Sauro Grimaldi, presidente di Confindustria Macerata
La scadenza delle moratorie sui prestiti e i fidi sospesi è il 30 giugno e il rischio è che le imprese non siano pronte. A lanciare l’allarme è Confindustria Macerata, che nel ricordare «la crisi di proporzione epocale» che ha colpito il sistema economico in questi mesi, ricorda che «nello scorso anno i prestiti bancari con garanzie pubbliche hanno attenuato la crisi di liquidità subita dalle imprese per il crollo dei fatturati. Il 30 giugno però scadranno le moratorie sui prestiti ed i fidi sospesi per 130 miliardi (nelle Marche 5 miliardi); le imprese dovranno rimborsare i prestiti “emergenziali” assistiti dalle garanzie pubbliche ottenuti dopo l’inizio pandemia. D’altra parte, nel rinnovare i fidi, gli addetti all’istruttoria delle banche si troveranno a valutare bilanci per lo più in perdita a causa dei cali di fatturato registrati nel 2020 e tutto ciò in un contesto economico che permane sfavorevole e che risente pesantemente dei blocchi produttivi, in sintesi la situazione non è cambiata rispetto al 2020 anzi si è aggravata perché risente di più di un anno di enormi difficoltà».
Qualche numero per fotografare la crisi: nelle Marche il settore calzaturiero ha registrato una forte contrazione dei livelli produttivi -50% nel secondo trimestre dell’anno (il settore della Moda si è attestato attorno al 25%), in media cioè ha subito nel 2020 una variazione negativa del 21,9%, inoltre l’andamento dell’attività commerciale delle imprese regionali rispetto al 2019 vede una flessione delle vendite del 25,5% sul mercato interno e del 25,8% sull’estero. Anche i livelli occupazionali di entrambi i comparti sono in calo (tra -1,5%) ed è invece in forte aumento nel 2020 il ricorso alla Cig: da 2,7 milioni a 12,7 milioni.
E adesso «la scadenza delle moratorie rischia di fare precipitare una condizione già fortemente a rischio sia per le imprese che per le famiglie – prosegue Confindustria Macerata -. In questo contesto allarmante gravano poi le regole emanate dall’Eba (Autorità Bancaria Europea) che impongono la classificazione automatica dell’impresa in “default” in presenza di una rata insoluta o di uno sconfino protratto per oltre 90 giorni consecutivi e che rappresenti più dell’1% dell’ esposizione verso la banca, anche se di poche centinaia di euro. Si stima che circa il 20% dei crediti sospesi è a rischio di classificazione a sofferenza».
Un cantiere della ricostruzione
Confindustria Macerata esprime «una forte preoccupazione per gli effetti che potrebbero determinarsi con la fine delle misure di sostegno al credito, un provvedimento che a nostro avviso non è gestito né adeguatamente supportato da interventi istituzionali. La preoccupazione di Confindustria Macerata aumenta con la consapevolezza che se ogni liquidità sarà “assorbita” nella restituzione dei prestiti non ci sarà spazio per gli investimenti nel 2021. Problemi di liquidità si avvertono anche nel settore dell’Edilizia determinati dal fatto che nella ricostruzione cosiddetta “Leggera post sisma” le imprese edili hanno finanziato la riedificazione, ciò a causa di un sistema di stato di avanzamento dei lavori penalizzante che ha determinato importanti ritardi nell’esecuzione degli stessi e appesantimenti finanziari per le imprese stesse. Sono più di 4 anni che chiediamo ai Commissari che si sono avvicendati di porre rimedio a questo sistema di pagamento».
Le proposte dell’associazione di categoria sono le seguenti: «La proroga delle misure in scadenza a giugno e l’estensione della durata dei prestiti garantiti dallo stato superiori a 30 mila euro; la concessione da parte dell’Eba di maggiore elasticità alle banche nel trattamento dei crediti oggetto di moratoria; la valutazione da parte delle banche dei dati di bilancio pre-covid, anche alla luce delle proiezioni di settore e ponderando gli aspetti qualitativi delle imprese e dei loro progetti; il mantenimento dei fidi, acquisendo garanzie statali e con controgaranzia confidi, la previsione di periodi di pre-ammortamento nell’erogazione di nuova liquidità e l’allungamento delle scadenze. Confindustria Macerata chiede l’attenzione della politica regionale e nazionale. Occorre da subito creare i presupposti per non trovarsi impreparati o fuori dai “giochi” nel momento in cui il mercato interno ed estero ripartirà, se ciò dovesse accadere è a rischio un sistema economico, sociale e valoriale che ha caratterizzato per molti anni la nostra comunità determinando il benessere del territorio».
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