Sferisterio
di Luca Patrassi
C’è molto di Silvano Iommi in questa quasi vigilia del centenario della prima di Aida allo Sferisterio. L’uscita dell’assessore all’Urbanistica ha avuto il merito (forse l’unico) di accendere i riflettori su una stagione rispetto alla quale non sembra esserci (stata) grande attenzione. Ed allora è ancora Silvano Iommi a calcare la scena e a rilanciare una polemica già infuocata, quella sulla presunta speculazione edilizia posta in essere dai cento consorti dello Sferisterio.
Silvano Iommi
«Non si potrà fare – dice Iommi rispondendo a chi propone di cambiare la scritta sulla facciata dello Sferisterio -ma direi di sì sostituendo la parola generosità con volontà». «Ad ornamento della città, a diletto pubblico, la generosità di cento consorti edificò, 1829» è la scritta che appunto campeggia sull’ingresso dello Sferisterio, Sferisterio che in questa calda estate 2021 è al centro degli strali revisionistici dell’architetto ed assessore Silvano Iommi. Dopo l’affondo polemico di alcuni giorni fa, Iommi rilancia ancora con alcuni commenti sui social: «La speculazione su questo tema è molto marginale. E’ la narrazione che viene fatta: “un atto d’amore dei cento consorti alla città”. Nella documentazione storica non c’è traccia di questo atto d’amore, c’è la volontà di realizzare un’opera semplice, funzionale, architettonicamente corretta e, possibilmente, economica». Ma l’amore no, non c’entra sostiene Iommi, mentre la scrittrice Lucia Tancredi, che sull’opera ha scritto di recente un libro che ripercorre l’epopea dei cento consorti, ribadisce come sia invece stata una pagina di gloria cittadina. Certo però che parlare di speculazione edilizia per un’opera di due secoli fa è operazione di grande respiro, nel senso che ha lasciato molti senza fiato. Lo Sferisterio, oggi, è un bene monumentale, l’immagine più conosciuta della città nel mondo. Certo che se partisse un revisionismo di questo tipo, chissà cosa si dovrebbe scrivere delle operazioni di rigenerazione urbana degli ultimi cinquanta anni, dalla Strada Nord alla Sud, ai miliardi delle ex lire per lavori inutili ed interrati, agli scempi edilizi consumati in città, dalla strada a quattro corsie con chicane finale che finisce contro il cancello di una villa in campagna, alla quarantina di varianti per costruire l’attuale ospedale nato vecchio e rimasto incompleto, fino alle operazioni che hanno anche provocato risarcimenti di danni ai privati. Per amore, solo per amore.
L’ultimo commento di Iommi in risposta a un utente che chiedeva se fosse il caso di cambiare la scritta all’ingresso dello Sferisterio
«Sferisterio, ma quali cento mecenati Fu un progetto di speculazione edilizia»
Allora mi raccomando, nel necessario parcheggio di Rampa Zara che risponde alle esigenze di Macerata di 40 anni, scriveteci negli atti che è per generosità, mica per speculazione! Mamma mia che teste. Lamentiamoci pure dello Sferisterio, vediamo cosa lasceranno questi "scienziati"
Ma smettetela a macerata ci sono cose più importanti a cui pansare pensa che futuro possiamo avere per la cittadinanza
Tutto ciò ha un nome. "Lo càllo". L'assessore non ha mai visto Studio Aperto, evidentemente!
Amore o no, il monumento c'è ed è a ornamento della città e a diletto pubblico ... de giorno metteteve all'ombra e cercate de gli a durmì prima la sera !
Ma l'assessore non ha proprio nient'altro a cui pensare?
Federico, me verrebbe da dillo in dialetto stretto quello che hai scritto tu, ma me sa che non se póle..
I grandi problemi che affronta la gestione di destra. Son sicuro che i maceratesi non ci dormissero la notte.
Ma è la scritta il problema più grosso della città? Seriamente?
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chissà Jommi da cosa sta cercando di far distogliere lo sguardo…ah saperlo…
Per non doverci rimettere le mani, se la verità deve essere, al posto della parola “generosità” mettiamo “speculazione”… o è troppo vera?
Ritengo che a Macerata, come a Roma, e da un bel pezzo, l’oggetto della discussione sia “sovrastrutturale”. Intendo dire che troppo spesso ( a Macerata come a Roma) si assiste ad uno “spostamento” di problemi seri ad altri di natura “culturologica”. In ogni direzione, ovviamente. Questo “serve” al Sistema ( con la “S” maiuscola) ad obliare. Manzoni docet: ” sedare e sopire, sopire e sedare, reverendissimo padre provinciale”.
Che fosse stata una opera pubblica o pseudo privata dettata dalla speculazione che in qualche modo c’è stata in passato dietro questo tipo di iniziative non vi è alcun dubbio ; era una costante in cui la divisione tra pubblico e privato aveva altre e ben distinte connotazioni : Speculazioni si ma in qualche misera misura tanto che poi non ebbero mai un gran successo perché ancora non vi erano quelle capacità e quelle cointeressenze imprenditoriali ( e ausili pubblici ) per trasformare iniziative del genere in risorse economiche così come le si potrebbero concepire al giorno d’oggi o nei decenni passati ; ma va ricordato che , qualora fossimo capaci di calarci nello spirito del tempo ,comprenderemmo che era anche forte nella società di allora uno spirito idealistico e forse più rispettoso degli interessi della collettività rispetto alle iniziative di carattere sportivo ed imprenditoriali dei dei tempi successivi .I moltissimi teatri ed anche i teatri all’aperto sono stati voluti e quindi costruiti o rimaneggiati sul finire del ‘700 ed inizi ‘800 in moltissime città e paesi sotto l’influenza di un comune sentire che traeva origine dal pensiero illuministico e dal pensiero e dall’azione massonica allora assai corposa e forte anche se quasi in clandestinità perché miravano ( sottilmente rispetto alle censure di allora .. anche verso gli spettacoli pubblici ed altro …etc… ) alla formazione e alla crescita culturale del popolo visto non più come strumento di potere ma come finalità amministrativa ( Cfr KANT HEGEL ) e come nazione in formazione in segno appunto di una presa di coscienza in itinere di una volontà di appartenenza ad una comunità e non ad una espressione geografica ..tanto per capirci .. . La logica culturale che era alla base era quella di servire il popolo perché da lì dovevano nascere le spinte per una società che si fosse liberata dalle persecuzioni , dalle umiliazioni e dalle stesse false ed arcaiche o medioevali credenze ( Ricordiamoci che tutto il ‘600 è stato contrassegnato da colossali guerre di religione che avevano devastato l’Europa ) Se non si comprende la grande Storia o il Grande Spirito di quel tempo ( direbbe il filosofo Harder ) non si capisce nulla dell’eredità , una grande eredità, che gli uomini e soprattutto i giovani di quei lontanissimi anni ci hanno lasciato con il prezzo di moltissime vite e sacrifici umani … etc.. Le medaglie vanno viste da ambo i lati .
Certo che doveva essere semplice e funzionale serviva per la palla al bracciale non per la lirica se va a Treia,dove c’è ancora una rievocazione del gioco,troverà un muro identico e il campo da gioco adibito abitualmente a parcheggio per auto e le gradinate che vengono montate al momento del bisogno.Si può governare una città con tutto questo rancore e dare all’esterno un’immagine positiva?Non credo,ma vsto che avete assunto una portavoce usatela prima di rilasciare dichiarazioni pubbliche!PS ma l’Archistar che opere lascerà alla collettività?