di Monia Orazi
Una ciclostazione a Ripe San Ginesio che sarà inaugurata a metà giugno, con officina, punto di informazione turistica ed in progetto camere disponibili tra qualche mese, al via l’appalto per i lavori del primo stralcio della pista ciclabile che collegherà l’Abbadia di Fiastra sino al confine tra Sarnano ed Amandola: sono queste le novità illustrate questo pomeriggio nel corso degli “Stati generali: percorsi, cammini e ciclovie dell’Unione montana dei Monti Azzurri”, all’Abbadia di Fiastra tra i sindaci ed i tecnici dei quindici comuni dell’ente montano, alla presenza dell’architetto Sandro Polci consulente tecnico e progettista della Quadriciclo, del presidente dell’Unione montana Giampiero Feliciotti e di Alberto Mazzini, del servizio attività produttive e turismo della Regione.
Da sinistra Giampiero Feliciotti e Sandro Polci
Dalla Quadrilatero, asse viario a scorrimento veloce che unisce le Marche all’Umbria, alla Quadriciclo, la pista ciclabile ad anello tra Civitanova, Porto San Giorgio, Fermo, risalendo sino ad Amandola, per concludere il giro all’Abbadia di Fiastra, il passo non è stato breve, ma adesso ci siamo. Tra quest’anno ed il prossimo, in due stralci da 500mila euro ciascuno, andrà in appalto il tratto Abbadia di Fiastra-contrada Maestà.
Era il marzo del 2016, quando è stato presentato all’Abbadia di Fiastra, il progetto “Quadriciclo”, sotto l’egida dell’Unione montana dei Monti Azzurri di Giampiero Feliciotti con il supporto dell’architetto Sandro Polci. Un percorso ad anello di 250 km, con il partenariato tra Unione Montana ed altri venti comuni, per collegare ad anello Civitanova, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, risalendo verso Fermo e Sarnano, per poi raggiungere l’Umbria, l’entroterra montano, Macerata e di nuovo la costa a Civitanova, finanziata con un bando europeo scaduto nel 2016, per un importo di circa 5 milioni e mezzo di euro.
«Si va a completare il progetto Quadriciclo, anche guardando all’Umbria – dice Sandro Polci -. Abbiamo con questa parola Quadriciclo voluto mettere in parallelo alla Quadrilatero, una forma di turismo lento, che avrebbe frenato le ultime forme di turismo anche se di attraversamento soltanto nei territori che a noi stanno a cuore, quelle aree interne che hanno una casa vuota ogni due occupate, tre anziani per ogni bambino. Le modalità sono quelle che condividiamo tutti quanti. Parlare di cammini, ciclabili, percorsi che tengono insieme queste modalità, compresa quella equestre, è diventata una cosa importante. Molto è stato fatto, ora dobbiamo procedere uniti verso gli stessi obiettivi, per chiudere gli anelli del percorso e per arrivare ad avere quella leggerezza, data dalla nostra identità, da cui tutti restano colpiti. Molti vengono dal Nord, dal Nord Est, soprattutto dalla Germania, se manteniamo questa identità e facciamo in modo di rendere omogeneo lo spazio fruibile tramite questi percorsi, allestiti come pedonali e non come se ci dovesse transitare un’auto, è un elemento fondamentale, che conta moltissimo».
Da sinistra Alberto Mazzini e Giampiero Feliciotti
Alberto Mazzini, della Regione: «E’ intenzione della Regione puntare su un sistema di outdoor urbano, in sinergia tra diverse realtà, in modo da creare un unicum, che sia il cappello per i progetti che si stanno programmando. Vanno uniformati gli intenti, come da delibera regionale, la cartellonistica, occorre fare in modo che tutti vadano in un’unica direzione. Abbiamo dieci volte più fondi disponibili, rispetto all’ordinarietà delle precedenti campagne di finanziamento. Tutti si sono prodigati a lavorare sull’outodoor, sono ottimista il turismo è una leva fondamentale per l’economia delle aree interne. Il lavoro su questo settore renderà la nostra, una regione di tendenza. Dobbiamo recuperare quel 29 per cento di divario con le presenze straniere, avremo il pienone secondo me. Le persone scelgono la bici per vivere il turismo esperienziale, non bastano le infrastrutture, ma vanno creati eventi, implementate aziende agricole». Feliciotti ha richiamato sindaci e tecnici all’unità di intenti: «Vogliamo creare una piattaforma integrata per il turismo all’aria aperta che offra servizi al turista, oltre alla ciclostazione il cui titolare andrà a riprendere o ad accompagnare i turisti e le loro bici lungo il percorso, offriamo servizi culturali, prodotti tipici, c’è chi magari vuole vedere Lorenzo D’Alessandro, chi mangiare un piatto di tagliatelle al tartufo o allo zafferano, chi vuole fare un’escursione ad alta quota. Useremo cartellonistica uniforme ed intelligente, materiale che non crea impatto sull’ambiente, utilizzando dove possibile strade bianche già esistenti, senza fare espropri, a meno che non ci siano situazioni in cui non si trovano gli eredi. Abbiamo già avuto due incontri con l’Umbria, il progetto è di arrivare sino a Spoleto. Per il tratto tra Amandola e Porto San Giorgio, l’Unione montana si è assunto l’onere di essere capofila del progetto, stiamo acquisendo le adesioni dei vari Comuni».
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Strano che ora non ci sia alcun commento negativo. In 5 anni si sono tutti convertiti alla bici? E tutte le considerazioni contrarie sono all’improvviso svanite? A me fa piacere questo aspetto, perché avevo già allora intravisto un modo per stimolare il turismo nell’entroterra bellissimo, ma ora non c’è più Ceregioli a proporlo……
… dai su siamo seri! in 5 anni un box con una pompa e una presa di ricarica per ebike e ci fanno pure la conferenza stampa 🙂 tutte presentazioni, belle foto con rendering, promesse, stime su date per appalti… arrivederci alla prossima conferenza stampa per festeggiare l’appalto per il primo km 🙂