La “discarica che non c’è” costa cara:
previsto doppio aumento della Tari

RIFIUTI - Il Cosmari ha avanzato istanza di revisione della tariffa, chiedendo un aumento del contributo per il servizio svolto. Nel 2024 e 2025 sono previsti rincari del 9,5%.

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Il Cosmari

di Monia Orazi

Cosmari batte cassa dai Comuni soci, previsti aumenti salati della Tari per le tasche dei cittadini, pari al 9,5 per cento nel 2024 e della stessa percentuale del 2025 (la questione degli aumenti era stata anticipata da Cronache Maceratesi). Conti alla mano quasi venti euro in più ogni cento euro pagate per la tassa rifiuti. Ci sono da coprire 18 milioni e seicentomila euro in tre anni per maggiori costi di abbancamento rifiuti in mancanza di una discarica, a cui aggiungere altri 18 milioni di costi per effetto di delibere Arera che attualizzano il costo dell’inflazione per gli anni 2024, 2025.

Le decisioni Arera sono state motivate con la necessità di garantire la copertura dei costi operativi dei gestori degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, lievitati per effetto dei maggiori costi energetici e dell’inflazione.

Un “buco” di 36 milioni di euro in tre anni per Cosmari, a fronte di un bilancio annuale con costi intorno ai 54 milioni di euro. Era già previsto un aumento delle tariffe dell’11 per cento nel 2024 e del 4 per cento nel 2025. Ora il Cosmari ha avanzato istanza di revisione della tariffa rifiuti, chiedendo un aumento del contributo per il servizio svolto, che viene pagato direttamente dai diversi Comuni, con quote diverse a seconda della popolazione.

I Comuni di conseguenza saranno costretti ad un aumento del gettito della Tari. Il disavanzo Cosmari, certificato dall’assemblea territoriale d’ambito 3 di Macerata è pari a 5 milioni e 960mila euro per il 2023, 8 milioni e 502mila euro per il 2024 e 4 milioni 210mila euro per il 2025. I costi a carico dei contribuenti però sono destinati ad aumentare, tanto che l’Ata 3 ha inserito nell’aggiornamento dei costi il fatto che per Cosmari nel 2022 ha avuto un incremento dei costi operativi pari al 30 per cento, a cui aggiungere un maggiore importo di un milione e 700mila euro dovuto al tasso di inflazione al 4,5 per cento da aggiungere al piano finanziario del consorzio per il 2023, inoltre Arera (Autorità regolazione per energia, reti e ambiente) ha stimato un incremento dei costi dovuto al 13,7 per cento dell’inflazione nel 2024 e dell’8,8 per cento nel 2025, che sui conti Cosmari è quantificabile in maggiori costi per 18 milioni di euro, da spalmare a partire dal 2024 in poi. Tradotto: si registreranno per diversi anni gli aumenti per l’emergenza rifiuti che vede ormai inutilizzabile la discarica di Fosso Mabiglia a Cingoli, tanto che si stanno collocando i rifiuti nella discarica dell’Asite a Fermo e da aprile in quella di Tavullia (Pesaro), con un notevole incremento dei costi di trasporto. Per ampliare Cingoli si stima ci vorranno due anni, la scelta del sito della nuova discarica è ancora in alto mare.

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