Maxi frode fiscale da oltre 4 milioni,
inchiesta sul calzaturiero:
tre persone nei guai

INDAGINE delle Fiamme Gialle di Camerino: scoperte fatture false per 3,8 milioni, cessioni di credito d'imposta inesistenti per 330mila euro e vendite non dichiarate al Fisco per 1,7 milioni. Trovati anche due lavoratori in nero. Denunciati un 47enne ritenuto il dominus dell'operazione, un 30enne e un 52enne che si erano avvicendanti alla guida dell'impresa

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Gli accertamenti della Finanza

 

Fatture false, crediti d’imposta fasulli venduti ad altre società, vendite non dichiarate e pure due lavorati in nero. E’ quanto contestato ad un società dell’entroterra del settore calzaturiero dalla Guardia di finanza di Camerino, che ha concluso una complessa indagine di polizia economica-finanziaria. Denunciati un 47enne considerato l’amministratore di fatto dell’azienda, un 30enne e un 52enne che si sono avvicendati alla guida dell’impresa come “teste di legno”. Disposto anche il sequestro di beni per circa 1 milione di euro.

In sostanza, l’azienda fino al 2018 ha prodotto regolarmente beni e prodotti, poi dal 2019 è passata di mano e si trasformata di fatto in una cosiddetta “cartiera”, cioè una scatola vuota utilizzata, secondo gli inquirenti, solo per frodi fiscali. A capo c’era appunto il 47enne, considerato il vero dominus del sistema di raggiro, mentre come titolari dell’azienda stessa si sono avvicendati il 30enne e il 52enne. Innanzitutto, i finanzieri hanno scoperto fatture per operazioni inesistenti emesse per circa 3,8 milioni di euro nei confronti di aziende con sede in diverse regioni d’Italia, la cui posizione è stata segnalata ai competenti Reparti di Roma, Ancona ed Arezzo, per consentire di formulare i relativi addebiti. Gli approfondimenti investigativi, inoltre, hanno fatto emergere irregolarità nella cessione di crediti d’imposta.

In particolare, è emerso che la società ha ceduto a numerose imprese crediti d’imposta inesistenti per oltre 330mila euro. Crediti che poi le altre aziende compiacente hanno anche utilizzato in compensazione per non pagare le imposte. Non solo, perché i militari hanno rilevato che nel pieno periodo di attività, cioè fino al 2018, l’azienda aveva omesso di dichiarare al Fisco vendite di calzature, pellame, articoli di abbigliamento ed accessori per un valore di oltre 1,7 milioni di euro, di cui oltre 1,2 milioni di euro in esportazione, soprattutto in Russia e Stati Uniti di America.  Infine, i riscontri documentali hanno consentito di individuare 2 lavoratori impiegati “in nero”. A chiusura dell’indagine, il Gip del Tribunale di Macerata ha disposto, su richiesta della procura, il sequestro di beni e disponibilità finanziarie, fino a concorrenza delle imposte evase, finalizzato alla confisca, di circa 1 milione di euro, sequestro eseguito dalla Fiamme gialle. Mentre i tre dovranno rispondere di svariati reati tributari.

(redazione CM)

 

 

 

 

 

 



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