La seduta del Consiglio comunale oggi si è svolta su Zoom
di Federica Nardi
La Giunta di Macerata oggi ha portato in Consiglio comunale lo scioglimento dell’Istituzione Macerata Cultura. Al suo posto ci sarà un organismo tecnico scientifico, di supporto alla stessa Giunta, i cui componenti saranno definiti prossimamente. Un colpo di scena vero e proprio dato che il cda dell’istituzione (cancellata oggi con 22 voti favorevoli, 6 contrari e 4 astenuti) è stato rinnovato poco più di un mese fa. Tutto lascia pensare che i componenti del cda ora sciolto potrebbero confluire in questo nuovo organismo, dato che comunque erano stati scelti dall’attuale amministrazione. Una nota sul voto: nonostante l’indicazione di voto contrario del capogruppo Pd Narciso Ricotta, i dem si sono divisi sul tema. Ad astenersi infatti Maurizio Del Gobbo, Alessandro Marcolini e Andrea Perticarari. Il quarto astenuto è David Miliozzi (Macerata insieme).
Katiuscia Cassetta, assessore alla cultura
«L’istituzione è vissuta di stenti e mal tollerata fino a ora – ha spiegato Katiuscia Cassetta, assessora alla Cultura -. Alcuni sono di gran lunga più responsabili di altri, come sottolineato dai pressanti rilievi dei revisori dei conti in passato. Per molti anni i richiami sono stati trascurati e la pesante eredità è stata trasmessa alla nuova amministrazione. Abbiamo ereditato un organismo importante ma umiliato per non essergli mai stata accordata la possibilità concreta di funzionare. L’istituzione ha visto la maggior parte dei componenti dimissionari. Ci sono state convenzioni di partenariato che hanno visto l’istituzione completamente estromessa, ad esempio quella con la fondazione Carima. Alla sofferenza dell’istituzione Macerata Cultura ha corrisposto la deludente risposta della cooperativa Sistema museo con Macerata cultur project, con scarsi e insoddisfacenti risultati a oggi raggiunti». Cassetta spiega inoltre il perché del rinnovo del cda dell’istituzione a novembre: «Il sindaco, per permettere di iniziare a lavorare fin da subito per progetti culturali importanti per la città, non essendo chiara la soluzione più adeguata per far fronte ai rilievi dei revisori dei conti, ha dato continuità all’istituzione in via d’urgenza».
Stefania Monteverde
Stefania Monteverde (Macerata bene comune) ha chiesto di non eliminare l’istituzione ma di potenziarla. «Il patrimonio culturale immenso non è piovuto dal cielo ma è stato costruito – ha detto la consigliera -. Offensivo sentire certe cose. Totale mancanza di rispetto liquidare quanto fatto come il nulla assoluto. Basta chiedere a Caldarelli (allora assessore al Bilancio, oggi ugualmente in Giunta con delega ai Servizi amministrativi, ndr) quanto detto dai revisori dei conti, ragioni più volte definite immotivate».
Alberto Cicarè
Contrario anche Alberto Cicarè (Strada comune-Potere al popolo): «C’è la volontà di abolirla senza nessuna valutazione del potenziale. Per poi sostituirla con cosa? Si riduce il tutto a un soggetto temporaneo dipendente dalla Giunta. Si toglie autonomia, che per la cultura è tutto»
David Miliozzi
Per David Miliozzi invece questa è l’occasione per «aprire una discussione sul futuro culturale della città. Una su tutti la mancanza di un rapporto tra il pubblico e il privato. Bisogna fare un lavoro molto profondo sul tema ed era uno degli obiettivi dell’istituzione. Sarà fondamentale aprire un discorso anche di coinvolgimento delle periferie, perché la cultura non riguarda una èlite ma tutti noi e tutti i luoghi della nostra città. Mettendo sempre al centro le competenze, merito che l’istituzione aveva».
Pierfrancesco Castiglioni
Pierfrancesco Castiglioni (capogruppo FdI) chiarisce alcuni aspetti della decisione: «Negli ultimi anni era una scatola vuota. Questa è una scelta politica. Un modo diverso di vedere le cose. Non direi di destra o di sinistra ma diverso. Soprattutto dopo i disastri sotto l’aspetto organizzativo, non abbiamo bisogno di sovrastrutture. Ci sono stati richiami fortissimi da parte dei revisori che dovrebbero far pensare tutti. A livello finanziario devo dire che è giustissimo troncare una esperienza tant’è vero l’emendamento taglia anche il cenno alla continuità. Ci sarà ma sotto un’altra forma. Non rinunceremo all’apporto di valenti esperti del settore ma non daremo loro la possibilità decisionale. Loro potranno, da esperti, dare consigli che l’amministrazione seguirà. Ma non si può pensare di assegnare ancora una volta le competenze spettanti alla politica a qualcuno, che deve avere un indirizzo politico». Concetti già espressi da Castiglioni anche durante un altro Consiglio comunale, sempre in relazione a Macerata cultura (leggi l’articolo).
Roberto Cherubini
Roberto Cherubini (capogruppo Movimento 5 stelle) è d’accordo con la scelta: «Per mesi sono mancati due consiglieri dimessi, parlateci e fatevi dire perché. L’istituzione era ferma da mesi. La risposta dell’ex sindaco Carancini alla mia mozione fu “non sappiamo cosa fare, forse liquidiamo Macerata cultura o forse no”. Un mese e mezzo dopo elessero i consiglieri che mancavano. Hanno eletto una nuova presidente che si è dimessa. Chiedetele perché. Semplicemente perché è un’istituzione assolutamente immobile. Dal 2015 non ha fatto nulla se non prendere le bacchettate dei revisori dei conti. Sembrava una foglia di fico, qualcosa che coprisse o avallasse le decisioni dell’amministrazione. Le dimissioni dell’ultima presidente dicono tutto»
Narciso Ricotta
Narciso Ricotta (capogruppo Pd) sostiene sia «ridicolo abrogare un cda nominato un mese fa. È inconsapevolezza politica, non sapere quel che si fa. La politica incapace cede tutto ai tecnici. Abbiamo anche un tecnico per fare l’albero di Natale, mai visto nella storia. Per fortuna Iommi (assessore all’Urbanistica, ndr) ci ha risparmiato quello per fare i presepi».
Claudio Carbonari
Claudio Carbonari ha ribadito il concetto espresso dalla decisione dell’amministrazione: «La macchina non funzionava. Dare continuità poteva ingabbiare le prospettive future, anche relative ai fondi europei».
Maurizio Del Gobbo ha spiegato così la sua astensione: «E’ un voto di attesa – ha detto il vicepresidente del Consiglio -. Mi aspetto un lavoro costruttivo rispetto al nuovo organismo che andrà a nascere».
Il presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani
Il Consiglio comunale prosegue domani e mercoledì, ultima giornata prima della pausa natalizia che vedrà al centro del dibattito il Documento unico di programmazione. Doveva essere discusso oggi ma Narciso Ricotta e altri consiglieri di minoranza hanno ottenuto il rinvio dato che il parere dei revisori dei conti è arrivato ai consiglieri solo stamattina. Una circostanza contraria al regolamento, che prevederebbe almeno 20 giorni di anticipo per visionare i documenti.
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Già che si parla di cultura...Jimmi Fontana, musicista nel mondo, che non dimenticò mai la sua Macerata. Da ragazzo viveva in via Carradori, nel popoloso quartiere di S.Croce. Un uomo, un artista che ha sempre amato la sua Macerata e che dai maceratesi è stato profondamente amato. Un uomo positivo come pochi, un uomo che mai spese una parola contro la sua città. Si pensa a musei,intitolazioni di strade e quant'altro per dei viventi e come si può non pensare a commemorare e ricordare ai posteri un uomo, un maceratese di tal livello? L'11 settembre ricorre l'anniversario della sua scomparsa. Subito dopo la stagione lirica dello Sferisterio. Quale periodo migliore per ricordarlo degnamente, magari con uno spettacolo a lui dedicato nella stupenda Arena che è appunto lo Sferisterio? Prima dell'11 settembre 2021 c'è tempo per pensarci e programmarlo!
niente cultura
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Ottima decisione! Cominciamo a tagliare costi, riorganizzare e soprattutto privatizzare. Il “pubblico” meno fa, meno spreca. I soldi degli “altri” sono finiti.
Non valeva niente l’assessorato alla Cultura.
Di ridicolo, signor capogruppo del PD, mi sembra ci sia solo un pover’uomo che non sa fare altro che dare degli incapaci a persone elette col 54% dagli elettori, continuando a blaterare quello che andava dicendo in campagna elettorale!! L’ho sentito proclamare, ad una manifestazione elettorale, che ci sarebbero voluti 2 anni mezzo ai nuovi eletti solo per capire come funziona la macchina amministrativa. Mi sembra che i maceratesi hanno risposto che sono disposti anche ad aspettare.. pur di mandare a casa lui e compagnia bella!!! Intanto lui impari a fare il capogruppo di minoranza visto che non riesce neanche farsi votare dai suoi consiglieri.. ( 3 si sono astenuti).
Lega Cultura:Sto binomio non s’ha da fare!
…e già, la “cultura lega” (secondo qualcuno e non solo…) solo con certi partiti politici, l’hanno inventata loro, essa è di loro esclusiva proprietà, tutto il resto è ignoranza secondo loro, e per fortuna, direi!! Cultura solo a sinistra ha già in se qualcosa di sinistro, non è più cultura ed ha dei limiti che pregiudicano qualsiasi attività culturale fatta da quei partiti, che poi, inevitabilmente, prende il loro colore politico ed è finalizzata solo a quello!! E la chiamano cultura, questa cultura senza se, si, e senza ma…ma per favore!! gv
Contrariamente al mio amico Cicarè, la cui critica, a differenza di altri, vedi Ricotta e Monteverde, la vedo però costruttiva, credo sia un’ottima decisione.
Non ho mai visto, in sette anni di vita maceratese, e molti di più per amore e teatro e studi e cultura, che cosa di eccezionale abbia realizzato questo carrozzone chiamato “Macerata Cultura”, e non parlo solo dell’istituzione ma dell’ideologia (mi riferisco, non al colore politico, ma all’idea di cultura, parziale e limitata, che per anni Macerata ha avuto) che si è celata, per anni dietro la tanto decantata cultura, che qui, nella nostra città, anziché inclusiva è stata spesso esclusiva, esclusiva di una certa cerchia e di una certa spocchia (loro che parlavano di aperture mentali) e fuori tutti gli altri a raccogliere le briciole cadute dalla ricca mensa, e penso al teatro amatoriale, alle tante associazioni, legate alle tradizioni, all’infanzia, alla poesia, ecc. ecc, che a fatica hanno contribuito alla crescita della città, e anziché un grazie, le passate amministrazioni le hanno persino sfrattate dalle sedi che avevano contribuito a migliorare (e qui Cicarè, e quelli di Ficana, e la CTR mi possono capire).
La verità è che in questi anni è stata spesso dimenticata la radice stessa della parola, e il suo antico significato, e cioè colere, coltivare, e difatti moltissimi termini della cultura vengono dalla coltura, perché primum vivere deinde philosophari, e senza agricoltura e i suoi solchi non esiste la poesia e i suoi versi.
Giustamente Castiglioni dice che gli esperti, gli amanti e competenti cioè della cultura tutta aggiungo io (ché senza amore e competenza è meglio lasciar perdere), vanno ascoltati, si spera attentamente, e poi è l’amministrazione che decide, che parteggia (e come Gramsci anch’io odio gli indifferenti), che si sporca le mani e ci mette la faccia, dà insomma l’indirizzo politico, che poi io, libero cittadino, posso in cuor mio approvare o criticare è un altro discorso.
Da amante amatoriale dell’arte, della poesia e del bello, posso solo augurarmi che il nuovo indirizzo non segua l’esempio precedente, e si crei una sua cultura, uguale e contraria, o un clan speculare al passato, anche se di segno opposto.