I cimiteri terremotati di Ussita
dove i morti ancora non riposano

CERIMONIA simbolica oggi nei campisanti del Comune, in attesa di ricostruzione dopo il sisma di quattro anni fa. La sindaca Bernardini: «Situazione inaccettabile. Abbiamo sottoposto la questione al commissario Giovanni Legnini, faremo di tutto per ridare sepolture dignitose ai nostri defunti»

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L’ingresso del cimitero di Castel Murato a Ussita

 

di Monia Orazi

Da quattro anni non possono rendere omaggio alle tombe dei propri cari defunti, coloro che hanno familiari sepolti nei cimiteri resi inagibili dal sisma. Anche i morti, le cui tombe sono state devastate dalle scosse, scontano la stessa condanna dei vivi: l’attesa di una ricostruzione che si sta avviando a macchia di leopardo, con una promessa di accelerazione che ancora non si tocca con mano.

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Il cimitero di Casali

 

Castelsantangelo, Visso, Ussita ed altri centri colpiti hanno i cimiteri in tutto ed in parte inagibili ed in questi giorni tanti residenti nei centri colpiti dal sisma, ma anche chi da queste parti ha le radici con nonni ed antenati sepolti, sentono ancora più forte la mancanza di quel rito collettivo che nel ponte di Ognissanti porta a far visita ai propri cari defunti. Una pena che si allevia tutti insieme, con le messe celebrate da don Gilberto Spurio, parroco della zona, fuori dal camposanto e con i progetti che i vari comuni stanno mettendo in campo per recuperare i cimiteri inagibili.

Al momento si è ancora in fase di redazione dei progetti ed a breve per alcune strutture danneggiate potranno partire i lavori. Sono decine e decine i cimiteri sparsi per le frazioni dei piccoli borghi dell’entroterra, cancellati da questa geografia del dolore, a cui il sisma non ha lasciato scampo. Le scosse non hanno avuto pietà nemmeno dei morti, una mancanza che si sente ancora più forte in questi giorni dedicati al ricordo dei defunti.

A Ussita è stato il sindaco Silvia Bernardini che questa mattina ha fatto visita ai tre cimiteri del paese. «In occasione della ricorrenza di Ognissanti abbiamo fatto visita ai tre cimiteri di Ussita, Casali, Castelmurato e San Placido, per portare una corona di fiori a nome di tutti coloro che hanno i propri defunti», ha detto Bernardini. A Ussita i morti sono ancora sotto le macerie. Sono una cinquantina le bare sepolte sotto le macerie del piccolo cimitero di San Placido, devastato dalle scosse. La distruzione regna sovrana anche nel camposanto di Casali, ma la situazione più complessa è quella del cimitero monumentale di Castel Murato, dove riposavano anche le spoglie del cardinale Pietro Gasparri, sottosegretario di Stato Vaticano, traslate a Camerino dopo il sisma. Eretto sulle rovine di un antico castello, si trova in una zona in frana. Vi sono circa ottocento bare sepolte dalle macerie. Il comune di Ussita è intervenuto ripulendo le zone circostanti i cimiteri e facendo in modo che i defunti siano protetti dagli animali selvatici, come era stato segnalato negli anni precedenti. Per Castel Murato sono partiti lo scorso giugno i lavori di sistemazione della strada di accesso e di realizzazione di 150 loculi provvisori, destinati a dare sepoltura alle bare più esposte. Sono stati stanziati 2 milioni e 350 mila euro nel piano delle opere pubbliche, per ripristinare il cimitero monumentale di Ussita. Ha detto il sindaco Bernardini: «Una situazione inaccettabile a quattro anni dalle scosse. Abbiamo sottoposto la questione dei cimiteri al commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, faremo di tutto per ridare sepolture dignitose ai nostri defunti».

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Il cimitero di San Placido

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