Cosmari con costi in crescita:
«La Tari aumenterà del 9%»

RIFIUTI - Lo ha deciso oggi l'assemblea dell'Ata. Il presidente Sandro Parcaroli: «Sarà per due anni, dal 2024. Ci stiamo adoperando per contenere i rincari»

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Gestione dei rifiuti con costi in aumento e alla fine, come anticipato da Cronache Maceratesi, il rincaro della Tari ci sarà: del 9% e a partire dal prossimo anno. Il sì all’aumento della Tari è arrivato oggi nel corso dell’assemblea dell’Ata (che comprende tutti i comuni in provincia) ed è stata condivisa all’unanimità dei presenti vista la necessità di corrispondere a Cosmari «i maggiori costi relativi all’effettuazione del servizio rifiuti e anche in conseguenza della dinamica inflattiva». Nelle scorse settimane avevamo anticipato il rischio di un aumento dei costi. Lo aveva detto ai sindacati il presidente del Cosmari, Massimo Rogante, che aveva parlato di un 15% in più dal 2024 con poi un ulteriore rincaro del 5%.

Il problema dei costi aumentati nasce dal dover portare i rifiuti a Fermo visto che la discarica di Cingoli è esaurita e l’allargamento richiede tempo (18 mesi almeno). E manca il sito della nuova discarica. Sulla questione era intervenuto anche il presidente di Confindustria, Sauro Grimaldi, che lamentava i ritardi continui sul tema dei rifiuti con danno ad aziende e territorio. Lo aveva fatto in una lettera aperta al presidente della Provincia di Macerata e Ata 3 Sandro Parcaroli, all’allora presidente del Cosmari Giuseppe Giampaoli e al presidente della Regione Francesco Acquaroli. Tra le richieste quella di individuare al più presto una nuova discarica, di lavorare per l’autosufficienza impiantistica, di valorizzare il ruolo del Cosmari e di avviare lo studio di fattibilità per un inceneritore. Un tecnico del Cosmari aveva spiegato a Cronache Maceratesi: «a Cingoli non possiamo portare più nulla; abbiamo di fronte due anni di trasferimento di rifiuti a Fermo che però non riesce a smaltire tutto e dunque si dovrà guardare a Pesaro o fuori regione. Significa movimentare l’immondizia tre volte e questo spiega il moltiplicatore della tariffa». Altro problema per il Cosmari, come riferito nelle scorse settimane era stata la perdita dei fondi Pnrr per la costruzione del biodigestore che doveva generare metano dai rifiuti. C’erano i bandi per il Pnrr: 78 milioni.

Oggi l’assemblea dell’Ata ha deliberato i rincari: «un aumento previsto della Tari per i prossimi due anni la cui entità, da analisi svolte dall’Ata sulla base del metodo tariffario in vigore, sarà pari al circa il 9%» si legge in una nota. In cui si precisa: «I suddetti aumenti dei costi non si rifletteranno sul tariffe del 2023 e saranno spalmati nel 2024 e nel 2025 – spiega il presidente dell’Ata, Sandro Parcaroli -, ma ci stiamo adoperando per cercare le modalità gestionali più opportune per contenere i rincari previsti».

(redazione CM)

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