partiti ci capiscono più nulla con la loro gente. E siccome qui anche altri hanno alzato il tiro e osato candidarsi alle elezioni, rompendo le “felici” cerchiature dell’alternanza ben poco alternativa, i risultati non è detto affatto che saranno così certi come li dipinge Cerasi – che, da ottimo teorico della politica, vede sfuggirsi di mano il dato empirico -. Nemmeno io ci capisco più niente: però mi diverto molto. E a dispetto di Sanremo, reputo le elezioni di ogni ordine e grado una kermesse tutta italiana molto più irrinunciabile.
…..SPERO CHE MIA MOGLIE NON SI INGELOSISCA……
Caro Filippo,
il gradimento di questo Sindaco, con una valutazione fatta dai quotidiani (e non “telefonata” come ha fatto il camerata Pistareli, a suo uso e consumo) di poche settimane fa da il gradimento del Sindaco oltre il 50%, sebbene io sia il primo a dire che avrebbe potuto fare di più e meglio.
Questo è un dato di fatto.
Quindi, complessivamente il centrosinistra dovrebbe attestarsi almeno attorno al 35% dei consensi al 1 turno.
Altrettando, vedendo le ultime votazioni, il centrodestra è difficile che cominci un trend devastante e negativo che lo porti, al primo turno, sotto un 35% complessivo.
Detto questo c’è un 30% (ma credo che, alla prova dei fatti, saranno di meno) che teoricamente potrebbe votare per uno degli altri 3 (o 4 se arriva Taormina, anche se non è più Carnevale) candidati Sindaci.
Poniamo per ipotesi che due dei candidati Sindaci, grossomodo, supereranno la soglia del 5%.
Resta un 20% per il terzo candidato Sindaco…. 20% insufficiente per arrivare al ballotaggio.
Ma facciamo l’ipotesi più assuda: 2 dei candidati raccolgono briciole ed il terzo raccoglie tutti i voti: arriverebbe grossomodo al 30%…. 30% insufficiente per arrivare al ballottaggio.
Da qui a marzo può capitare di tutto, anche per assurdissimo che i due grossi poli prendano complessivamente meno del 50% dei voti… Ma siamo sul terreno della fantascienza.
Fabrizio Principi:
sarebbe meglio sapere come sono andate le cose prima di sparare cavolate!
Quanto riportato nell’ articolo è solo una interpretazione uscita dalle sciocchezze di chissà chi…..
Mi meravigliano i commenti di chi fà politica da anni: pensate davvero che le dinamiche di un’ assemblea di dirigenti di un partito finiscano per intero sui giornali???
Allora è meglio che qualcuno rifletta un pò.
Romano Carancini è il candidato del centrosx: lo sappiamo, a qualcuno fà paura, ma lui sa bene quali sono le sue prerogative di un sindaco in caso di vittoria, così come il partito conosce bene i propri compiti.
Il resto è….gossip elettorale!!
L’amico Mauro Montali pone sulla brace non pochi temi ( e problemi). Quello più importante, anche per il dibattito che ne è scaturito, sta nel fatto che la “lotta” tra vecchi e giovani, tra tradizione e innovazione, tra avanguardia e retroguardia, diventa un dibattito stimolante. Io provo a dire la mia e affronto da più lontano il problema. Io penso che questo “modo” di votare sia assurdo. Non tanto perchè c’è la naturale e fisiologica dialettica tra vecchio e nuovo ( si può parlare bee emale del vecchio come del nuovo) ma ciò che mi fa inorridire e che “sfugge” ai più è l’enorme potere dato al sindaco ( chiunque esso sia ).Se è vero ( come è vero ) che “solo” il Sindaco è votato dal popolo, come i consiglieri,l’eccesso di “veto” cheha un Sindaco sul consiglio corrisponde a questo diktat: ” o così o tutti a casa”. Il che implica uno squilibrio traGiunta e Consiglio e tra Sindaco e tutto il resto del mondo.Dunque, alemo per me, il male è anteriore.Poniamo un esempio classico ma verosimile. Se il Sindaco ha la frase magica( ” o così o tutti a casa”) che gli amplifica enormemente il potere dispositivo, chi può escludere che “gruppi di interesse” siano più interessati a “dialogare” con il Sindaco “anzichè” con altri? Nessuno. E’, per larga simmetria, quanto accade con il voto “senza” preferenza. Chi “vuole ” dominare si “circonda” di una serie di “yes men” e li fa eleggere in Parlamento. Si noti che tale nefandezza è stata votata tramite accordo del PD e PDL ( guarda un po’, come lo Scudo fiscale, mancavano una ventina di parlamentari del PD). Si parla di Compagnucci e della sua lunga mansione come assessore “forte”. Sarà pure vero, ma è anche vero che questo “potere” debordante affidato al Sindaco crea un Sistema inossidabile e compatto, intoccabile e solo lievemente variabile. Che poi Sindaco e Giunta ( con i poteri ” eccessivi” di cui parlo) siano “venduti” ( al popolo) come ” strumenti di snellimento e di velocizzazione” è un fatto secondario, uno spot, più o meno simile a quello che fra breve circolerà da destra: ” voltiamo pagina, basta, la svolta, il cambio, e via sbadigliando”, all’interno di tale spot, solo perchè funziona si dirà : ” basta cion Ciaffi e con Pambianchi.Io non credo a questi spot, così come non credo che Emanuele Filiberto sia un grande cantante…
Quando si vota ciascuno si assume liberamente le proprie responsabilità. Un esempio per tutti: dopo l’ultima tornata elettorale sembra che nessuno abbia votato Meschini anche se 5 anni fa raggiunse il 59% dei consensi. Il malcontento è diffuso verso le amministrazioni di centro sinistra che hanno governato in questi ultimi due lustri. Oggi parlare di sondaggi da chi non ha idea di cosa sia ad esempio la “teoria dei piccoli campioni” è velleitario e inconsistente. Ci sono molti elettori indecisi, più di quanto si possa credere, e cantare vittoria – non si sa bene su quali dati – è infantile. Noi del Comitato Anna Menghi facciamo la nostra campagna elettorale e crediamo di avere la forza elettorale per andare al ballottaggio.
Secodo gli ultmi sondaggi, effettuati da un quotidiano locale in maniera autonoma (e non “corretta” come quelli effettuati, a soli scopi elettorali, dal camerata Pistareli con la sua campagna di ascolto) il sindaco uscente ha attualmente un gradimento complessivo di oltre il 50%…..
Poi possiamo far finta di non tenere in alcun conto i sondaggi, che tutto cambia in vista delle elezioni e che i cinque i candidati andrano, tutti, al ballotaggio.
Però la realtà dei dati non cambia, anche se qualcuno per meri fini elettorali fa finta di non vederla.
E la realtà è chiara e se la si nasconde è solo un goffo tentativo di prendere per il naso i propri elettori.
Ad esempio il Comitato Menghi è “costretto”a canididare Anna OGNI VOLTA poichè altrimenti il peso elettorale (con un altro candidato Sindaco, al posto di Anna, ad esempio Sempronio o Caio) sarebbe certamente inferiore.
Pistareli e Carancini avranno oltre 150 runners che corrrerano (in caccia di voti) ed il bacino potenziale è assai superiore rispetto ad un candidato Sindaco che di “cacciatori di voti” ne ha solo 40 o 60…. Quindi non ci vuole un genio per capire che le probabilità di arrivare al balottaggio sono maggiori per Carancini e Pistarelli, rispetto agi altri.
Se metti in lista candidati che hanno un grande potenziale bacino di elettori (medici, notai, avvocati, commercialisti, ecc.) le probablità che prendano più voti -di chi, ad esempio, vive in città ma non ci lavorae quindi è a meno contatto con gli elettori- è maggiore.
Non bisogna essere esperti di sondaggi, marketing o statistica per comprendere che gli elettori indecisi sono appunto indecisi e non sta scritto da nessuna parte che poi, tutti gli indecisi, votino tutti per un solo candidato Sindaco.
Con oltre 400 candidati consiglieri sarà più difficile trovare voti in quanto si corrre il rischio che anche l’amico (che oggi ti promette il voto) poi si ritrovi una lista (concorrente alla tua) dove c’è un parente, il testmone di nozze, l’amico carissimo e sebbene ti abbia, in precedenza, promessoil voto poi il voto NON TE LO DA.
Queste considerazioni sono del tutto banali e sono l’ABC delle elezioni.
Far finta di non vederle (o confutarle con ragionamenti astrusi) è solo sintomo di ragionare per ipotesi che sono molto campate in aria.
L’ho già scritto: da qui a marzo tutto può cambiare ma negare che oggi i 2 candidati più accreditati al ballottaggio non siano Pistareli e Carancini significa dire una fregnaccia.
@ Gianfranco – Il sondaggio a cui ti riferisci è quello del 10 gennaio, condotto a livello nazionale da Ipr-Marketing per Il Sole 24 ore, che misura il dato relativo ai cittadini che oggi rivoterebbero per i loro amministratori locali
Nelle Marche il primo classificato è il sindaco di Ancona Fiorello Gramillano (centrosinistra), 32/o in Italia su 110 sindaci: con il 57,0% dei consensi, Gramillano, eletto nel 2009, cresce dello 0,3% rispetto al giorno della sua elezione (56,75%). Distaccato di nove posizioni, al 41/o posto, c’è il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli (centrosinistra), anche lui in crescita (+3,2) rispetto alle elezioni di un anno fa (55,5% contro il 52,3%) e sul 2008 (53,0%).
Al 55/o posto in classifica il sindaco di Macerata Giorgio Meschini (centrosinistra), con il 53,5% e una perdita di 5,9 punti rispetto alle elezioni del 2005, quando aveva conquistato il 59,4 dei voti. Meschini perde quota anche rispetto all’indagine Ipr del 2008 (54,0%). Sessantunesimo è il sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio (centrodestra), con il 53,0% e una perdita del 3,1% sul giorno delle elezioni (56,1%).
Per quanto riguarda i dati delle province il presidente di Ascoli Piceno Piero Celani (centrodestra), si trova al 62/o posto con il 53% e una crescita dello 0,4% sulle elezioni 2009 (52,6%). Prima marchigiana in classifica è la presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande (centrosinistra) che si piazza al 37/o posto su 107 presidenti di Provincia con il 56,0% dei consensi, pari a una crescita dello 0,4% sul giorno delle elezioni 2007 (55,6%), e a un punto in più rispetto al Governance poll del 2008 (55,0%). Significa che il 56% dei cittadini della provincia sarebbe pronto a votare per lei, se le elezioni si tenessero oggi.
Pari merito al 76/o posto i due presidenti di centrosinistra della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci e di Fermo Fabrizio Cesetti: il primo con il 52% dei consensi, in leggerissimo calo (-0,1%) sulle elezioni 2009, quando aveva il 52,1%; il secondo con un -0,2% sul voto di un anno fa, quando ottenne il 52,2%. Chiude la classifica marchigiana, 93/o in Italia, Franco Capponi (centrodestra), presidente della Provincia di Macerata dal 2009: ha il 51% dei consensi, rispetto al 51,3% di un anno fa (-0,3%).
Quante parole e quanti slogan!!!!
Quqnte teorie e quanta matematica!!!!
E quello che è triste è che in fondo è così. La teoria di Gianfranco è molto vicina alla realtà. Inutile pensare che succeda chissà cosa. La maggior parte di noi vota per tradizione e non per convinzione e quelli che una volta leggevano i programmi oggi non votano più.
Quello che non capisco di Carancini è il suo slogan. Perché deve iniziare una nuova storia se Meschini ha fatto bene e da quello che dice Gianfranco è al 50% del gradimento? A civitanova quello che è venuto dopo Marinelli mi sembra che scrivesse: Nel segno della continuità!!
Mah, non sono un politico e neanche la voglio diventare ma da cittadino mi sorgono dei dubbi.
Voi esperti che ne pensate?
Chiarisco al sign Cerasi, che rappresneta la vecchia politica, che il Comitatto Anna Menghi si è presentato alle elezioni con il candidato Sindaco Anna Menghi solo perché molti cittadini l’anno solletitata a farlo, altrimenti saremmo stati a casa tranquillamente. Non siamo politici di professione e siamo scesi in campo già da 10 anni, solo per spirito civico. Capisco che questo, a persone come Cerasi, è incomprensibile, ma suo malgrado è la realtà dei fatti. Credo che quello che dico sia ampiamente dimostrato da 10 anni di politica all’interno della prima e unica lista civica indipendente dai partiti. Possiamo pure essere condivisi o meno, ma ci siamo guadagnati sul campo la nostra credibilità e soprattutto la fiducia di molti Cittadini e questo ci gratifica.
Offresi, partito con esperienza decennale per accordo al ballottagio.
Massima serietà, richieste accettabili, astenersi perditempo e liste con assessori già scelti.
Questo sarebbe molto più onesto!
Aprati o come ti chiami l’onesta non è quella di decidere all’interno di uno schieramento gli assessori e pubblicarli prima, l’onestà in politica è aver dimostrato con trasparenza quello che si è e quello che si è fatto nell’interesse dei Cittadini. Certo se ci si nasconde dietro nomignoli e non si ha il coraggio di esporsi direttamente, il tuo credito di onestà sta a zero.
Se oggi, al posto di Anna Menghi, il candidato Sindaco del “Comitato Anna Menghi” presentasse un qualsiasi altro cittadino il risultato elettorale sarebbe indiscutibilmente più basso.
Questo perchè parte del consenso si fonda principalmente attrono ad Anna (infatti il Comitato si chiama Anna Menghi -e non Placido Munafò-).
Che il Comitato Anna Menghi sia la “prima” Lista Civica a Macerata non corrisponde a verità (ma in campagna elettorale tutto è buono per accaparrare un pò di voti) in quanto nel 1975 c’è già stata una lista civica (principalmente formata da commercianti) che con i partiti non c’entrava nulla…. Son passati tanti anni è pochi si ricordano, ma mi sembra che si chiamassa Concentrazione Cittadina.
Che io rappresenti il vecchio modo di fare politica, quando non ho mai avuto incarichi amministrativi (e ho sempre avuto il coraggio di criticare pubblicamente anche il centrosinistra quando faceva errori), è soltanto una boutade (e per tale va presa).
Resto però in atesa di sapere, visto che le liste sono 2 (ed è più semplice mettersi d’accordo -rispetto a chi di liste ne ha 5 o 6-) quali siano i nomi che verrano proposti dal Comitato Menghi come Assessori (visto che sembra che siano convinti di essere uno dei 2 che arriverà al ballottaggio)….
sign. Cerasi credo che i sui problemi li debba risolvere o in pubblico se vuole fare il politico, oppure cerchi di moderare il suo astio che mi creda non è gratificante, lo dico per lei ovviamente. In merito al suo intervento vedo che effettivamente ha rappresentato e rappresenta tutt’ora la vecchia politca che per me lascia il tempo che trova. Buona Serata Cerasi e spero solo che inon si roda troppo il fegato dopo le elezioni, comunque esse vadano.
Come al solito lei, quando non sa che rispondere, la butta sul personale e fa l’infantile.
Che voi siate la Prima lista Civica a Macerata, in assoluto, è una fregnaccia.
Che si candidava lei come aspirante Sindco (al posto di Anna) e la lista avrebbe raccolto meno voti è un’ipotesi fortemente probabile, visto che lei non ha di certo la stessa popolarità di Anna.
Dove sta il vecchio modo di fare politica?
Dove sta l’astio?
Li vede solo lei, che ciarla in continuazione, alla ricerca di qualche voto.
(non mi sono mai roso il fegato dopo le elezioni -da quanto ho votato la prima volta- la ringrazio ma non si preoccupi: non me lo roderò nemmeno a metà aprile 2010, nemmeno se dovesse vincere Carancini)
Si commenta da solo sign Cerasi. Le ho già detto che trovo le sue argometazioni piene di odio personale, per cui la consiglio di vivere più seramente
Contribuisco con una analisi basata sul risultato della passata tornata elettorale (Parlamento Europeo e Provincia).
CENTRO DESTRA
Il PDL alle europee prende il 37.5 (8734 voti) mentre alle provinciali il 29.3 (5403): la differenza è addirittura di 3331 voti. Cosa significa? Probabilmente che i dirigenti locali di questo partito, in città, non sono poi così stimati, anzi…
La LEGA: 1028 voti (4.4%) alle europee e 640 voti (3.5%) alle provinciali. Qui dipende sicuramente dallo scarso radicamento in città del partito di Bossi.
La DESTRA: 94 voti (0.4%) alle europee, 824 voti (4.5%) alle provinciali. Il contrario della Lega.
A questi dati si aggiungono i risultati ottenuti dalla FIAMMA (199 voti, 1%)
Complessivamente: 42.3% alle europee e 38.3% alle provinciali. Credo sia più attendibile questo secondo dato in riferimento alle prossime comunali.
CENTRO SINISTRA
Il PD alle europee prende il 26.5% (6176 voti) e alle provinciali il 23.1% (4266 voti): vale lo stesso ragionamento del PDL ma in misura nettamente minore.
IDV: europee 9.5% (2218 voti), provinciali 5.9% (1087 voti)
PRC-PDCI: europee (insieme) 3.5% (815 voti), provinciali (divisi) PRC 4.4% (804 voti), PDCI 4.1% (755 voti).
SEL: europee 3.4% (784 voti), provinciali 3.8% (703 voti)
Complessivamente: 42.9% alle europee, 41.3% alle provinciali.
Concludendo:
Stando al dato delle ultime provinciali il CENTRODESTRA sarebbe a 42.3% e il CENTROSINISTRA al 41.3%, un solo punto percentuale di differenza. Ovviamente, diversamente rispetto alle provinciali, alle prossime amministrative ci saranno più liste. Il CENTRODESTRA avrà in più la LISTA CONTI, e, mi pare, un’altra lista civica. Il CENTROSINISTRA avrà in più PENSARE MACERATA e i VERDI e, in meno, una lista dei COMUNISTI visto che PDCI e RC faranno una lista unica.
Mi sento di fare questo pronostico:
Carancini 2%
PD 24%
PDCI-RC 4%
IDV 4.5%
VERDI 1%
PENS. MC 5%
SEL 2.5%
TOTALE 43%
Pistarelli 2%
PDL 30%
DESTRA 3%
LEGA 3%
Civica 2%
TOTALE 40%
Resta un 17% che, secondo me, si divideranno UDC (non più del 5% se andrà sola) e tutti gli altri.