Matteo Simonetti si difende davanti all’Ufficio scolastico regionale delle Marche. E’ stato sentito questa mattina assistito dal suo avvocato il docente dell’istituto Da Vinci di Civitanova al centro della polemica per la lite con l’Anpi avvenuta durante la presentazione di un libro sulla Resistenza. In quell’occasione Simonetti finì nella bufera per aver richiesto la necessità di un contraddittorio quando si parla di Resistenza e antifascismo. Ne nacque un caso anche politico tanto che l’Anpi andò ad indagare sul lavoro del docente trovando nel suo profilo Facebook anche riferimenti al piano Kalergi ed esternazioni sull’Olocausto (in riferimento all’esistenza di piscine ad Auschwitz) che sono state sottoposte all’attenzione dell’ufficio regionale che ha contestato una condotta non in linea con i doveri di un insegnante. Assistito dall’avvocato Alberto Feliziani, questa mattina Simonetti è stato sentito dal responsabile del procedimento che entro il termine dei 120 giorni dovrà decidere se archiviare il caso o comminare una sanzione al docente che va dalla sospensione al licenziamento. Sul suo profilo Simonetti ha annunciato l’audizione e rimandato alla serata per la pubblicazione del video del confronto all’auditorium Da Vinci criticando il metodo di giudizio: «La ragione ha vinto a mani basse – scrive su Facebook -, ma siamo di fronte ad un procedimento in stile Ddr: giudice monocratico che si è seduto alle mie spalle, che non ha mai proferito parola, che non ha risposto a domande. Lo stesso che fa la istruttoria e poi decide, senza appello. A parte la procedura sui generis, confidiamo nel retto giudizio del dottor Ferri che deciderà. Staremo a vedere. Grazie agli avvocati Feliziani e Squadroni. Comunque vada si fa la storia».
(l. b.)
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Il ragionamento è: se chiedi il contraddittorio allora non sei antifascista… appena sentita l’antifascistissima moglie d’un banchiere di Goldman Sachs presentare come testi sacri ridicoli versacci di manutengole canzonette… è la pulcinellocrazia…