Antonio Nicoletti
Legambiente interviene duramente sulla posizione del Consiglio Comunale di Bolognola di far uscire gran parte del territorio comunale dal Parco dei Sibillini. L’associazione, da sempre promotrice e animatrice nei territori di tutela ambientale e sviluppo sostenibile, interviene sottolineando delle contraddizioni con la scelta dell’amministrazione di uscire dal Parco dei Sibillini.
«La scelta ci sembra molto ideologica e politica, prima che tecnica – dichiarano Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente e Marco Ciarulli presidente Legambiente Marche – se è vero che nelle zone che verranno sottratte dalla giurisdizione del Parco resteranno vigenti tutte le norme di protezione ambientale in essere, allora tecnicamente cosa dovrebbe cambiare? Le aree in questione sono sottoposte a tutela secondo la direttiva habitat 92/43 della Ue e nulla cambierebbe rispetto all’attuale sistema di regole di un Parco nazionale. Anzi mentre per le regole del parco i rappresentanti del territorio, entro i limiti della legge 394/91, possono anche definirne la migliore applicazione per le altre invece non vi è nessuna partecipazione o condivisione. In sostanza i successi e gli insuccessi del Parco chiamano alla co-responsabilità i sindaci e gli amministratori che sono parte della governance, visto che quattro loro rappresentanti sono nel Consiglio direttivo dell’Ente e tutti i sindaci sono parte della Comunità del Parco. Nulla si può attribuire a questo Ente circa l’impegno nella conservazione della natura, missione principale a cui deve rispondere, mentre gli eventuali addebiti sul mancato sviluppo sostenibile del territorio la sindaca di Bolognola lo può addebitare a sé stessa o a chi prima di lei non ha saputo cogliere le opportunità o indirizzare l’Ente parco per un sostegno».
Marco Ciarrulli
Legambiente sottolinea l’importanza di proseguire nella direzione europea di tutelare in maniera efficiente gli ecosistemi anche per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. «La sindaca di Bolognola – aggiunge l’associazione – dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di una maggiore sinergia con l’Ente, anche per mettere in evidenza eventuali lacune o mancate risposte nella gestione del territorio, e dovrebbe farlo focalizzando con nettezza l’altrettanta importante necessità di includere sempre più le strategie dell’area protetta con il territorio circostante attraverso una più forte sinergia e condivisione nelle scelte».
«E’ chiaro che sul fronte della tutela ambientale, nell’Appennino tutelato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini abbiamo raggiunto un obiettivo importante – proseguono Nicoletti e Ciarulli – è altrettanto importante però che Parco e amministratori interagiscano e collaborino per favorire lo sviluppo sostenibile del territorio. Se le cose non funzionano, non si possono scaricare le colpe sul Parco, le responsabilità sono condivise e lo sviluppo socio-economico-ambientale richiede una progettazione che includa effettivamente questi 3 aspetti, soprattutto oggi con il Pnrr che rappresenta un’occasione irripetibile di rilancio del territorio e del dell’ecoturismo dell’Appennino, a patto che le azioni siano effettivamente di ripresa e resilienza e non contrarie alla sostenibilità che la crisi climatica e ambientale richiede».
Legambiente ricorda infatti, che «con il Pnrr, a Bolognola, sono stati presentati progetti che di sostenibilità ambientale e socio-economica hanno poco a che fare. Nel dossier “Neve diversa” pubblicato lo scorso marzo infatti, veniva evidenziato come molte aree interne delle Marche avessero deciso di investire in progetti legati principalmente al rilancio dell’economia della neve, progetti fortemente in contraddizione con i tempi attuali».
«L’economia della neve non ha più una centralità economica e sociale – concludono Nicoletti e Ciarulli – lo sottolineiamo da anni perché il clima è cambiato e continuerà a farlo, fare finta di niente e chiedere investimenti per progetti insostenibili che non si reggono dal punto di vista ambientale ed economico oggi come 40 anni fa, porterà solamente a sprecare quest’occasione di rilancio dell’Appennino e della montagna. Di questi temi, è bene discutere, alzare la voce e fare il possibile per arrivare ad una soluzione utile, ma non si pensi di risolvere i problemi additando l’Ente Parco a una responsabilità che è invece di altri. Ne usciremo solo più deboli e noi non permetteremo che si scarichino sull’Ente parco responsabilità che sono di altri, al contempo saremo sempre vicini a quegli amministratori che manifestano giuste rivendicazioni per migliorare il benessere delle loro comunità. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo, e non permetteremo che a Bolognola si travisi l’idea di Parco per questioni ideologiche o per scontri politici localistici».
Bolognolexit, pro e contro: «L’ente gestito in modo pessimo» «Un alibi prendersela con il Parco»
Legambiente e similari esistono solo grazie ad una legislazione italiana che prevede tutto e il contrario di tutto, allora questi pessimi elementi tengono per le biglie centinaia di amministrazioni e amministratori con lo spettro di "CI VEDIAMO IN TRIBUNALE" al che amministratori locali che si sono messi in politica per "dare una mano" pensano "ma chi me li fa fare" alimentando di fatto l'ego questi pessimi elementi, con ideali condivisibili, ma rimangono sempre dei pessimi elementi.
Renato Vallesi legambiente e tante altre associazioni ambientaliste esistono perché ci sono non poche persone che guardano un po' più avanti del proprio naso e cercano di prevedere cosa accadrà fra 50 o 100 anni ai nostri figli e nipoti. Anche gli avvocati o i poliziotti o i carabinieri o i magistrati ci sono perché ci sono le leggi, allora eliminiamo pure loro?
Bravissimi
In un territorio devastato dal terremoto il parco dovrebbe aiutare chi ha progetti (seri e sostenibili) anziché mettere i bastoni tra le ruote. Qualsiasi attrito è uno sfregio a chi soffre pur di rimanere a vivere in montagna, si favorisce lo spopolamento che già è a buon punto.
Mariano Nazziconi se o progetti sono fatti bene non hanno nessun problema. La questione è che si propongono progetti fatti male, vecchi e che non guardano al futuro
Federico Spagnoli tipo?
Mariano Nazziconi vedi sopra
Mariano Nazziconi rubbiano è il primo che mi viene in mente ma poi abete un tesori tra pievi. Abbazie, leggende, percorsi storici, sentieri. grotte da studiare che andrebbero valorizzate per un turismo internazionale e invece si propongono le cose degli anni 60 che non avranno futuro, come non avranno futuro i campi da sci che non vedranno mai la neve e i cannoni costeranno troppo
Cioè, Rubbiano come esempio negativo
Leggetevi il rapporto di Legambiente su una neve diversa
In zona non c'è un museo, non c'è una casa del parco che favorisca il turismo naturalistico, i sentieri più bassi sono abbandonati e oramai impraticabili
Legambiente vada a pulire i fossi x evitare alluvioni, alla gestione dei comuni ci pensino i sindaci
Gianni Compagnucci purtroppo non basta pulire i fossi per evitare alluvioni che dipendono da tantissimi fattori come il consumo di suolo, il disboscamento, la gestione esclusivamente idraulica dei fiumi e tanto altro, la cosa è molto complessa e slogan come questi denotano una ignoranza della materia e una superficialità di approcci che meriterebbero ina profonda riflessione
Federico Spagnoli diffido sempre di laureati che nn hanno la minima idea di come si gestisce il territorio avendolo solo studiato sui libri e nessuna esperienza manuale di come si cura una pianta o un territorio
Beh questo che scrivi è molto grave, e comunque io mi considero un montanaro, ho gestito un orto comunitario per tanti anni e coltivo un grano antico con cui faccio la pasta insieme ad un gruppo di amici autoproduttori, poi sono anche geologo e frequento le tue parti da 50 anni e ti posso dire che l'esperienza serve ma senza la conoscenza si possono prendere i percorsi sbagliati e poi non si torna più indietro. E a montemonaco quando volevano fare il poligono di tiro per artiglieria pesante nella valle del lago di pilato io c'ero a protestare al teatro e tu?
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Da fruitore della montagna sono convinto che in questi termini il Parco rappresenti più un ostacolo per gli escursionisti, piuttosto che un’opportunità. Tra i divieti, la mancanza quasi totale della segnaletica e lo stato di semi abbandono di alcuni sentieri, si ha la sensazione che non vogliono si vada nei monti Sibillini. Se la mossa della Sindaca serve a scuotere questo ambiente, fa sicuramente bene
…mah, speriamo che non siano gli effetti, invece, di un cambiamento climaterico…arimah!!! gv