Tullio Patassini e Paolo Arrigoni
di Giovanni De Franceschi
La Lega è Salvini e la squadra senza il capitano non regge. Questa una delle prime indicazioni che emerge dal voto delle amministrative nella nostra provincia. I cittadini chiamati a scegliere i nuovi sindaci hanno infatti sonoramente bocciato le proposte presentate dal duo Paolo Arrigoni-Tullio Patassini. Sono stati loro due infatti gli artefici di questa campagna elettorale nel Maceratese, con la loro benedizione sono stati scelti candidati e alleanze in diversi Comuni. Sono stati loro a metterci la faccia e sono stati sempre loro i primi ad esultare stamattina dopo i risultati delle Europee. Salvini infatti qui ha raggiunto un traguardo senza precedenti, in provincia ha sforato il 40%, in alcuni Comuni addirittura è andato oltre il 50%, arrivando a 13.304 preferenze complessive. In pratica, un plebiscito. Peccato per la Lega che il ministro dell’Interno non poteva candidarsi a sindaco nei 38 Comuni al voto, perché da queste parti il suo partito ha perso quasi un po’ ovunque. Se si esclude Matelica e un complicatissimo ballottaggio raggiunto a Recanati.
Patassini e Sampaolo durante la presentazione della lista “Prima Treia”
Di sicuro la sconfitta più cocente è arrivata a Treia, città di Patassini. Qui il deputato ha lanciato la lista “Prima Treia” con candidato sindaco Vittorio Sampaolo. Che a dire il vero si è visto ben poco in questa campagna elettorale, a discapito proprio di Patassini, ovviamente vero dominus della squadra. Ma nonostante la Lega alle Europee abbia raggiunto il 52% abbandonante in città, ad aggiudicarsi la partita è stato l’ex sindaco Franco Capponi. E non è un caso che l’affluenza sia stata più alta per le europee che per le comunali. Cioè, tutti coloro che hanno votato in massa Salvini evidentemente poi non hanno votato il candidato locale della Lega e di Patassini. Stesso discorso a Cingoli, dove il duo ha scelto di correre contro l’ex sindaco Filippo Saltarmatini, che di risposta ha fatto il pieno di preferenze (più di mille) e portato alla vittoria il candidato Michele Vittori. Così anche ad Appignano dove i big erano scesi in campo per Luca Buldorini, ricevendo in cambio una netta riconferma dell’amministrazione uscente, a Monte San Giusto con Giuseppe Sardini e a Montelupone con Pietro Quatrini.
Arrigoni col panino in mano a Castelsantangelo e Loredana Remigi
«Dal 27 maggio sarete amministratati» da Loredana Remigi diceva la settimana scorsa Arrigoni in un video postato su Facebook, dove il supercommissario si è fatto immortalare stile Salvini mentre addentava un panino. A Castelsantangelo la Remigi, peraltro compagna di Giovanni Casoni, tra i collaboratori del senatore del Carroccio Giuliano Pazzaglini, ha preso appena 24 preferenze con la lista della Lega. Unica eccezione Matelica, dove Massimo Baldini ha conquistato il Comune sulla pelle del sindaco uscente del Pd Alessandro Delpriori. Forse più una bocciatura di quest’ultimo, ma comunque una vittoria.
Diversa la situazione negli unici due centri dove era previsto il ballottaggio: Potenza Picena e Recanati. Nel primo caso, la sindaca di FdI Noemi Tartabini ha stravinto al primo turno contro Pd e M5S, ma la Lega non c’èra. Nel secondo invece c’è con Simone Simonacci, che ha raggiunto il ballottaggio con Antonio Bravi, espressione dell’amministrazione uscente di centrosinistra. Qui però va detto che senza la spaccatura tra Pd e Francesco Fiordomo al 9 giugno la Lega probabilmente non ci sarebbe mai arrivata. Quello che emerge in definitiva quindi è che il partito sul territorio è poca cosa, nonostante un super presenzialismo infatti, il duo Arrigoni-Patassini senza il capitano fatica a radicarsi. Forse perché il supercommissario da quando si è insediato in provincia ha fatto piazza pulita dei vecchi dirigenti del partito e soprattutto delle storiche alleanze nel centrodestra locale o forse perché per costruire una base serve tempo e non bastano i post su Facebook o i comunicati stampa.
Non va tanto meglio all’altro grande partito: il Pd, che in provincia è tornato ad essere il secondo più votato. Complice anche la disfatta a cinque stelle. E’ vero che il centrosinistra alle amministrative ha tenuto in molti Comuni e ne ha conquistati altri, in primis con i sindaci dem riconfermati Andrea Gentili e Leonardo Catena. A cui vanno ad aggiungersi Mariano Calamita (espressione del sindaco Osvaldo Messi, già candidato alle primarie Pd in provincia), Robertino Paoloni, Paolo Teodori, Paolo Giubileo (anche se unico candidato a Urbisaglia), Sandro Sborgia, Mirco Mari, Reano Malaisi, Angela Barbieri e Rolando Pecora. Ma è altrettanto vero che dove il Pd si è presentato come partito con tanto di simbolo è uscito con le ossa rotte. Innanzitutto a Recanati, dove Graziano Bravi non ha centrato neanche l’obiettivo del ballottaggio per colpa della guerra interna tra il segretario locale Andrea Marinelli e Francesco Fiordomo. Lo stesso a Potenza Picena con Edoardo Marabini sconfitto al primo turno, nonostante la sponsorizzazione del deputato Mario Morgoni. E così anche a Treia, dove Massimo Medei si è piazzato terzo e alcuni dem hanno scelto di appoggiare Capponi nonostante una lista ufficiale del partito; e a Cingoli, dove per Raffaele Consalvi si era dato da fare anche l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. Ma nel caso del Pd il problema non è certo la mancanza di una dirigenza locale.
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Se la Lega non ha sfondato con lo stesso successo delle europee significa che la Lega non è nel territorio. Quindi, non basta esibire il simbolo, né rifarsi a Salvini… Nel territorio si vota il candidato della Lega in base alla stima e alla conoscenza degli elettori. Se la Lega non si radicherà con una struttura politica nel territorio, non avrà il successo che ha a livello nazionale.
A Corridonia neanche i manifesti hanno attaccato. Salvo un manifesto del sambenedettese Bollettini, attaccato venerdì notte e piccoli volantini per le strade dello stesso, della Lega non c’era traccia. Eppure hanno votato Lega alla grande alle europee. Però per le elezioni comunali non basta presentarsi tre mesi prima per prendere voti. C’è da lavorare sempre, durante l’anno, sui problemi cittadini. E se vai all’opposizione, questa devi farla sempre e comunicare ai cittadini la tua azione politica comunale. In politica i miracoli non esistono. Essi sono frutto di duro lavoro. Da ciò che vedo la Lega sul territorio è quasi inesistente.
Io vedo solo un po’ di interesse e neanche tanto solo nei risultati di Treia e Potenza Picena. A Treia ha vinto il vecchio modo di far politica, quello tanto caro del io ti prometto tu mi dai poi si vedrà. A Potenza Picena la vittoria di Noemi Tartabini che dopo le polemiche del 25 aprile aveva già dimostrato la sua indole di destroide appartenente alla cosiddetta destra di marchio ossia i Fratelli d’Italia della Meloni che non nascondono assolutamente di essere un retaggio del tempo che fu. E forse qui ci sarebbe voluta una più battagliera rivale fosse anche stata rappresentata da un partito altrettanto discutibile che forse con uno sponsor più ” forte”, forse più credibile, o che comunque in passato avesse dato dimostrazioni più pastorali che non politiche alla sua terra avrebbe sicuramente avuto più probabilità di riassorbire il territorio.
…ah..quindi leggendo il titolo dell’articolo, sembrerebbe che la Lega nelle Marche abbia perso!!! Ma siate un po’ più realisti, per favore, inventatene un altra, il giornalismo dovrebbe prevedere anche un minimo di serietà intellettuale!!! gv
Un titolo più chiaro di così…
Speriamo che la Lega vinca nell’elezioni amministrative che si svolgeranno a Macerata nel 2020 e alla Regione Marche sempre nel 2020.