Il Cda di Macerata Cultura si trasforma
e diventa Organismo tecnico scientifico

LA GIUNTA vuole che sia di supporto alla sua attività e a quella dell’assessore alla Cultura, con funzioni propositive, di consulenza e ricerca per l’attuazione delle politiche culturali dell’Amministrazione comunale e per lo sviluppo di specifici progetti

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Paola Ballesi

 

Come previsto i componenti del Cda di Macerata Cultura sono entrati in blocco a far parte dell’Organismo tecnico scientifico in cui l’istituzione si è trasformata dopo la cancellazione da parte dell’amministrazione guidata da Sandro Parcaroli.

«Dopo aver preso atto della delibera del Consiglio comunale con cui è stata sciolta l’Istituzione Macerata Cultura Biblioteca e Musei- si legge in una nota dell’amministrazione –  a partire dal 31 dicembre prossimo, la Giunta ha costituito ai sensi dell’art. 29 dello Statuto, un organismo di natura tecnico-scientifica, di supporto alla sua attività e a quella dell’assessore alla Cultura, con funzioni propositive, di consulenza e ricerca per l’attuazione delle politiche culturali dell’Amministrazione comunale e per lo sviluppo di specifici progetti, composto da personalità di spiccate competenze culturali, artistiche nonché organizzative, operanti con i mezzi e le risorse resi disponibili dal Servizio Welfare e Cultura dell’Ente».

Per il nuovo Organismo Tecnico Scientifico denominato “Macerata Cultura Biblioteca e Musei” la Giunta, al fine di preservare il supporto e dare continuità alle attività già intraprese dagli esperti in precedenza incaricati, ha confermato quali suoi membri Paola Ballesi nella veste di presidente, Maria Stefania Gelsomini, Francesca Coltrinari, Sofia Cingolani, Mauro Mazziero, per i quali era stato già stato acclarato il possesso di specifica e documentata competenza culturale, artistica ed organizzativa.

«Con questa delibera  – prosegue la nota – la Giunta manifesta la volontà di perseguire obbiettivi di politica culturale mirati al consolidamento della rete museale, alla tutela e valorizzazione del patrimonio della città confidando in una qualità progettuale e di ricerca che guardando al futuro possa essere punto di riferimento per il territorio, attrattiva sia per i privati, per associazioni ed enti, che per le industrie culturali anche nella prospettiva di accesso ai finanziamenti europei».

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