Il processo di trasformazione della droga
di Alberto Bignami
«Aprivamo i trolley durante i controlli, ma all’interno non vi era nulla. La convinzione che però ci fosse della droga l’avevamo e ci era confermata dai nostri cani. Alla fine abbiamo scoperto il metodo utilizzato da questi “chimici”: la scioglievano facendola diventare una sorta di rinforzo delle pareti della valigia rendendola non visibile».
Così, il comandante del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, Pierfrancesco Bertini, spiega l’ operazione denominata “Last Chance” e portata a termine dalle Fiamme gialle, coordinate dalla procura dorica – Direzione distrettuale antimafia, dopo una vasta e lunga indagine internazionale che visto l’arresto di 29 responsabili di cui 4, considerati i capi dell’organizzazione, e un quinto latitante, che nella giornata di oggi sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip.
Nel corso delle attività d’indagine sono state denunciate complessivamente, per i reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, 36 persone tutte di origine pakistana e afghana. Di queste, 25 sono state arrestate in flagranza di reato e 5 sono destinatari di ordinanza di custodia cautelare.
Sequestrate infine, in 6 diverse regioni italiane (Marche, Umbria, Lazio, Sardegna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia), 44 chilogrammi di eroina e 300 grammi di cocaina, per un valore complessivo sul mercato di oltre 3 milioni di euro. L’indagine è durata oltre 2 anni e «ha riguardato una compagine criminale molto strutturata e ramificata sul territorio nazionale, composta prevalentemente da cittadini di origine pakistana e afghana, dedita al traffico di droga, in particolare eroina».
Nella nostra regione, la droga «era destinata alle piazze del Maceratese e dell’Anconetano – prosegue -. Arresti sono stati effettuati ad Ancona e Jesi, Civitanova e Porto Recanati.»
L’Hotel House
Proprio a Porto Recanati «all’Hotel House – aggiunge -, vi era un centro di stoccaggio e di smistamento della droga sul territorio, diventato un vero e proprio punto di riferimento.» Le minuziose indagini, condotte dalle Fiamme Gialle doriche anche attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche hanno consentito di ricostruire e risalire all’intera organizzazione, nonché d’individuare le persone «di più elevato spessore criminale, che ricoprivano incarichi apicali nella gestione del traffico transnazionale di sostanze stupefacenti.» Gli ingenti quantitativi di droga venivano introdotti dall’estero utilizzando «vari tipi di occultamento come l’utilizzo di “ovulatori”; l’inserimento di doppifondi all’interno dei bagagli o l’utilizzo di speciali fasce addominali che il corriere indossava.»
La droga, in pratica, viaggiava utilizzando «un innovativo modus operandi, consistente nel nasconderla prima disciolta – spiega – e poi solidificata nel materiale di gomma piuma utilizzato quale imbottitura dei trolley usati dai corrieri per i loro viaggi dal Pakistan all’Italia oppure – aggiunge -, come accertato nel corso di un’operazione di sequestro eseguita a Trieste, nella struttura rigida stessa della valigia, mediante sofisticati procedimenti tecnologici».
La gommapiuma, una volta arrivata in Italia, «veniva lavorata, all’interno di appositi laboratori, da alcuni sodali per essere trasformata in eroina – specifica – attraverso un particolare processo di trasformazione, che consisteva nel triturare, con specifiche apparecchiature, il poliuretano espanso elastico, setacciare il composto ricavato con l’ausilio di filtri e infine far bollire lentamente il prodotto ottenuto, al fine di ottenere la cristallizzazione della sostanza stupefacente che poi, nuovamente frullata, veniva, da ultimo, mescolata con le sostanze da taglio e, in particolare la “mannite”. Ciò avveniva, nella nostra regione, all’Hotel House». Delle persone arrestate «nessuna aveva una occupazione specifica. Come siamo soliti fare – aggiunge – stiamo inoltre approfondendo i controlli per comprendere se qualcuno avesse o meno richiesto il reddito di cittadinanza o ne usufruisse».
Indagini dunque che vengono approfondite sotto tutti gli aspetti.
L’organizzazione criminale poteva contare su numerosi collaboratori per le varie importazioni dello stupefacente e decideva, di volta in volta, di utilizzare tratte sempre diverse, impiegando come vettore preferito i viaggi aerei e utilizzando alcuni scali aeroportuali nazionali, tra i quali quelli di Milano, Roma, Bergamo e Trieste.
In altri casi, invece, le partite di droga, prima di giungere in Italia, venivano stoccate temporaneamente in paesi di transito, quali la Spagna, l’Olanda e l’Austria dove l’organizzazione criminale poteva contare su alcuni fidati complici operativi nella zona.
Alcuni viaggi, avvenivano anche in treno e per questo sono state controllate anche le stazioni ferroviarie.
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Hotel house: una struttura da decenni degradata dal punto di vista strutturale e sociale!!! Che ne dite di abbatterlo? Tutti lo sanno che è un covo di spacciatori che, lì, si coprono alla grande l’un l’altro.A chi merita di rimanere (perché non delinque) si troverà un’altra sistemazione. Per tutti gli altri un bell’immediato rimpatrio!Ne abbiamo già tanti di italiani delinquenti, che accoglierne altri da altri paesi, proprio non è necessario!!
Complimenti al GICO della GUARDIA DI FINANZA per la brillante operazione ed i rilevanti numeri, ma fino a quando ci sarà la sinistra, pro-immigrazione, al Governo nazionale i problemi, di attività criminali (spaccio di droga, stupri, furti e rapine) conseguenti alla facilità di accesso al territorio nazionale come nel caso descritto di PAKISTANI che non dimostrano di avere alcuna attività regolare ma anche per le centinaia di immigrati/clandestini che quotidianamente sbarcano sulle nostre coste meridionali, non faranno che permanere e sono i dati a dimostrarlo: ben il 32,7% dei carcerati sono immigrati e senza tenere conto dei clandestini.
Leggo che, di recente, le spese per i centri immigrati sono addirittura aumentate: un centro da 50 posti che costava 389.637 euro l’anno adesso ne costa ben 524.505 (+ 35%), un centro da 600 posti che costava 3,8 milioni di euro l’anno adesso ne costa 5,54 milioni (+ 44%), cifre importanti che l’ITALIA, con tutti i problemi esistenti, non può permettersi perchè non può diventare la terra promessa di potenziali centinaia di migliaia di africani o asiatici.
Tanto per restare nell’argomento IMMIGRAZIONE/COOP e contributi milionari percepiti pagati dai contribuenti, ho letto sul RdC in cronaca di Macerata l’11/6 un’intervista all’ex vicepresidente del G.U.S. (gruppo umana solidarietà) FRANCA ANGELI dal titolo: “DAVAMO LAVORO A 470 PERSONE, ORA DEL GUS NON E’ RIMASTO NULLA”. Confesso che a leggere tale intervista strappalacrime mi è venuta l’orticaria per:
la presunzione di aver dato lavoro a 470 persone assistenti a prevalenti immigrati;
contributi percepiti annui ben 30 MILIONI generosamente offerti da chi fa un vero lavoro pagando le relative imposte;
conosco missionari laici, anche medici ed infermieri, che vanno a fare volontariato gratis direttamente in AFRICA senza contributi pubblici e senza tante pubblicità come nel caso della ANGELI/GUS che, francamente date tutte le polemiche dell’epoca, sarebbe stato meglio farsi dimenticare…
Ricordo anche un dato emblematico: gli ITALIANI in difficoltà che si rivolgono alla CARITAS sono quintuplicati negli ultimi tempi, COME POSSIAMO MANTENERE GLI AFRICANI E I 470 POSTI FASULLI CHE AVEVA IL GUS…???
Oggi ancora sul RdC un’altra replica dell’attuale direttore del GUS GIUSEPPE SURIANO sullo stesso tenore della FRANCA ANGELI articolo dal titolo. “SCARICATI DOPO PAMELA E TRAINI, IL COMUNE CI HA VOLTATO LE SPALLE”…
Il problema immigrati deve essere risolto da organizzazioni internazionali e non dall’ITALIA con le COOP ma aiutando direttamente nei loro Paesi.
Per ultimo, dato che dovrebbe essere un problema dell’EUROPA spesso inattiva, l’ITALIA inascoltata dovrebbe attuare un blocco navale con la sua MARINA MILITARE e riportare indietro sulla costa africana coloro che tentano di sbarcare salvandoli anche da pericolosi naufragi, ed obbligando le famose navi/taxi ONG, battenti bandiera di altri stati, a portare nei loro paesi gli immigrati che hanno raccolto.
@ Marina Frapiccini:
non credo che abbattendo l’H.H. si risolva il problema, anzi, adesso è più facile il controllo da parte delle forze dell’ordine proprio perchè unico immobile, la soluzione è verificare a tappeto tutti gli occupanti ed espellere tutti gli irregolari e clandestini, ma il problema è politico, come già detto, e le FORZE DELL’ORDINE hanno le mani legate e frustrante il loro impegno perche’ spesso vanificato da normative inadeguate ed ultrapermissive che permettono agli irregolari di fare opposizione e rimanere in ITALIA per anni….