Sit in dei commercianti di Montecassiano contro la chiusura nei festivi e prefestivi dei negozi del parco commerciale
di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
Al parco commerciale di Montecassiano stamattina è tutto chiuso tranne il bar, gli alimentari e il supermercato. E le uniche persone in piedi davanti ai negozi sono titolari e dipendenti, in protesta contro un’interpretazione del decreto ministeriale secondo loro sbagliata. Nei festivi e prefestivi questi negozi, che hanno tutti accessi indipendenti quando non proprio strutture separate, sono stati equiparati nei fatti ai centri commerciali nell’ambito nelle norme anti Covid. Un controsenso ancora più evidente se si pensa a mega strutture di grandi catene di distribuzione che, pur avendo enormi afflussi di clientela nel weekend, se risultano in un unico edificio sono sfuggite ai decreti anti assembramento.
Paolo Pagnanelli
Paolo Pagnanelli Fusari è il titolare di un negozio di abbigliamento e si fa portavoce della protesta. Il messaggio è chiaro ed è scritto anche sui fogli che i commercianti tengono in mano per formare in fila la parola “Aperto”. «Siamo tutti nella stessa situazione, che è drammatica. Abbiamo molta paura che si crei un effetto domino. Perché ovviamente se noi non lavoriamo, i dipendenti rischiano di perdere il posto. E se le attività nel futuro verranno chiuse, perché il rischio effettivo c’è, ovviamente poi i locali resteranno sfitti. Rischioso e può accadere. Specialmente in questo secondo periodo di Covid. Il primo è stato durissimo ma in qualche modo l’abbiamo passato. Questo è drammatico davvero. Hanno equiparato centri e parchi commerciali. Ma come si può notare qui è come se fosse il centro storico di una qualsiasi città. Che cosa cambia tra questo viale e un corso cittadino? Ci sono ingressi e vetrine indipendenti, negozi distanziati. L’abbiamo fatto notare durante l’incontro con il prefetto. Abbiamo portato anche le piantine e le foto dei negozi per far capire. Ci hanno dato una sorta di ragione ma il culmine della riunione è stato negativo perché non ci hanno dato la possibilità di riaprire. Però è evidente che ci sono delle differenze tra una galleria chiusa con un’entrata unica e qui. Gli assembramenti non ci sarebbero stati comunque e questo era il punto primario. Poi invece il punto primario è diventata la chiusura dei negozi, senza interesse se fossimo riusciti o meno ad evitare gli assembramenti. Il punto era diventato insomma se eravamo un centro commerciale o no». Nel parco commerciale non è sfuggito alle restrizioni nemmeno Decathlon, pur avendo un edificio indipendente come del resto altri negozi di catene presenti nel viale.
«Cosa cambia da Decathlon all’Ikea (che invece ad Ancona nei weekend è aperta, ndr)? – chiede Pagnanelli -. A parte la dimensione di Decathlon che è molto più piccola. Quindi non riusciamo a capire il perché di questa negazione. Adesso abbiamo interessato la politica regionale. Abbiamo trovato molta attenzione perché hanno avuto molte lamentele da tutta la regione. Per cui pare che si possa fare qualcosa, mostrando che non c’è nessuna differenza tra centri aperti come questo e alcuni centri storici. Speriamo che almeno il prossimo weekend di poter rimanere aperti. A livello di incassi è una perdita enorme perché durante la settimana ci sono poche persone. C’è stato anche un malessere generale che ha portato a uscire poco di casa. Ecco perché nei fine settimana c’è molto più giro, le festività sono le più invitanti. Questo inoltre è il periodo economico in cui tutti avevano concentrato i pagamenti. La nostra penalizzazione dipende da dove siamo in pratica. Nemmeno abbiamo un nome che ci accomuna per definirci un parco commerciale».
Per quanto riguarda il diniego «la Prefettura non ci ha dato nessuna motivazione. Noi abbiamo pensato che il decreto ministeriale in qualche passaggio fosse interpretabile. E infatti qualcuno l’ha interpretato perché il prefetto di Fermo per esempio ha dato la possibilità al Castagno di aprire. Poi, noi ora siamo preoccupati per il Natale ma in realtà non sappiamo nemmeno quando finirà questa situazione. Nei fine settimana abbiamo sempre lavorato in maniera degna. Nei paesi che accedono a questa valle ci sono grosse fabbriche per cui i lavoratori il sabato e la domenica non lavorano e si fermano qui. Però certo, se ci fanno perdere i fine settimana è un problema».
Gianluca Fabiani
Tra i commercianti presenti anche Gianluca Fabiani di Small: «Stiamo chiusi perché non abbiamo l’alimentari e i nostri prodotti non rientrano nelle categorie indispensabili. Abbiamo due punti vendita chiusi su una decina. L’unica differenza è dove si trovano. Cioè uno in un centro commerciale e l’altro qui».
Anche per chi resta aperto i problemi non mancano. Barbara Baldo, titolare del bar Giaconi, pur essendo operativa spiega che «ora c’è pochissima clientela nei weekend. Per noi ovviamente è un danno, sono i giorni in cui si lavora di più soprattutto sotto le feste. Così c’è un calo evidente. Sto aperta ma manca una buona parte della clientela. C’è chi viene pensando che i negozi siano aperti e si chiedono perché invece sono chiusi. Le macchine girano, trovano tutto chiuso e se ne vanno».
Il bar resta aperto
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Sono passata mercoledì scorso al corridomania il parcheggio era pieno... Allora assembramenti nei giorni feriali Si... E festivi è pré No
Sono con voi.
Che situazioni... Gestione imbarazzante di tutto... Se non fosse per necessità e con il pensiero delle famiglie che ci sono dietro, passerebbe la voglia di entrare in qualsiasi negozio.
Però così facendo ieri sera al Valdichienti era il delirio tutti si concentrano la sera dopo il lavoro(per chi ce l'ha)... altro che assembramenti
Fatte senti ...Paolo
Infatti nel nuovo DPCM non si parla solo di "centri commerciali" ma di " centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili". Quindi sia il Corridomnia shopping park che il parco commerciale di Montecassiano ci rientrano. Si può discutere quanto volete sul fatto che sia giusto o meno, ma va comunque rispettato a meno che Acquaroli non emetta qualche circolare che lo contrasti (ma non so nemmeno se sia possibile)
Come il resto del MONDO
Il castagno è roba de sordi quindi pagate multe mettere avvocati gli cambia poco. Per il resto chiusi. Cosa significa il parco commerciale è aperto ...come i centri storici che si intasano le vie così il corridoio esterno di un parcocommerciale....il certo commerciale ha ingressi limitati ogni negozio i suoi solo perché chiuso allora crea assembramenti. No no no Stando sempre chiusi l'assembramento sta dove è aperto se tutto fosse aperto non ci si concentra e tutti in ogni caso lavoranocome giusto che sia.
Buon 2021 a tutti. Sono sicuro che certi commenti da perbenisti provengono dalle stesse persone che si mettevano a ballare sui balconi e scrivevano andrà tutto bene.
La domenica tutti chiusi!!!
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Già era un posto abbastanza desolato, figuriamoci ora. Mai visto neanche un accenno di passeggio (come potrebbe essere magari al Corridomnia)… la situazione è indubbiamente al limite dell’assurdo.
Centri commerciali o meno il problema sono i cittadini che non hanno ancora chiaro il concetto di pandemia, prevenzione,rispetto, assembramenti, distanziamento, dispositivi di protezione.Chiudiamo le scuole e i ragazzi si riversano in centro,chiudiamo i bar alle 18 e si anticipa l’aperitivo,limitiamo le riunioni di famiglia e i ristoranti appena riaperti vengono presi d’assalto, chiudiamo i centri commerciali e i centri storici brulicano.Almeno con la libertà di aprire per tutti le persone verrebbero distribuite in più spazi magari facendo controlli serrati per il rispetto delle regole sanitarie.Se si vuol salvaguardare la salute lock down per tutti,se si vuol salvaguardare l’economia liberi tutti.Altrimenti è discriminazione!
Viviamo nel paese delle contraddizioni dove regna l’incoerenza!!
Piena solidarietà ai commercianti