L’avvocato Federico Valori
Non solo critiche al progetto annunciato dall’amministrazione comunale di organizzare il festival “Presente liberale”, si alza una voce di plauso ed è quella di Federico Valori, avvocato ed ex consigliere comunale di centrosinistra. « Avevo seguito la polemica, sono rimasto sbalordito per il riflesso condizionato di certa sinistra, poco meditato: ho chiamato il collega e assessore Riccardo Sacchi, quella proposta è un’opera di educazione civica, di promozione della cultura liberale che è lungi dall’identificarsi con il partito liberale di Zanone e se si vuole di Giolitti, si riferisce invece a una serie di principi fondanti della nostra costituzione, di quella europea, dei diritti universali dell’uomo che attraversano tutta la società. Il problema – argomenta Valori – è che la questione liberale in Italia è stata sempre accantonata da destra e da sinistra, a destra anche dalla cultura in senso liberale ed invece è una questione che attiene ai diritti individuali, concetti che abitualmente tutte le forze politiche adoperano per lavorare all’interno dello Stato».
Aggiunge Federico Valori, che è stato un noto esponente cittadino del Psi: «Sono grato all’assessore che affronta la questione, così potrà evitare il ripetersi di quanto accadde un secolo fa, mi pare consono che lo faccia un Comune. Conosco bene il catalogo di Liberilibri, riserva particolare attenzione a tutte le vicende interne al dibattito della cultura liberale, un dibattito sulle libertà. Mentre da alcuni esponenti della sinistra la reazione di dissenso me lo posso aspettare come riflesso atavico, viceversa vedo nei principi liberali grandi prospettive di crescita delle società dove il rapporto tra individuo e società sia improntato alla tutela della libertà, il tema della giustizia.. che vi sia una casa editrice che inizia a introdurre questo dibattito credo sia cosa doverosa per supplire alla carenza di informazione. Mi sorprende che almeno uno degli intervenuti avrà sicuramente letto autori liberali, se ne sarà fatto vanto, la sinistra del resto ha attinto a piene mani a questi autori: se i critici intervenuti partecipassero sarebbe per loro una crescita, sono iniziative di alto valore civico, se domani si decidesse di affrontare il tema della cultura comunista in Italia sarebbe inevitabile parlare della cultura liberale. Magari si dibatte sull’articolo 1 o sull’articolo 3 della Costituzione, ci riempiamo la bocca per il pregio che ebbe il dibattito che portò alla stesura degli articoli citati, salvo irritarci se qualcuno ci ricorda che sarebbe utile riprenderli, quindi grazie all’iniziativa di Riccardo Sacchi che ha assunto una iniziativa non di centrodestra ma civica, repubblicana ed anche in questo caso senza nessun riferimento al partito repubblicano».
(L. Pat.)
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Ha perfettamente ragione, siamo in liberta’ e sono i sinistroidi che i loro insulti quotidiani ci vogliono farci diventare dittatori filo-russi.
Condivido pienamente le argomentazioni dell’Avvocato Federico Valori.Alla sua incontrovertibile analisi ( argomentata) aggiungo un contributo a-latere: se in Italia la cultura liberale non ha avuto spazio politico è perché, storicamente,la cultura cattolica e quella protomarxista ( intendo dire ‘900 ed oltre) si sono strutturate ( storicamente) in ordine “gerarchico”, come è stata la “linea” dei Partiti del Novecento. Linea giusta e fisiologica, ai tempi. L’anelito e l’alito “liberale” fu ed è schiacciato da Dogma delle due Chiese: ovvero il dirigismo pedagogico. A questa fase medionovecentesca l’involuzione ( non l’evoluzione) è sotto gli occhi di tutti. L’eventuale “germe” positivamente “liberale” si è identificato con il “liberismo” ( iperliberismo). Questo ultimo è un Vassallo, come tutti i Partiti lo sono, della Finanza. Ovvero del Capitalismo finanziario.
Bene ha fatto l’Assessore Sacchi nel portare a galla il pensiero liberale. Ho lo deve portare a galla Fedez o qualche giuornalista o velina?
Nulla da aggiungere. C’è bisogno di aria nuova tra i miasmi di questa politica in decomposizione. Grazie, Federico, del tuo intervento.
l’errore grossolano,ed a mio parere non solo italiano,è stato quello di aver appiattito il liberalismo sul liberismo economico,privo di concreti valori morali,come perfino Einaudi riconosceva.Se nel liberalismo c’è un limite,questo,sempre a mio modesto parere,va cercato nell’eccessiva valorizzazione del merito,cui fa da contraltare la scarsa considerazione per il bisogno.Il pensiero di un Gobetti merita grande considerazione,come usava fare lo stesso Gramsci,collocato decisamente sul versante marxista.La cultura,della quale oggi si avverte grandi carenze,non deve incontrare censure,essenziale che non ignori che il suo orizzonte è di 360 gradi.
Felici tutti che si approfondisca il pensiero liberale, possibilmente non solo quello liberista e individualista. Ma visto che è una dottrina politica tra le tante e che fa parte di una battaglia delle idee, che lo facciano il partito dell’assessore Sacchi e/o l’editrice Liberilibri a proprie spese, non con i soldi pubblici (se no, che razza di liberali sono?).
Nato e vissuto permeato dalla cultura socialista e progressista, meraviglia la polemica tutta maceratese sull’opportunità o meno di un dibattito sulla cultura liberale. Ben venga! Ma partiamo dal paradosso dove l’idea del liberale si realizza in teorie avverse al concetto di assolutismo, dove il presupposto fondamentale porta a considerare che il potere dello Stato (qualunque esso sia) debba essere limitato onde favorire la libertà di inziativa individuale. Pertanto qui sta il dilemma, un qualsiasi liberale che in coscienza ama definirsi tale, accetterebbe il contributo dello Stato (Comune di Macerata) per realizzare una propria iniziativa?