Sotto via Smorlesi l’area dove è in costruzione la fabbrica (foto Google Maps)
di Federica Nardi
Una fabbrica in mezzo alle case di Valle Cascia. E’ questa la voce, poi confermata dai lavori avviati nella frazione di Montecassiano, che ha messo in allarme i residenti della zona. Il sindaco Leonardo Catena oggi incontrerà una delegazione in Comune, ma specifica fin da subito che «non ho voce in capitolo. Ma non è un’attività rischiosa per l’ambiente né inquinante, anche se qualcuno fa girare questa voce». La ditta che sta realizzando l’impianto, dove saranno prodotti tubi in pvc, è la 2 Star srl di Caterina Rapanelli. Il cantiere è partito in un terreno poco distante dall’ex Fornace Smorlesi il 14 settembre e la fine lavori è prevista per il 21 dicembre 2021. Il costo dei lavori è di 1 milione e 250mila euro. Ma i residenti, sostenuti anche da parte del resto della cittadinanza, non sono intenzionati ad accettare passivamente la situazione e stanno costituendo un comitato.
La protesta dei residenti
La vicenda ha radici nel 1981 quando il terreno in questione, prima della vendita di proprietà di Smorlesi (lo stesso della ex fornace con il tetto pieno di amianto crollato a maggio) passa una variante urbanistica che fa diventare l’area da agricola a industriale. Ma da lì più nulla anche perché, come raccontano i residenti, «non c’era la strada d’accesso per realizzare una fabbrica». Mentre ora, con tutte le carte in regola, la strada è stata fatta (non manca infatti l’autorizzazione Anas) e il cantiere è in corso d’opera.
I cittadini di Valle Cascia sono preoccupati per vari motivi. In primis perché l’area si trova in mezzo a un centro abitato. Inoltre sostengono che la strada d’accesso realizzata risulti comunque pericolosa con il futuro passaggio dei camion, che si troveranno a poca distanza da un altro incrocio altrettanto rischioso. Inoltre segnalano a pochi metri dal terreno in edificazione un fosso che non di rado straripa con le piogge abbondanti.
Leonardo Catena
Leonardo Catena rassicura: «I cittadini sono preoccupati per informazioni inesatte. Lì c’è un’area in espansione di attività produttive, mentre tante persone pensavano fosse un terreno agricolo, invece era edificabile per attività produttive dal 1981. Un’azienda si è rivolta al Suap, ha presentato la richiesta per un laboratorio artigianale che produce tubi in plastica. Hanno ottenuto tutte le autorizzazioni previste dalla normativa. Non c’è stato un passaggio politico, io non ho voce in capitolo. L’unica competenza politica sarebbe stata definire il piano regolatore ma l’area è già edificabile e l’attività è compatibile con la destinazione urbanistica dell’area. Non è un’attività rischiosa per l’ambiente e inquinante – dice Catena -. Oggi pomeriggio incontro una delegazione dei cittadini. Ci sarà anche il titolare dell’azienda per le rassicurazioni del caso, i responsabili del Suap e dell’Ufficio tecnico. Sono girate voci che hanno creato inutili preoccupazioni perché non si insedia un’attività pericolosa per la salute. C’è anche il parere dell’Anas per quanto riguarda l’accesso».
Un cartello di protesta affisso dai residenti
Catena aveva anche inviato un messaggio alla cittadinanza nei giorni scorsi, con qualche dettaglio in più. Il fabbricato industriale, spiega, è «ad uso laboratorio, magazzino e uffici. Si tratta di un laboratorio artigianale in cui si svolgerà la lavorazione di tubazioni in pvc a uso giardinaggio». Ribadito che si è trattato di un procedimento amministrativo, Catena ammette che «l’unico modo per impedire che ci si potesse costruire sarebbe stato fare un’altra variante. Francamente fino alla presentazione di questo procedimento non ero neanche a conoscenza che quella fosse una zona edificabile. Questo per chiarire eventuali responsabilità politiche sulla scelta».
L’autorizzazione unica ambientale ha inoltre l’ok della Provincia che, specifica Catena, «obbliga al rispetto dei limiti alle emissioni, con la previsione di accertare la regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell’inquinamento».
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