Legno coibentato e cuore in acciaio,
struttura polifunzionale in dono a Muccia

SISMA - Il progetto è stato presentato ieri pomeriggio dai docenti Giuseppe Losco e Andrea Lupacchini. Vedrà la luce entro Natale

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I docenti Giuseppe Losco e Andrea Lupacchini

di Monia Orazi

Una struttura polifunzionale dal cuore in acciaio e dalla copertura in legno coibentato vedrà la luce entro il prossimo Natale accanto alla distilleria Varnelli, a Muccia, donata dalla Cnce (Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili), dalle parti sociali, datoriali, sindacali e di categoria del settore edile (Filca Cisl, Feneal Uil, Fillea Cgil, Ance, Cna edile, Confartigianato Anaepa e altri). Il progetto, curato dalla scuola di architettura e design E.Vittoria dell’università di Camerino è stato presentato ieri pomeriggio nel corso di un incontro all’eremo Beato Rizzerio di Muccia dai docenti Giuseppe Losco e Andrea Lupacchini che hanno ideato una struttura di 300 metri quadrati, che si trova in un’area che complessivamente occupa 3600 metri quadrati. «Una struttura come questa era necessaria, noi abbiamo messo a disposizione l’area e siamo pronti a vederla realizzata, il suo valore aggiunto è che si può utilizzare per diversi scopi, si trova in una zona facilmente accessibile ed è a servizio dell’intero territorio – ha detto Mario Baroni sindaco di Muccia in apertura dell’incontro – speriamo di non doverla mai utilizzare per finalità di emergenza, ma per esposizioni, eventi, momenti di aggregazione». Alla presentazione sono intervenuti anche Claudio Pettinari, rettore Unicam, Carlo Trestini ed Antonio Di Franco, rispettivamente presidente e vicepresidente Cnce. La struttura sarà realizzata con circa 300mila euro di fondi raccolti tramite il fondo di solidarietà aperto da Cnce e parti sociali subito dopo le scosse del 2016. E’ la quinta, altre sono state realizzate o in corso di realizzazione a Preci, Acquasanta Terme, Teramo, Cittàreale. «E’ una struttura modulare, che si può ampliare successivamente – ha detto il professor Losco – realizzata con i presupposti dell’industria 4.0 zero, utilizzabile come centro di emergenza e prima accoglienza, ma anche per altre finalità.

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Il prefetto Rolli

Ci stiamo occupando della ricostruzione delle strutture danneggiate dal terremoto all’università di Camerino, ma abbiamo realizzato anche progetti importanti come scuola di architettura e design, dal centro commerciale di Camerino, ad una residenza per anziani della Croce rossa italiana, alla scuola dell’infanzia e asilo nido di Pieve Torina con la fondazione Rava. Ci sono una parte destinata a poliambulatorio e l’altra a servizi igienici e logistici, la parte centrale polifunzionale, un impianto di riscaldamento ad aria con pompa di calore ed un sistema che sfrutta la ventilazione naturale, a seconda della stagione». Il professore Andrea Lupacchini ha affermato: «Abbiamo voluto creare qualcosa di architettonicamente riconoscibile, un segnale urbano ispirandoci a strutture per eventi facilmente riconoscibili, creata con strutture modulari prodotte con macchine a controllo numerico, secondo il modello dell’industria 4.0, poi le parti sono assemblate sul posto. Un altro aspetto è quello della memoria, abbiamo voluto dare a questa struttura la valenza di un monumento, con un andamento che ricorda quello delle scosse sismiche registrate dal sismografo. struttura-polifunzionale-muccia-lupacchini-losco1-325x150Il picco più alto si trova a sei metri e mezzo di altezza, in ricordo della scossa di magnitudo 6,5 registrata il 30 ottobre 2016 e un altro picco è a sei metri, come la magnitudo di sei gradi della scala Richter della seconda scossa più forte. La parte centrale di 230 metri quadrati può contenere dalle 50 alle 100 persone a seconda dell’utilizzo». Si sfrutta il passaggio delle stagioni per ottimizzare riscaldamento ed illuminazione, studiato uno speciale sistema di luci diffuse ed elementi che garantiscono il risparmio energetico. Una volta che si inizierà a montarlo, ci vorranno due mesi per vederlo finito. La parte strutturale è formata da tubolari in acciaio reticolare, poggiata su una platea di cemento, che segue la forma della struttura, che nella forma di una successione di diverse tipologie di triangoli, può ricordare il succedersi delle onde sismiche, o anche delle cime dei monti. A separarla dall’esterno ci sono vetrate di tamponamento, la copertura è fatta da un guscio di pannelli in legno x-lam coibentati. A concludere l’incontro è stato il prefetto Iolanda Rolli: «Stiamo mettendo in campo un modello di legalità rapido per garantire la ricostruzione ed avere controlli e villaggi per chi verrà qui a ricostruire. Occorre sapere dove andremo, in quale direzione muoversi, insieme si è più forti, è necessario fare squadra. C’è fermento al tavolo per l’edilizia, ogni settimana si va avanti con un percorso sempre più costruttivo. Il progetto di oggi è un ottimo esempio di come si possa lavorare insieme».

 

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