Arturo Brachetti
di Marco Ribechi (foto di Fabio Falcioni)
Nella serata dedicata ai sindaci della provincia in scena allo Sferisterio il più famoso dei trasformisti. E’ stato Arturo Brachetti, uno degli artisti italiani più famosi e apprezzati all’estero, ad esibirsi nell’arena maceratese per l’appuntamento annuale dedicato ai primi cittadini dei Comuni del territorio.
La presidente della Croce Rossa di macerata Rosaria del Balzo Ruiti e il sindaco Sandro Parcaroli
Tante fasce tricolore in platea a mischiarsi con il colori e le bandiere della Croce Rossa, anch’essa celebrata sul palco per l’impegno profuso a favore della popolazione e a difesa delle fragilità. Negli ultimi anni tra terremoto e Covid l’associazione di volontariato è stata impegnatissima su vari fronti. Per questo nell’anno del centenario cento bandiere e cento volontari hanno presieduto la notte dello Sferisterio, a dimostrare che l’istituzione è presente ma anche che va sostenuta il più possibile.
I sindaci presenti in arena
Ad aprire l’evento, l’inno d’Italia, a dire il vero cantato un po’ a bassa voce, forse a causa delle mascherine. Subito dopo, sul palco, il sindaco Sandro Parcaroli esterna una dichiarazione d’affetto al presidente della provincia Antonio Pettinari che proprio a gennaio terminerà il suo mandato decennale. «Grazie Tonino per aver ideato questa manifestazione in cui si incontrano i vari sindaci del territorio – dice commosso Parcaroli – anche se chiuderai il tuo mandato sarai sempre uno di noi, ti vogliamo bene». Parcaroli annuncia anche una novità: «Come sindaco del capoluogo a partire da ottobre intendo convocare con una certa frequenza un tavolo di lavoro che coinvolga tutti primi cittadini della provincia per parlare di sanità, di ospedali, di lotta al Covid, di digitalizzazione, di green economy, di turismo, di ambiente, di ricostruzione, di recovery found». Dopo l’invito di Parcaroli alla vaccinazione anche i saluti della presidente della Croce Rossa Italiana di macerata Rosaria del Balzo Ruiti: «Il grazie va a i nostri volontari, senza di loro non esisterebbe la più grande associazione umanitaria al mondo – dice Del Balzo – sosteneteci perché in questo periodo sempre più persone vengono a bussare alle nostre porte e la cosa più frustrante è dover dire di no per mancanza di fondi».
Arturo Brachetti
Sono le 21.25, lo spettacolo può iniziare. Al centro della scena spicca l’Ensemble Symphony Orchestra guidata dal maestro Giacomo Loprieno, circa 26 elementi pronti ad accompagnare Brachetti in un viaggio all’interno della composizione musicale di Pierino e il lupo, scritta da Sergej Prokof’ev. Sul muro dei cartoni animati sostengono la narrazione mentre Brachetti spiega: «Per ascoltare una storia bisogna essere un po’ bambini ma qui mi hanno mandato il pullman della terza età. Togliete la seconda cifra dal numero dei vostri anni, quella sarà la vostra età per questa notte». In effetti tutta la prima parte dello spettacolo è dedicata ai bambini che però in sala non sono presenti in gran numero. Il racconto della storia quindi risulta poco calibrato sul tipo di platea. Mentre i vari strumenti suonano la composizione Brachetti spiega cosa accade nella storia ma il tutto resta abbastanza piatto. Chi pensava un Brachetti intento nei suoi famosi trasformismi sarà rimasto deluso poiché i cambi di abito in tutta la serata si sono contati sulle dita di una mano.
Brachetti durante lo spettacolo
Finito il racconto una piccola pausa introduce alla seconda parte dell’appuntamento, infatti il titolo “Pierino il lupo e l’altro” fa sperare che il piatto forte debba ancora arrivare perché, quello visto finora, è uno spettacolo più adatto a un teatrino per bambini che non a un tempio della lirica. Purtroppo però, anche se lo show offre qualche variazione leggermente più emozionante, Brachetti non si scompone più di tanto e non esegue nessun numero particolarmente coinvolgente. Si cimenta nell’imitazione caricaturale di tre stereotipi di maestri d’orchestra, il raffinato, l’autoritario, e il contemporaneo, strappando qualche sorriso con alcune gag. Poi, mentre l’orchestra esegue “Variazioni sopra un tema gioviale” di Nino Rota, si esibisce in una sorta di dipinto su sabbia, disegnando con le mani i vari segni zodiacali su una lavagna luminosa. Infine, proprio in chiusura, sulla canzone “La guerra di Piero” di Fabrizio de André, si mette alla prova con un ritratto al contrario del cantante, ovvero dipinge con la tela sottosopra. Brachetti risulta brillante e simpatico ma il suo spettacolo è un po’ troppo risicato per giustificare una serata allo Sferisterio e, soprattutto, non c’è nulla di veramente innovativo. Il trasformista poi non è pervenuto poiché i quattro o cinque cambi di abito realizzati sono stati effettuati in tempi relativamente lunghi, uscendo di scena e non alla maniera strabiliante con cui Brachetti ha abituato il suo pubblico. Proporre uno show per bambini a una platea di adulti quindi non è sembrata la scelta migliore, anche se gli applausi finali suggeriscono che comunque l’appuntamento è stato gradito.
Spettacolo più che deludente. Noioso anche per i bambini.
Vero
Stefano Intermesoli condivido grandissima delusione
Stefano Intermesoli concordo
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Lacrime dall inizio alla fine alla modica cifra di 40,OO…€
come ho scritto su FB: SOLDI SPRECATI (logicamente da parte mia che ho comprato i biglietti).