Fila per i tamponi in corso Cairoli
di Leonardo Giorgi
«Nel giro di una settimana siamo passati da 130 tamponi quotidiani a più di 250. Ma sono aumentate anche le vaccinazioni. Il primo posto libero da noi è a marzo». La situazione della farmacia Grelloni di Collevario a Macerata è in linea con il resto dell’Italia. Non si ferma la corsa dei nuovi contagi da Covid in tutto il territorio. Una corsa che coinvolge tutto ciò che è correlato al contagio: numero di tamponi giornalieri, richiesta di vaccini, aumento del tasso di positività e richiesta delle mascherine Fpp2, ormai diventate obbligatorie per gli spettacoli aperti al pubblico, i teatri, i concerti, i cinema e le competizioni sportive. «Anche se sotto le feste sono aumentante le richieste di tampone – spiegano dalla farmacia Grelloni – non abbiamo avuto particolari problemi con affollamenti o tempi di attesa per i clienti.
Insieme al numero di tamponi fatti sono anche aumentate le positività accertate. Se prima era una notizia trovarne 1 o 2 al giorno, in questa settimana ce ne sono almeno 7-8 quotidianamente. Noi siamo anche un punto vaccinale e in quel caso abbiamo delle code, ma niente di critico. Vengono molte più persone a fare il vaccino rispetto a qualche settimana fa. Prime, seconde e terze dosi».
Aumento di tamponi, ma situazione sotto controllo anche nella farmacia Cairoli di Fabrizio Buglioni, dove il tasso di positività riscontrato è intorno al 5%. «La coda di chi deve fare il tampone non si sovrappone ai clienti della farmacia, visto che sono due code diverse e i tamponi si fanno in un punto esterno – spiega il dottor Buglioni -. Gestiamo tutto il flusso con tre computer e nessun cliente ha avuto problemi. In media, in questi giorni di festa, troviamo 4-5 positivi ogni 100 tamponi effettuati. Riusciamo a somministrare anche 100 vaccini a settimana, prevalentemente seconde e terze dosi. È aumentato tantissimo anche l’acquisto di mascherine Fpp2. In molti, per le feste, hanno acquistato i tamponi fai da te».
Clienti davanti la farmacia Foltrani di Cingoli
Il farmacista Lauro Foltrani, dell’omonima farmacia di Cingoli, invita a riflettere su un altro punto. «La cosa fondamentale non è tanto il numero di tamponi che facciamo oggi rispetto a prima delle feste. Il fatto è che prima 9 tamponi su 10 erano di persone non vaccinate che dovevano andare a lavoro. Una su 10 era una persona che magari era spaventato da qualche sintomo o aveva avuto contatti con soggetti positivi. Adesso il rapporto si è rovesciato. Il 90% delle persone ora arriva in farmacia per un tampone perché non sta bene o ha avuto contatti con un positivo. Ed è fondamentale perché prima i positivi erano pochissimi. Non saprei fare una stima precisa, ma diciamo mediamente 1 su 50. Adesso può capitare che su 10 tamponi 5 sono positivi. È cambiato il rapporto con il tampone. Ci sono tantissimi positivi, gente che è andata a pranzo il giorno di Natale con amici e parenti e, nonostante tutte le norme del caso, generalmente rispettate, hanno fatto circolare il contagio. E si parla sia di vaccinati che di non vaccinati». A livello di sintomi però il farmacista Foltrani nota che «la maggior parte di chi si scopre essere positivo è assolutamente asintomatico. A Cingoli nella comunità c’è stato un grande aumento, sono aumentate le occasioni di contagio. La cosa gravissima dal mio punto di vista sono i tamponi rapidi fai da te che si vendono anche al supermercato. Non avendo piattaforma, chi poi va a casa, si fa il test, e risulta positivo non è registrato da alcuna parte».
Le farmacie di Cingoli hanno un bacino d’utenza molto più largo di quello che si potrebbe pensare. I farmacisti del centro hanno deciso di lavorare anche durante i giorni di festa e di mettersi a disposizione dei clienti senza mezze misure. Come sottolinea Foltrani, «a Cingoli arriva per fare i tamponi anche gente di Jesi. Ammetto che è una soddisfazione. Cingoli sta uscendo a testa altissima da questa situazione, abbiamo fatto davvero una bella figura. E lavoriamo a pieno regime anche per i vaccini, solo ieri noi ne abbiamo fatti 19. Le persone si possono prenotare o possono venire qui senza appuntamento, aspettando».
Il lavoro dei farmacisti del territorio e di Foltrani, che nella comunità di Cingoli ha raccolto la gratitudine di centinaia di clienti che hanno avuto bisogno del suo aiuto o semplicemente di un suo consiglio durante tutta la pandemia, è però limitato da un problema informatico. Segnala infatti il dottore che «abbiamo un sistema informatico disastrato. Tutto il GopenCare (il nome del sistema utilizzato dai farmacisti per caricare i dati relativi ai tamponi effettuati, ndr) è in tilt da ieri mattina. Ci crea problemi enormi. Questo sicuramente non ci ha facilitato la vita. Se la piattaforma non funziona, stai bloccato. A volte si formano le file non perché siamo lenti o perché c’è tanta gente, semplicemente il sistema si blocca. Se la Regione si dà una mossa e mette a posto il sistema gliene saremmo riconoscenti. Da parte nostra la comunità l’abbiamo servita bene. Siccome tanti medici di famiglia non hanno dato una mano per i vaccini, maggior parte del lavoro qui a Cingoli è ricaduto sulle spalle di noi farmacisti». Però, conclude Foltrani, «la cosa che più mi fa felice è aver convertito 8 no vax convinti. Siamo arrivati a fare vaccini anche dopo cena per accontentare tutti».
Il sistema è andato in tilt. Era prevedibile, tranne per quei gran cervelli che ci governano
Poco non è...
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Per le vaccinazioni ci sarebbe la carta dei medici di base, ma non tutti purtroppo aderiscono
Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza
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“Era ateo, s’è convertito per poter bestemmiare.” (Pino Caruso)