«Farmacia comunale numero 3
aperta per i tamponi: anche il 6 e il 9»

CIVITANOVA - Massimo Belvederesi, presidente Atac, replica a Giulio Silenzi: «Dire che non abbiamo fatto nulla è troppo, il servizio è su base volontaria. Ieri c'è stata la fila fino alle 20»

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Massimo Belvederesi, presidente Atac e coordinatore provinciale FdI

Il ruolo delle municipalizzate nella campagna vaccinale ed in quella dei tamponi tocca anche Civitanova. Ieri l’esponente dem Giulio Silenzi ha indirizzato un nuovo duro attacco ai vertici dell’Atac definendoli inadeguati e stigmatizzando il fatto che le farmacie comunali fossero chiuse a fronte dell’apertura delle farmacie private con centinaia di persone in fila. Il presidente dell’Atac Massimo Belvederesi parte dallo smentire le accuse formulate ieri, via social, dall’esponente democrat Giulio Silenzi: «La farmacia comunale numero 3 ieri è stata aperta per l’effettuazione dei tamponi, c’è stata la fila fino alle venti».

Ci deve essere stato un problema di comunicazione alla base del post di Silenzi, ripreso dai media. In effetti il sito dell’Atac non dava alcun aggiornamento sull’apertura delle farmacie, ultimo inserimento era quello dei turni prenatalizi. «Per l’apertura di ieri ho scelto di pubblicare un post su Facebook e su Instagram» rileva Belvederesi che aggiunge «La farmacia comunale numero 6, poi, è aperta tutte le domeniche da sempre. Capisco che siano in campagna elettorale, bisogna attaccare tutti, benissimo, ma bisogna dire le cose come stanno, ieri la farmacia comunale numero 3 era aperta per i tamponi, sarà aperta il 6 pomeriggio e il 9 gennaio prossimi. Peraltro Silenzi usa, al solito, termini offensivi ai quali non rispondo perché non voglio scendere a quel livello, a maggior ragione visto che si discute di una questione di rilievo globale come l’ondata pandemica in corso. Non è che il problema del Covid, e dei relativi vaccini e tamponi, posso risolverlo io da Civitanova con le farmacie comunali. Abbiamo dato il nostro piccolo contributo, poteva essere maggiore? Il servizio è su base volontaria, se il farmacista non dà la disponibilità io non posso obbligarlo: ci sono i dipendenti interinali e loro vengono utilizzati, aumenteremo piano piano, ma ribadisco che noi abbiamo fatto la parte nostra della campagna vaccinale e della campagna dei tamponi. Dire che non abbiamo fatto nulla è troppo, peraltro siamo in un momento difficile e strano anche a livello nazionale iniziando dalla quarantena le cui regole cambiano di continuo, ogni giorno c’è una ricetta nuova. Atac con le farmacie comunali ha dato il suo piccolo contributo: non esiste la possibilità di precettare il dipendente pubblico, peraltro dobbiamo pensare a gestire tutta l’attività dell’azienda. Voglio dire che noi la nostra funzione sociale la svolgiamo appieno: i tamponi li facciamo a dieci euro per i maggiorenni e a quattro per i minorenni, mi pare che i privati partano da 15 euro, non possono dire che le nostre farmacie fanno gli utili con tamponi e con i vaccini».

(L. Pat.)

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