Da sinistra: Alessio Castricini, Sergio Sciamanna, Matteo Piervicenzi, Gianni Niccolò
di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)
Parole d’ordine: decontribuzione, accesso al credito, sostegni contro il caro-energia, ricerca del personale. Confindustria Macerata torna a presentarsi alla stampa per fare il punto del comparto calzaturiero, pellettiero ed accessoristico una volta chiuse e tirati i conti delle principali fiere di settore, il Micam e Linea Pelle tra le altre. Il clima appare un po’ migliore di quello dei primi mesi dell’anno, frutto appunto del buon esito delle fiere ma gli elementi di preoccupazione sullo sfondo restano intatti, dall’inflazione alla crisi energetica con relativo calo della capacità di acquisto delle famiglie.
Gianni Niccolò
Ci sono, per l’analisi della situazione il direttore della territoriale maceratese di Confindustria, Gianni Niccolò, il presidente della sezione accessoristi Alessio Castricini, il presidente dei calzaturieri Matteo Piervincenzi e il presidente della sezione pellettieri Sergio Sciamanna. Introduzione di Niccolò per osservare che «il clima è di maggiore positività per effetto dell’afflusso dei visitatori alle fiere e della firma degli ordini di acquisto».
Ad aprire la serie degli interventi degli imprenditori è Piervincenzi: «Il bilancio della fiera ha rispecchiato l’andamento dei primi sei mesi dell’anno, crescita del 24% quanto al valore degli ordini e del 12% per le quantità. Quanto ai mercati bene i Paesi europei, balzo degli Usa, mentre rallenta la Cina per via dei lockdown e persiste il blocco di Russia e Ucraina per la guerra. Bene oggi ma purtroppo il settore rischia di tornare a breve a dati negativi per il costo dell’energia. Speriamo che il nuovo Governo intervenga, speriamo che i quindici parlamentari marchigiani si muovano subito per affrontare i problemi di un territorio che naviga economicamente verso il Sud.
Matteo Piervincenzi
Altre questioni da affrontare sono l’accesso al credito, la soluzione al contenzioso sul credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo, il rilancio della manifattura attraverso lo strumento del taglio, anche provvisorio, del cuneo fiscale, la necessità di una attività di formazione per chi si affaccia al mondo del lavoro. Quanto al futuro lavoriamo per la sostenibilità e per la diversificazione dei mercati esteri, ora stiamo attenzionando i paesi scandinavi».
La riflessione di Alessio Castricini: «I numeri di Linea Pelle sono confortanti, l’incremento è stato del 32% con un ritorno degli stranieri, dagli Stati Uniti al Messico passando per la Turchia, Paese al quale si guarda anche per la produzione. Le sfide sono importanti per i produttori ed in particolare per la filiera produttiva che è formata da aziende energivore che stanno soffrendo molto per i rincari. Il caro-energia e l’aumento delle materie prime provocano aumenti del costo dei prodotti finiti, si aprono quesiti importanti sulla possibile caduta dei consumi nei prossimi mesi. C’è un aumento della produzione, è vero, ma facciano fatica a trovare il personale e a formarlo. Come Confindustria comunque stiamo sostenendo l’azione delle aziende per ridurre l’impatto ambientale».
Sergio Sciamanna
In linea con i precedenti anche la riflessione di Sergio Sciamanna: «Dopo tanto tempo si è registrata una discreta affluenza di visitatori stranieri in fiera e questo è confortante, ci preoccupano però i continui aumenti dell’energia con relative grosse perdite di marginalità. Abbiamo difficoltà a reperire il personale, non ne troviamo adatto alle nostre esigenze». Il direttore Gianni Niccolò chiude con un appello: «Bisogna valorizzare il sistema manifatturiero» e una battuta sul tema del giorno, senza citare il reddito di assistenza: «La manodopera è attratta da altre soluzioni che non sono quelle che ci si aspetta». La questione delle sanzioni alla Russia? «Non è una questione che competa ad una associazione come la nostra», rileva infine Niccolò.
Alessio Castricini
Io godo la gente si sta svegliando nn siamo tutti pecore
Chiamate Conte
Un amico mio da un suolificio di Porto SantElpidio ha fatto 10(dieci) anni con contratti di un mese alla volta
Quella scuola del mestiere è finita , parlo della vecchia scuola ,è la migliore ,oggi tutti ingeneri che nn capiscono un Ca
Molte volte vogliono personale già qualificato ma dovete dare spazio anche a chi deve ancora imparare
Le calzature sono finite da quando lo stato dava soldi per farli lavorare all ' estero, un tempo c'era una scuola di formazione che imparava un mestiere , oppure si andava in ditta e ti imparava, oggi devono essere tutti scienziati appena entrano..più facile prendere 500 senza tanto sudare epatite umiliazioni per i giovani e non d'oggi
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le loro esigenze sono operai che lavorano gratis?
Quale attrattiva può avere per i giovani un settore dove un lavoratore con decenni di esperienza, con una proposta di contratto nazionale del calzaturiero a tempo indeterminato di 4livello, gli viene offerto
1420€ salvo accordi diversi con l’azienda stessa…
in proporzione un diciottenne che non sa fare nulla , a quale stipendio potrebbe ambire?… Il problema attuale è che si cercano persone qualificate, vengono trattati da somari e si vogliono pagare poco… … poi si va sui giornali a piangere
…le scarpe devono essere comode, certo, le scarpe strette fanno male ai piedi e si cammina male, scalzi, poi, con l’inverno alle porte, non ne parliamo…ma ci vuole anche la voglia di lavorare, di fare sacrifici e avere senso di responsabilità!!! gv
si..senso di responsabilita a basso costo..possibilmente..! gm