Casolare di Borgo Ronta invaso dal fango
di Francesca Marsili
«Al nostro arrivo in Emilia Romagna c’erano oltre 50 centimetri di fango, la popolazione è davvero in difficoltà. Tanta fatica, sono distrutto fisicamente e psicologicamente, ma sono tornato col cuore sazio». Così di Federico Gobbi, 24enne di Tolentino, che assieme ad altri ragazzi ieri mattina è partito per Cesena per aiutare la popolazione devastata dall’alluvione.
Federico Gobbi (a sinistra) con due volontari di Cesena
Un gruppetto di 14 giovani di Tolentino e Osimo, tra le centinaia arrivati in Emilia Romagna, che con pala e stivali di gomma si sono dati da fare per aiutare e affrontare l’emergenza. A legarli un gemellaggio tra le tifoserie delle due squadre di calcio locali. Un’idea nata e organizzata dai ragazzi di Osimo, dove uno di loro ha preso contatti con la Protezione civile dell’Emilia Romagna. Federico Gobbi racconta perché ha deciso di partire: «Noi ci siamo già passati con il terremoto. So bene cosa significa avere bisogno di aiuto». Ripercorre l’esperienza vissuta ieri con la gioia nel cuore, quella di chi ha potuto fare qualcosa per una popolazione in ginocchio. «Sono partito assieme ad altri due ragazzi di Tolentino ieri mattina presto. Nei pressi dell’autostrada ci siamo incontrati con i ragazzi di Osimo e tutti insieme, poi siamo partiti verso Cesena. Con noi portavamo attrezzatura e beni di prima necessità raccolti dagli osimani».
Il centro Don Milani
A destinazione, i ragazzi, sono stati indirizzati al centro di raccolta e distribuzione allestito alla scuola “Don Milani” dove hanno scaricato i beni raccolti. «Lì ognuno può dare il proprio contributo come vuole e come può – spiega Gobbi – avremmo potuto, per esempio, scaricare e tornare. Noi abbiamo deciso di aiutare fattivamente. Abbiamo scelto di spalare il fango». Da lì, la perfetta macchina dei soccorsi li ha indirizzati verso il Centro fiere, dove c’è un grosso parcheggio. «C’era la necessità di ripulire dal fango due strutture annesse ad un casolare e una stalla di una famiglia a Borgo di Ronta, una frazione di Cesena. E dato che eravamo un bel gruppetto e lì c’era tanto da fare, ci hanno assegnato proprio quella casa. Pettorina e siamo partiti con una navetta verso quella casa, portando con noi le nostre attrezzature».
Mobili da gettare a Borgo di Ronta
Così hanno percorso a piedi un chilometro portando sulle spalle le pale e in mano sacchi di plastica con i prodotti per pulire. Poi hanno iniziato a spalare per liberare dal fango la strada che porta alle stalle dove le pareti bagnate mostravano il livello raggiunto dal fango: oltre un metro e mezzo. Poi bisognava aiutare una famiglia la cui abitazione è stata travolta dal fango, dove gli animali nella stalla sono morti intrappolati dall’acqua. Hanno raccolto dalla melma ciò che si poteva recuperare da stalla e dependance, e hanno accatastato fuori quello che c’era da buttare. «Abbiamo lavorato sempre insieme, in tutto eravamo circa 60 ragazzi. La famiglia ha avuto danni alla stalla, agli arredi, ai macchinari e nelle due strutture annesse che si trovano più in basso rispetto alla casa dove c’erano ancora oltre 50 centimetri di fango. Spalare è durissimo, ma la fatica non la sentivo». Il tolentinate racconta come nonostante la tragedia, i sorrisi e i bei gesti non sono mancati. «C’era chi ti offriva il caffè, chi ti abbracciava, chi si sfogava per il dolore. Con ogni persona incontrata – dice il 24enne – sembrava fossimo fratelli, in quei momenti non guardi nulla se non la bellezza di un gesto nella difficoltà. Ho conosciuto ragazzi di Rimini e Cesena che mi hanno toccato il cuore. Sono distrutto, ma molto contento. Alcune scene mi hanno segnato e insegnato che siano tutti fratelli. Mangiare tutti insieme in mezzo al fango resterà un ricordo indimenticabile».
Il livello del fango nella stalla si intuisce dal diverso colore della parete
Materiale fornito per aiutare a pulire dal fango
Arredamento delle strutture annesse alla casa che dovrà essere buttato per via dei danni dell’alluvione
Questo va benissimo, ma gli ecologisti,i verdi dove sono? A loro date la pala, poi se non si sbrigano, la pala dateglila alla schiena.
Alberto Ripari molti di questi ragazzi sono ecologisti e verdi
Ecologisti e verdi, non avrebbero mai costruito le loro case nelle pianure alluvionali.
Bravissimi!!!!!
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Ho l’età per ricordare il Polesine e Firenze. Oggi, come allora, e in altra enorme quantità di casi, l’umana solidarietà si è espressa. E ciò, mentre si avvicinano bagliori di guerra, non ci fa perdere la speranza che ad agire infine sarà “l’intima bontà dell’uomo”, come scriveva Anna Frank nel suo diario prima di essere arrestata e portata nel campo di sterminio nazista, dove morirà.
Siete bravissimi.
Un grande plauso ai tanti volontari, dei quali tantissimi ragazzi, che senza i riflettori della ribalta sono lì a cercare di rimettere in piedi la Romagna così gravemente colpita.
Come tanti commentatori anch’io noto l’assoluta assenza dei tanti benpensanti dei vari show televisivi (salvo rarissime eccezioni) e di quei giovani che richiamano con le loro folli manifestazioni al collasso climatico.
L’Italia è migliore di quello che si vuol far vedere.