di Maurizio Verdenelli e Monia Orazi (foto Fabio Falcioni)
Lungo il ‘muro’ di Madonna delle Carceri, su su fino a piazza Cavour, solo carabinieri, polizia, soldati e gli uomini della Protezione Civile. Imponente lo spiegamento di forze dell’ordine, circa quattrocento uomini, tra cui poliziotti a cavallo ed in moto, insieme a decine di occhi elettronici che veglieranno sulla sicurezza dell’evento.
L’afflusso dei pellegrini è stato lento ed ordinato, centocinquanta persone si sono radunate nell’area Sae Cortine Ovest. È iniziata alle due e mezza di notte la lunga giornata dei quattrocento volontari delle associazioni che oggi prestano servizio durante la visita di Papa Francesco a Camerino. Appuntamento al Contram per la colazione tutti insieme e poi via nelle zone assegnate dall’imponente impianto di sicurezza. Il primo bus navetta da Castelraimondo è partito alle 6,30, capolinea al rettorato Unicam, dove i primi pellegrini si sono messi in fila alle quattro di mattina per prendere i seicento pass disponibili per Piazza Cavour dove si terrà la messa. Alle 6.40 erano stati già assegnati 300 pass, altre diverse centinaia di persone erano in fila.
«Sono qui dalla notte, dalle tre» dice Antonio, da Corridonia mentre addenta il suo primo panino dopo circa quattro ore e mezzo di tensione ed occhi apertissimi. Fa una strana impressione una Camerino ‘vietata’ ai camerinesi per ragioni di sicurezza. Ai residenti è stato dato un pass, ai bar è stato imposto di non esporre nè tavolini nè sedie. Neppure queste davanti ai maxischermi. Chiedere agli uomini in divisa informazioni sulla mobilità, modificata, del centro è inutile: “Sono dell’Aquila….” quasi si scusa una poliziotta. Da due giorni Camerino è in stato d’assedio, super transennata come dopo una calamità. Buche delle lettere, tombini piombati lungo il percorso papale e pure rigorosamente vietati, dappertutto, i vasi dei fiori. Un quadruplo cordone di sicurezza, raddoppiato anche rispetto alla visita di Bergoglio a Loreto a fine marzo.
La paura di possibili attentati si respira intorno alla statua benedicente di Sisto V in piazza Cavour di fronte al palco papale. Lo stesso da cui ricevette l’omaggio della citta san Giovanni Paolo II nel 1991. ‘Speriamo tanto che questa visita di Francesco dia un forte segnale sulle condizioni di Camerino» dice Gian Marco Quacquarini, dirigente Unicam. «La gente vuole restare ma la socialità stessa appare incrinata nel profondo. L’università fa il possibile e di più e il riferimento è al nuovo polo scientifico, alla nuova sede d’Informatica e allo Studentato ma trattenere i giovani dopo il primo anno free tasse è arduo.
Il territorio dovrebbe fare squadra, rete anche e soprattutto sul piano dell’Istruzione ed invece spuntano ancora i campanili. E sulla rinascita urbanistica di Camerino aspettiamo che possa partire il progetto esecutivo dell’archistar Cucinella. Quale miglior campo d’azione se non la città dei Varano». Già, uno splendido sipario ducale che per ora nasconde il magnifico nulla lacerato della zona rossa. Ed ecco perché Francesco oggi è atteso ad un miracolo, laicissimo miracolo mediatico. Perché questa città non deve morire. In fila per il pass c’è una famiglia di Montefortino, il giovane Michele di 23 anni racconta: «Siamo arrivati alle sei, stiamo qua in fila aspettando il Papa. La gente è tanta ce lo aspettavamo. Siamo qua con la mia famiglia da un comune del cratere, Montefortino. Ci aspettiamo dal Papa una parola di rinascita per le nostre terre, sicuramente oggi la sua presenza ci fa molto piacere». Anche Daniele Staffolani è partito da Osimo all’alba: «Sono qua per il Papa, non vedo l’ora di vederlo, spero di trovare il pass per la messa, quando lo vedrò gli chiederò la grazia spero si avveri». C’è chi non ha dormito per l’emozione.
E’ iniziato il Papa day, il Pontefice atterrato alle 8,37 «Vi sono vicino»
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Mentre insidacabile nel cuore e nello spirito di ognuno resta l’emozione e finanche l’euforia per la visita del Pontefice per gli abitanti di Camerino e tutti i fedeli giunti da ogni parte per l’occasione ( dove però occorre dire anche, che si sono viste poche Sae e tutte abitate da anziani ultraottantenni a fronte di una zona rossa disabitata ricca di palazzi che invece farebbero pensare tra fiocchi rosa e fiocchi blu ancora sulle porte da quel 2016, a chissà quale spopolamento di un Comune dove l’anagrafe è mista fra giovani, meno giovani e anziani, decisamente sproporzionato tutto perciò ad una diretta in mondovisione, come se l’emergenza terremoto fosse tutta lì a livello abitativo, in quei pochi nuclei familiari visitati dal Papa, uno per uno max 10, forse la metà ) chiedo ai due giornalisti estensori di questo articolo, Maurizio Verdenelli e Monia Orazi: poiché da giornalisti siete sempre inclini a fornire ogni dato di cronaca , si può sapere quanto è costata questa visita del Papa a noi Stato Italiano nello spiegamento di forze che avete citato? Sapete darne una quantificazione? 400 uomini, di domenica,a servizio in moto, a cavallo, con ogni mezzo… più personale sanitario e mezzi di soccorso. QUANTO IN TUTTO per un evviva il Papa?
Per Tamara. “Le coeur a ses raisons que la raison ne connaît point” (B. Pascal).