Andrea Petinari
Puntata 22 di “Ritratti… di strada”, il viaggio tra la gente della provincia del nostro fotografo Andrea Petinari. Tappa a Visso e Castelsantangelo, due comuni dove la vita è fatta di ricordi di com’era prima del terremoto del 2016. La Perla dei Sibillini era un richiamo per tantissimi turisti come testimonia Lina, commerciante: «Ho questa attività da 16 anni. Prima del sisma, in questi giorni, eravamo abituati ad avere tantissima gente. Adesso invece è tutto un mordi e fuggi». Giovanni Sabatini: «Ho un negozio di frutta e verdura dove ho lavorato per anni, ora faccio il nonno a tempo pieno. La vita qui a Visso era bellissima, specialmente nel periodo estivo era sempre pieno di turisti. Ora, dopo il terremoto, la vita sociale è finita». A Castelsantangelo, dice Rita, titolare di un bar dal 1963, «La vita è bella, ma ora non c’è più nessuno, campiamo con poco ormai. Casa mia non c’è più, l’hanno demolita dopo il terremoto perché era pericolante, ho perso tutto». Maria Seccaccini: «Ho una norcineria e salumeria da 30 anni a Castelsantangelo. Dopo il terremoto sono riuscita a portare avanti l’attività grazie alla distribuzione al di fuori del paese, perché purtroppo non c’è più nessuno qui ormai. Il 97% delle case sono rovinate». Daniele Valentini è un albergatore a Castelsantangelo: «Dopo il terremoto è cambiato tutto perché le case agibili sono poche e il turismo estivo non c’è più, però va bene così, a me la montagna piace. Di lavoro comunque ce n’è molto, la clientela continua ad esserci».
Ecco dieci storie maceratesi, ognuna delle quali accompagnata da una descrizione in didascalia. Al centro le persone, i loro volti, le loro emozioni, immortalate nella vita di tutti i giorni.
“Ho questa attività da 16 anni. Prima del terremoto, in questi giorni, eravamo abituati ad avere tantissima gente in paese, turisti, proprietari di seconde case. Adesso invece è tutto un mordi e fuggi perché la gente non sa più dove fermarsi. Poi dopo 7 anni vedere che è ancora tutto rotto così non fa tanto bene”, Lina a Visso
“Ho un negozio di frutta e verdura dove ho lavorato per anni, ora faccio il nonno a tempo pieno e il negozio lo gestisce mio figlio. La vita qui a Visso era bellissima, specialmente nel periodo estivo era sempre pieno di turisti. Ora, dopo il terremoto, la vita sociale è finita. Avevo casa in centro storico e probabilmente non potrò più rientrarci perché anche se la dovessero riedificare entro uno o due anni, non sarebbe comunque possibile l’accesso al centro storico per via di tutti gli altri cantieri”, Giovanni Sabatini insieme al nipote Alessandro a Visso
“Io nella vita faccio il subagente assicurativo e nel tempo libero il giocoliere. Oggi siamo qui a Visso perché stiamo facendo un cammino e ci siamo accampati con la tenda per qualche giorno”, Michele a Visso. “Io studio Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, mi piace lavorare con i tessuti. Nel tempo libero mi piace raccogliere erbette e cucinare in modo alternativo. Siamo fidanzati da due anni, ci siamo conosciuti in autobus, è stato lui a fare la prima mossa”, Alessia a Visso
“Nella vita lavoro in fabbrica e faccio pizze surgelate. Nel tempo libero mi piace andare a pesca e in montagna. Prima stavo a Roma ma mi sono trasferito a Visso dopo il terremoto del ’97 per stare vicino ai miei genitori che vivevano qui. Ora la ricostruzione va molto a rilento ma un segno di rinascita c’è, hanno anche costruito una nuova piazza in paese. Qui sto bene, mi sono ambientato e conosco tutti. Roma non mi manca per niente, troppo caotica ormai per la tranquillità che ho raggiunto”, Luciano Ritaldi a Visso
“Ho fatto per 60 anni il muratore. Dopo il terremoto sono andato a vivere a Macerata dai nipoti perché casa qui è inagibile. Ora ritorno a Visso solo d’estate”, Rinaldo Altarocca a Visso
“Ho questo bar dal 1963 e dal 2018 mi hanno dato questo container, dopo il terremoto, per poter continuare la mia attività. La vita qui è bella, ma ora non c’è più nessuno, campiamo con poco ormai. Casa mia non c’è più, l’hanno demolita dopo il terremoto perché era pericolante, ho perso tutto. L’unica cosa che mi dà la carica è il bar”, Rita a Castelsantangelo sul Nera
“Ho una norcineria e salumeria da 30 anni. Dopo il terremoto sono riuscita a portare avanti l’attività grazie alla distribuzione al di fuori del paese, perché purtroppo non c’è più nessuno qui ormai. Il 97% delle case sono rovinate. Mi sono sposata a 19 anni e forse, ad oggi, non l’avrei fatto così presto, mi sarei goduta un po’ di più la vita”, Maria Seccaccini a Castelsantangelo sul Nera
“Nella vita ho fatto l’architetto, il pittore, il costruttore e avevo un’azienda che faceva allestimenti di fiere e mostre per grandi enti italiani. Mi piaceva molto il lavoro e adesso a 82 anni continuo comunque a creare tante cose per conto mio come lampade di legno, sculture, arredamenti e mobili di tutti i tipi. Io sono felicissimo della mia vita, ho girato tutto il mondo per lavoro, mi manca la Cina ma il resto lo conosco tutto”, Angelo Cristiani a Castelsantangelo sul Nera
“Io mi occupo da sempre di servizi sociali. Mi piace il contatto con le persone e poter aiutare chi ha bisogno. A volte basta poco, anche una semplice parola e magari risolvi tutte le problematiche. Vivo a Matelica perché ho perso casa per il terremoto, ma nel periodo estivo sto qui dai miei genitori. Ora sono iniziate le demolizioni delle case terremotate, spero parta anche la ricostruzione subito dopo”, Virginia Bozzi a Castelsantangelo sul Nera
“Faccio da sempre l’albergatore, ci sono nato qui. Di questo mestiere mi appaga molto il contatto con la gente. Dopo il terremoto è cambiato tutto perché le case agibili sono poche e il turismo estivo non c’è più, però va bene così, a me la montagna piace. Di lavoro comunque ce n’è molto, la clientela continua ad esserci nonostante tutto. Nel tempo libero mi piace andare a cavallo e a caccia”, Daniele Valentini a Castelsantangelo sul Nera
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immaginiamo
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La simpaticissima Rita. Appena posso vengo a prendere il caffè e ti porto la foto che ti ho promesso della casa un mese prima del terremoto