Protesta delle mamme civitanovesi:
«La scelta del pediatra non è libera,
obbligate ad andare da chi ha posto»

SANITA' - L'Area vasta ha adottato una nuova disposizione: ci si può rivolgere solo al medico che non ha raggiunto il massimale. Vivien Gattafoni: «un diritto che viene meno sulla pelle dei neonati, una situazione assurda»

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neonato

 

di Laura Boccanera

Si chiamano pediatri di libera scelta, ma la scelta a Civitanova, non è più libera. E’ possibile solo selezionare il pediatra che non ha raggiunto il massimale e in città ce n’è uno solo. E un gruppo di mamme ha deciso di chiedere conto all’Area vasta 3 di questa scelta che penalizza il rapporto fiduciario che deve esistere tra medico e paziente, come previsto nell’accordo collettivo nazionale e che lede il diritto di scegliere per il proprio figlio il medico che si preferisce. Una situazione che è in vigore da giugno del 2020. In pratica a Civitanova ci sono solo 5 pediatri di libera scelta e 4 su 5 hanno raggiunto il massimale. Fino a giugno del 2020 era possibile per un nuovo piccolo paziente subentrare al posto di un 13enne che usciva dal circuito dei pediatri innescando così un turn over pur in presenza di massimali e riuscendo in qualche modo a pochi mesi dalla nascita di un nuovo bambino o una nuova bambina ad intraprendere il percorso col proprio pediatra di fiducia. La normativa di riferimento è l’accordo collettivo nazionale che viene poi recepito a livello regionale, ma è l’amministrazione delle aree vasta che può operare delle deroghe in virtù delle condizioni territoriali. Fino a giugno 2020 il sistema col subentro previsto anche dall’articolo 38 dell’Acn con lo sforamento dei massimali veniva applicato regolarmente, ma da giugno dello scorso anno non è stato più possibile applicare il metodo della recusazione rendendo di fatto impossibile per i pediatri effettuare il turn over. Le uniche eccezioni sono relative ai secondogeniti per cui è possibile il ricongiungimento familiare e alcuni altri casi particolari. L’unica possibilità per provare a cambiare il medico pediatra è quella di firmare per il cambio in deroga, ma la domanda deve passare al vaglio del comitato competente, deve essere motivata e viene accettata solo sulla base di alcuni requisiti. Vivien Gattafoni è una mamma che aspetta da 10 mesi di iscrivere la figlia nella lista del medico pediatra che aveva scelto: «chi ha raggiunto il massimale non può accettare altri pazienti e i pediatri stessi sono in grande imbarazzo per questa situazione che si è venuta a determinare tanto che molti all’inizio addirittura non se la sentivano di firmare la richiesta per il cambio in deroga in segno di protesta. In questi mesi ho dovuto pagare un professionista privato dal momento che il pediatra che mi veniva assegnato non godeva della mia fiducia. Dal mio punto di vista è il venir meno di un diritto sacrosanto come quello di scegliere il proprio medico e oltretutto fatto sulla pelle dei neonati. Tante altre mamme sono nelle mie condizioni e lamentano questa situazione che è assurda e ingiustificabile e crea anche una discriminazione tra chi può pagare e chi no. I vertici dell’Asur dovrebbero chiedersi perché alcuni pediatri non raggiungono i massimali anziché assegnarli de imperio dall’alto costringendo le famiglie ad una scelta che di libero non ha più nulla». La mamma civitanovese ha raccolto attorno a sé un gruppo di famiglie nelle stesse condizioni e si dicono pronte a dare battaglia per cambiare la situazione: «abbiamo scritto diverse volte ai vertici Asur, alla direttrice Daniela Corsi, sia Pec sia mail di chiarimento, ho provato a chiedere un appuntamento, ma mi è stato negato. E’ una situazione assurda, ancor più perché per un pediatra che non è d’accordo si mette in mezzo alla strada centinaia di famiglie. Una mamma avvocato che ci segue ha inviato pec e chiesto incontri e spiegazioni, ma non c’è stato fornito alcun ragguaglio».



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