Gian Mario Mercorelli e Martina Cicconetti (M5s)
di Francesca Marsili
«I quasi 21 milioni di euro erogati per realizzare queste case erano subordinati ai tempi di realizzazione che dovevano avere carattere di urgenza, e Tolentino affermava che sarebbe stato in competizione con i tempi delle sae, ovvero agosto 2019. Ci siamo mossi tramite il sottosegretario Villarosa per capire se il Ministero dell’economia e delle Finanze è informato su quello che è lo stato delle cose a Tolentino». Sono le parole della consigliera d’opposizione pentastellata Martina Cicconetti. Quella che – secondo il Movimento Cinque stelle di Tolentino – sulla carta poteva essere un’operazione apprezzabile, ovvero appartamenti al posto delle sae qualora il cronoprogramma fosse stato rispettato e se gli edifici identificati non fossero dislocati così lontano dal tessuto cittadino, rischia di diventare soltanto «espressione di vanagloria» afferma Gian Mario Mercorelli. I due consiglieri a quattro anni e mezzo dal sisma, valutano come l’imponente operazione decisa dal sindaco Giuseppe Pezzanesi che ha previsto appartamenti in muratura e non sae per coloro che hanno hanno visto lesionata la loro abitazione a causa del sisma, sebbene a loro avviso condivisibile, manchi del requisito fondamentale: l’urgenza. La conseguenza legata ai ritardi nella consegna delle chiavi, era un problema che il Movimento cittadino aveva già ipotizzato. «Per quando gli appartamenti per i terremotati saranno pronti, si rischia che molti vi rinunceranno», sosteneva lo scorso novembre la consigliera Martina Cicconetti. Oggi quel timore sembra essersi concretizzato e i due consiglieri d’opposizione tornano sull’argomento. «A seguito di un nostro accesso agli atti è emerso che i dipendenti comunali che stanno contattando le famiglie per assegnare gli appartamenti di località Parterno – dice Cicconetti – sono arrivati sino alla fine della graduatoria perché nessuno vuole andarci. E’ chiaro – aggiunge- che a quattro anni e mezzo dal sisma, l’urgenza è stata affrontata dal singolo che ha cercato di ritrovare un equilibrio e di affrontare un nuovo trasloco o l’ennesimo, non se la sente soprattutto se stabilirsi cosi lontano dai servizi».
Sino a metà dicembre il Comune aveva garantito il contributo di autonoma sistemazione sia per i rinunciatari dell’appartamento proposto dal comune sia a coloro che avevano scelto di uscire dalla graduatoria. Ma dopo l’insediamento del nuovo segretario comunale Benedetto Perroni, sentito il parere del Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli che ha ribadito non esserci motivi per continuare ad erogare il cas ai rinunciatari dell’appartamento senza motivazioni oggettive e ai fuoriusciti dalla graduatoria, con un ordinanza del 16 dicembre 2020 il Comune si è adeguato. «Da qui a nostro avviso si genera un corto circuito – sottolinea la consigliera – l’ordinanza è retroattiva? Vale anche per coloro che hanno rinunciato precedentemente all’ordinanza?». Una questione quella delle rinunce all’alloggio in sostituzione alle sae da parte di chi ha perso la casa a seguito del sisma del 2016 che non riguarda solo gli appartamenti di località Paterno ma anche quelli di “Borgo Rancia”. «Già nel 2018 dai verbali che abbiamo letto – aggiunge la consigliera – anche qui sono moltissimi i destinatari che hanno scelto di non accettare perché ancora un cantiere ». Cicconetti e Mercorelli concludono invitando il Comune a fare una valutazione: «Sarebbe interessante se il Comune calcolasse i costi che sono stati e saranno sostenuti per il cas, i contanier e tutti gli altri oneri sino alla consegna degli appartamenti che il sindaco ha detto essere alla fine del 2021. Siamo sicuri che la somma diviso il numero degli appartamenti sia allineata al costo al metro quadro secondo i parametri Erap come dichiarato dal primo cittadino? E questo solo per valutare l’aspetto economico, poi chiaramente c’è quello sociale».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati