Invasione di campo della Provincia:
cosa c’entra con i 28 sindaci “ribelli”?

IL COMMENTO - Le dure parole della Meloni contro l'appello a Draghi firmato da oltre 1.800 amministratori («Mi chiedo se sia corretto che usino le istituzioni come se fossero sezioni di partito») dovrebbero valere anche per il presidente Parcaroli. Oggi ha infatti usato l'istituzione che rappresenta per un'iniziativa politica di parte: l'appello all'Anci per rimuovere Capponi dalla cabina di coordinamento post sisma e con tanto di comunicato inviato dall'ente

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Vincenzo Felicioli, Alessandro Gentilucci e Sandro Parcaroli durante la conferenza stampa di oggi in Provincia

 

di Giovanni De Franceschi

«La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura». Tuonava così qualche giorno fa Giorgia Meloni. Cosa ne pensa il presidente della Provincia e sindaco di Macerata Sandro Parcaroli? E’ d’accordo?

La leader di FdI aveva pronunciato quelle parole per condannare l’appello firmato da oltre 1.800 amministratori locali in tutta Italia per chiedere a Draghi di non lasciare palazzo Chigi. «Mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente – aveva detto la Meloni – usino le istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito». Insomma, quei sindaci non si sarebbero dovuti permettere di usare il proprio ruolo istituzionale per far pressione sul presidente del Consiglio, schierandosi e scendendo così nell’agone politico. Lettura condivisa anche dal presidente della Regione Francesco Acquaroli.

Ora, volendo prendere per buona questa interpretazione del ruolo di un amministratore, allora le accuse “meloniane” di «mancanza di regole e buonsenso» oggi colpirebbero allo stesso modo anche Parcaroli. Applicando lo stesso concetto, infatti, non si capisce perché il presidente della Provincia abbia usato l’istituzione che presiede per un’iniziativa chiaramente di parte. Al centro della vicenda la nomina del sindaco di Treia Franco Capponi come rappresentante nella cabina di coordinamento post sisma dell’Anci Marche. La nomina era già contestata dai vertici provinciali dei partiti di centrodestra (FdI, Lega, Forza Italia e Udc) che avevano chiesto alla presidente dell’Anci Valeria Mancinelli di rivedere la nomina. Secondo loro sarebbe stato più opportuno nominare un amministratore di Arquata, secondo il ragionamento per cui essendo Treia ai margini del cratere, il suo sindaco non sarebbe in grado di rappresentare al meglio i comuni terremotati. La stessa tesi è stata sposata da 28 sindaci del Maceratese. Sindaci, per la maggior parte del centrodestra che hanno firmato una lettera, l’hanno inviata in Regione e all’Anci per chiedere un incontro alla Mancinelli e il ritiro della nomina, pena la loro fuoriuscita dalla cabina di coordinamento.

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Alessandro Gentilucci e Sandro Parcaroli

Fin qui una legittima pressione politica (in buona parte del centrodestra) sulla presidente di centrosinistra dell’Anci, perché in fondo è di questo che si sta parlando. Non certo di chi può essere più o meno in grado di rappresentare i Comuni terremotati, altrimenti la motivazione della vicinanza al centro del cratere diventerebbe abbastanza inconsistente. Il punto è che tra i firmatari della lettera figura anche Sandro Parcaroli, in qualità di sindaco di Macerata. E che la conferenza per presentare questo “atto di ribellione” sia stata organizzata in Provincia, presieduta sempre da Parcaroli. Con tanto di comunicato ufficiale inviato sempre dalla Provincia su carta intestata. «Sino a quando questo incontro non ci sarà concesso i sindaci sottoscrittori del documento sospendono la loro partecipazione all’organismo della Cabina di coordinamento del sisma – ha detto oggi Parcaroli – Io che rappresento questi sindaci del maceratese dico che non ci sentiamo rappresentati dal sindaco di Treia, centro ai margini del terremoto e meno colpito di altri paesi».

A parte la confusione di ruoli per cui non si capisce se Parcaroli fosse presente in qualità di sindaco di Macerata firmatario della lettera o in qualità di presidente della Provincia che quella lettera non l’ha firmata, ecco il vulnus, la «mancanza di regole e buonsenso» della classe dirigente evocata con paura dalla Meloni. Perché i sindaci che rappresenta Parcaroli come presidente della Provincia sono 55 e non la metà. O volendo considerare solo quelli del cratere sono comunque 44 e non 28. Quindi perché usare la Provincia per questa iniziativa chiaramente di parte? Per dirla sempre alla Meloni perché usare «le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito»? Sarebbe bastato usare uno dei Comuni firmatari per organizzare la conferenza, lasciando fuori da questa storia un ente che rappresenta molto di più dei 28 sindaci firmatari della lettera.

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