Foto d’archivio
«Risiedo in via 226esimo Reggimento Fanteria, quattro sfigati morti in guerra». Queste parole sono costate 103 euro di multa a una 22enne di Macerata. I carabinieri del Nucleo radiomobile era intervenuti proprio a Macerata per una lite tra due persone e stavano ascoltando alcuni testimoni per ricostruire l’accaduto. E così che la 22enne nel dichiarare la sua residenza, ha detto quelle parole, dando degli “sfigati” ai militari caduti nella Prima guerra mondiale. I carabinieri dopo averle ricordato la storia, l’hanno multata per oltraggio ai defunti.
Chi non conosce il proprio passato non ha nessun futuro
Un calcio in c... no? I nostri nonni sono morti per dare un futuro a queste me...
Secondo me sta girando un'epidemia di rimbecillismo a Macerata !
Giusto così
E cosa si spera di ottenere con la "punizione monetaria"? Si ipotizza un "ripensamento" e la conseguente richiesta di "perdono" da parte della ragazza? - Comunque vada a finire ... la messa in "circolazione mediatica" della new è, di già, una "punizione emblematica" con tutto ciò che ne consegue.
Bravi i carabinieri...oltre la multa ai lavori socialmente utili x un anno... e vergognoso che a 22 anni si parli cosi...
Mancano di sani principi morali molti giovani ed adulti di oggi.
L'unica sfigata sei tu. Purtroppo quei ragazzi sino morti anche per sfigati come te
103€ e 103 ceffoni per l educazione ed il rispetto per chi ha dato la vita per la patria
Queste sono le conseguenze di anni e anni con degli anti italiani al governo del Paese per non parlare del comune di Macerata!
Bisognerebbe ricordare alla signorina che se quei 4 sfigati non fossero morti x difendere l'Italia adesso staremmo a pulire il sedere agli Asburgo & Co. Ma che cavolo studiate a scuola ???
Troppo poco 103 euro... ma dal resto viviamo in un paese che non rispetta se stesso e chi ha dato la vita per forgiarlo.
Solo 103€? Gli si doveva fare una multa un po più alta cosicché non se la scordava
Quando purtroppo non si ha memoria storica e tutto ci sembra ci sia dovuto senza sapere che per quello che abbiamo ora milioni di uomini e donne hanno dato la e propria vita!!!! Cara gioventù ricomincia a studiare e ad usare il cervello!!!
Pazzesco.Gratitudine ai militari della PRIMA GUERRA MONDIALE.
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…be’, se questa ragazza oggi vive in una Italia ancora degna di essere abitata e vissuta, lo deve anche al sacrificio di quelli che lei chiama “sfigati”, ma credo che una persona che parla e ragiona così, non sarà mai probabilmente in grado di comprendere queste cose, troppo lontane da lei e dalle sue pochezze. gv
Bene hanno fatto i CC. a multare la giovincella.
Solo mi chiedo, quanto dovrebbero pagare tutti coloro che hanno accettato una moneta unica europea, non nostra? Perché da quando abbiamo abbandonato la sovranità monetaria, abbiamo fatto un tradimento verso tutti coloro che sono morti per la Patria!
Non è per intromettermi, ma raccontando la storia hanno raccontato che cosa succedeva a chi più che terrorizzato che codardo disertava o passava da disertore? Hanno raccontato alla ragazza dei tanti ” scemi di guerra ” così si chiamavano salvati alla morte per l’orrore che quella guerra suscitava e li faceva impazzire. Non so se la ragazza li ha chiamati “sfigati ” più per strafottenza o più per leggerezza, di sicuro i fanti di quel reggimento quando vedevano arrivare le botti con ” il cordiale ” avevano ben poco da festeggiare. Hemingway e Celine. Due modi di raccontare la prima guerra, il primo più storico il secondo follia allo stato pure ed altro ancora. Il primo fu vietato in Italia fino al 1945.
se tuo nonno avesse saputo di andare a morire in guerra per dare un futuro anche a te, probabilmente si sarebbe prima tagliato i testicoli per non far danni.
Veramente l’analisi storica della ragazza non sembrerebbe illegittima: che quei morti della prima guerra mondiale fossero tutti eroi, mossi da un’inestinguibile brama di sacrificarsi per la gloria della patria è quanto meno opinabile, è verosimile che fossero dei poveri sventurati, vittime di un sistema infinitamente più potente di loro. Chi li ha oltraggiati pesantemente da vivi non è stato mai multato, che senso ha multare 100 anni dopo una piccola pacifista, educata all’accoglienza?
Non è per intromettermi, ma raccontando la storia hanno raccontato che cosa succedeva a chi più che terrorizzato che codardo disertava o passava da disertore? Hanno raccontato alla ragazza dei tanti ” scemi di guerra ” così si chiamavano salvati alla morte per l’orrore che quella guerra suscitava e li faceva impazzire. Non so se la ragazza li ha chiamati “sfigati ” più per strafottenza o più per leggerezza, di sicuro i fanti di quel reggimento quando vedevano arrivare le botti con ” il cordiale ” avevano ben poco da festeggiare. Hemingway e Celine. Due modi di raccontare la prima guerra, il primo più storico il secondo follia allo stato pure ed altro ancora. Il primo fu vietato in Italia fino al 1945.
In un Paese, con la maiuscola, gli insegnanti dovrebbero organizzare delle gite, al Sacrario militare di Redipuglia, oppure far vedere ai giovani il film “Uomini contro” del regista Francesco Rosi, tratto dal libro di Emilio Lusso “Un anno sull’Altipiano”; meglio ancora se li obbligassero a leggerlo per poi, riflettendo, poterne trarre degli insegnamenti. Ammesso che loro lo abbiano letto.
I giovani d’oggi non capito nulla della prima e della seconda guerra mondiale, xche’ la scuola non gli euduca abbastanza e vivono il mondo disordinato.
Mi sembra utile ricordare gli eventi del 225″ , 226″ Reggimenti di Fanteria Brigata Arezzo dal punto di vista storico militare , sperando che un po’ di storia faccia capire alla generazione attuale , i sacrifici di ci ha preceduto ed ha vissuto quei momenti. Non a caso si intitola una via statale dove bisognerebbe essere onorati di abitarci in residenza :…..dalla Libreria dello Stato in Roma …
Anno 1916
Il primo impiego della Brigata è in altipiano d’Asiago, a seguito della offensiva lanciata dagli austriaci in maggio (Strafexpedition): il 20 giugno raggiunge le trincee del monte Cucco di Mandrielle, dove resiste tenacemente agli attacchi nemici. Sferratosi il nostro contrattacco, la Arezzo il giorno 7 luglio combatte nel settore Casara Zebio – monte Pastorile, senza però riuscire ad oltrepassare le difese nemiche; dal 11 al 23 luglio è di riserva alle truppe che operano contro gli stessi obiettivi, con i medesimi modesti risultati.
In agosto il fronte pare assestato, quando il giorno 7 gli austriaci lanciano un improvviso attacco contro le trincee della Brigata a quota 1763, l’azione viene bloccata ma al prezzo di gravi perdite. In settembre la Brigata cambia fronte e si trasferisce a Monfalcone dove sostituisce la Brigata Alessandria nelle trincee di quota 121 – 85; fino alla fine dell’anno da quelle posizioni partecipa agli attacchi per superare le potente linea nemica senza ottenere alcun risultato tangibile.
Anno 1917
La Brigata rimane nelle medesime posizioni alternando i suoi reparti tra la linea del fuoco e la retrovia di Monfalcone; in maggio partecipa alla X° Battaglia dell’Isonzo muovendo dalle posizioni di quota 121 – 85, abbandonate dal nemico, contro le difese austriache ad est di Monfalcone, imperniate su una serie di collinette che mettono a dura prova la resistenza dei fanti italiani.
Nei giorni seguenti procede l’avanzata, sempre tenacemente contrastata dal nemico che si ritira verso l’Hermada e le foci del Timavo, il 31 maggio è sotto la quota 145 sud, a poche centinaia di metri dal paese di Medeazza.
Per tentare di alleggerire la pressione sulla sua ultima linea, il nemico ai primi di giugno lancia un poderoso contrattacco che fa arretrare la nostra prima linea; la Brigata Arezzo, in quel momento a riposo accorre sul luogo dello scontro, ricaccia indietro l’avversario, ma per poco, perché per il mancato arrivo delle riserve si trova isolata e viene quasi annientata. L’8 giugno scende a riposo, in quei giorni terribili di battaglia ha perso 3081 soldati e 118 ufficiali.
In agosto, XI° Battaglia dell’Isonzo, la Arezzo raggiunge le sue vecchie posizioni di fronte all’Hermada; formata una colonna d’attacco col 78° fanteria della Brigata Toscana, si lancia contro le quote 146 e la linea Komarje – Flondar: la lotta rimane accanita per diversi giorni, il 30 e 31 agosto gli austriaci tentano un’altra azione disperata come a giugno, parzialmente bloccata sul nascere, va loro meglio ai primi di settembre quando riescono a riprendere un po’ di terreno all’altezza delle foci del Timavo e di fronte a Medeazza. L’improvvisa rottura del fronte a Caporetto, obbliga tutta la 3° armata ad abbandonare la regione del Carso per portarsi al Tagliamento, raggiunto dalla Brigata il 29 ottobre. L’ordine successivo di ripiegamento sino al Piave trova la Arezzo in grave crisi di uomini e munizioni, i due reggimenti alternandosi alla retroguardia indietreggiano sotto il fuoco nemico; il mattino del 7 novembre il 225° si trova improvvisamente circondato, i fanti, ingaggiando una cruenta lotta ravvicinata, riescono ad aprirsi un varco attraverso il quale i superstiti raggiungono il Piave che passano sul ponte di San Donà, sotto la copertura del 226° fanteria.
Il 13 novembre la Brigata, di nuovo in efficienza, si schiera nella zona di Capo Sile, dove il nemico tenta ripetutamente di attraversare il fiume; la foce del Piave coi suoi innumerevoli canali e bracci, diventa teatro di attacchi e contrattacchi che si infrangono sulle rispettive linee. Sul ramo del fiume denominato Piave nuovo si hanno violentissimi scontri, il giorno 13 novembre, la Brigata Bari deve indietreggiare ed il 225° si porta alle sue spalle per fare copertura; Grisolera viene conquistata dal nemico, la nostra linea si assesta sul ramo chiamato Piave vecchio, il settore Paludello – Capo Sile è affidato alla Brigata Arezzo. Il 25 dicembre il nemico attenua la sua pressione e la Brigata può scendere a riposo.
Anno 1918
Fino a giugno la situazione non ha particolari fasi di lotta, poi il giorno 15 gli austriaci attaccano con violenza dal Grappa alla foce del Piave, è iniziata la battaglia del Solstizio. Protetto dalla sua cortina di fuoco ed avvantaggiato dalla fitta nebbia che grava sulle foci del Piave, il nemico passa il fiume a Musile, sfondando al centro lo schieramento della 61° divisione (brig. Arezzo e Catania); aggravatasi la situazione, il 226°, violentemente attaccato, retrocede sulle linee di estrema resistenza, mentre il 225° rimane in trincea a Capo Sile, paralizzando ogni tentativo nemico di avanzata.
Nei giorni seguenti il 226° opera decisi sbalzi in avanti riconquistando il terreno perduto, la nostra prima linea del Piave vecchio è ormai quasi tutta ripresa e, sullo slancio, arditi del 226° oltrepassano il fiume costituendo per poche ore una testa di ponte sulla sponda sinistra del Piave nuovo. In luglio la Brigata si trasferisce nei dintorni di Vicenza, il 3 novembre, quando viene firmato l’armistizio, la Brigata è a Venezia.
Paolo Antolini. Roma . Libreria dello Stato
E questi sarebbero i giovani di oggi, tanto più svegli di quelli di qualche decennio fa? Povera Italia.
Giovane si dice a un essere umano con pochi anni alle spalle e con poche esperienze di vita…
quello che può’ colmare il vuoto appunto,delle poche esperienze e’ l’educazione e il parlare in maniera costruttiva con i genitori…
spesso NOI genitori DELEGHIAMO la scuola x educare ma un professore non si puo’ fare anche un esame x sapere se oltre ad essere capace di far apprendere una materia sia anche un buon padre putativo… quindi GENITORI,facciamo il nostro mestiere che e’ il piu’ difficile del mondo per il quale non esiste una laurea,e forse avremo in futuro dei cittadini migliori.
sfi.gato [der. di sfi.ga], pop. – ■ agg. [di persona, che ha sfortuna: è nato s.] ≈ disgraziato, (fam.) iellato, (fam.) scalognato, sfortunato, sventurato.
Così il vocabolario ed è innegabile che chi muore in guerra sia sfortunato. Se la ragazza avesse detto: “quegli sfortunati morti in guerra” sarebbe stato multata? certamente no e allora cosa ha offeso i carabinieri? evidentemente l’interpretazione letterale dell’aggettivo, cioè l’allusione a una disfunzione sessuale, quale sospettabile causa di astinenza, concepita come disonorante, ma questo associare onore e “normalità” sessuale è estremamente anticostituzionale (art.3). Peraltro ho avuto difficoltà a trovare l’articolo del codice riguardante l’oltraggio ai defunti: se dicessi che Napoleone era un co.glione sarei multabile?
Si andate a Redipuglia e bussate a qualche tomba e fatevi dire se sono stati degli ” sfigati ” o degli adorabili soldati che si sono prodigati affinché tutti potessero mangiare anni dopo i meravigliosi Hamburger di Macche Donaldo.
Per come la penso io, la ragazza la porterei un giorno qualsiasi (no sabato o domenica) a Redipuglia, pregandola di visitare in modo COMPLETO ed INTENSO questo che è, a mio avviso, il più profondo segno di ciò che è avvenuto. Tanto per citare una scritta in una lapide all’interno della chiesetta in cima al monte “Qui riposano centomila soldati ignoti all’uomo ma noti a Dio”.
O paga la multa o si fa dieci volte la scalinata del monumento dei caduti a calci in culo
“Le parole della ragazza hanno suscitato l’ira degli uomini del Radiomobile che le hanno ricordato il sacrificio di coloro che avevano dato il sangue per difendere i confini della nazione, sacrificio riconosciuto con una medaglia d’oro al valor militare: «Attraverso una via di sangue, splendida di fede e di eroismo, sempre raggiunse e mantenne la meta assegnata al suo valore, negli aspri cimenti di radiose giornate di battaglia. Carso, Quota 77, 57, 58; Linee di Flondar; Viadotto, 23 -26 maggio, 4 – 5 giugno 1917; Piave, 16 – 24 giugno 1918”.
Veramente che l’Italia sia entrata in guerra nel 1915 per difendere i confini della nazione non è tanto vero, se ci mettiamo a multare l’ignoranza finiamo tutti in miseria…
“Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, l’Italia,che aveva sottoscritto il trattato di Triplice Alleanza con Austria e Germania, dopo un lungo percorso di avvicinamento e di accordi con la Francia, con il Regno Unito e con la Russia, in forza dell’articolo 4 del trattato, dichiarò la sua neutralità.
Nel 1915 la Triplice intesa propose all’Italia, in cambio della sua entrata in guerra contro l’Austria, ampliamenti territoriali a scapito di Vienna e una posizione di dominio nell’Adriatico. Lo stesso anno l’Italia rifiutò le inferiori proposte dei governi di Vienna e Berlino, denunciò la Triplice alleanza ed entrò nel conflitto contro l’Austria.” L’Italia entrà in guerra contro la sua ex-alleata Austria perché aveva creduto alle promesse di formidabili guadagni territoriali di Francia e Inghilterra, promesse poi non mantenute.