Antonio Tajani
di Giacomo Gardini
«Chi ha una buona maestra, cresce bene. Grazie alle autorità e ai vari rappresentanti. Abbiamo dimostrato che come italiani siamo stati in grado con il nostro vigore, con la nostra coesione, vincere la violenza della natura. Oggi, possiamo dirci fieri di essere cittadini italiani. L’Unione Europea c’è ed è pronta a dare una mano a chi ne ha bisogno. Una scuola che risorge è un raggio di sole che illumina l’Italia». Sono le parole del presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, intervenuto a Caldarola per l’inaugurazione della nuova scuola “Simone De Magistris”.
La cerimonia di inaugurazione si è svolta all’interno della palestra del comprensorio. Hanno partecipato, oltre ad una folta schiera di cittadini, i rappresentanti delle più alte cariche politiche e istituzionali: Tajani appunto, il sindaco Luca Maria Giuseppetti, il presidente della Regione Luca Ceriscioli, l’onorevole Paola De Micheli (ex commissario alla Ricostruzione), il presidente LegaCoop Marche Gianfranco Alleruzzo e il presidente Coop Alleanza 3.0 Adriano Turrini, entrambi artefici della donazione grazie alle cooperative di consumatori. Le autorità e il pubblico presente hanno recitato l’Inno di Mameli, seguito dalla proiezione di un video riepilogativo della storia dell’Istituto, dal sisma fino alla sua ricostruzione. La visita di Tajani prosegue nel pomeriggio a Tolentino.
Al termine degli interventi, la cerimonia si è spostata all’ingresso dell’istituto, dove il sindaco Giuseppetti ha piantato un olivo, simbolo della rinascita. Poi la benedizione del vescovo e il taglio del nastro tanto atteso. Incontenibile la gioia dei presenti, ansiosi di visitare gli spazi della nuova scuola. Una volta spalancate le porte, il presidente del Parlamento europeo Tajani ha firmato il registro dell’istituto, lasciando un segno indelebile su una storia ancora tutta da scrivere. Le autorità, guidate dal sindaco Giuseppetti, hanno quindi visitato l’interno della scuola, complimentandosi con gli addetti ai lavori per l’eccellente opera realizzata.
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Basta leggere parte dei presenti, quilli che vene dalla città, quilli mportanti per rendersi conto che nonostante passino gli anni il marchigiano è sempre prono a costoro. Eppure vedere che l’ignoranza, la mancanza assoluta di critica verso personaggi che dal giorno del terremoto hanno calpestato e continuano a calpestare il suolo, sacro non credo, agreste è più consono senza nessun riferimento agli agricoltori di una volta o alla saggezza del contadino, dicevo vedere questa ignoranza nelle persone che non si fanno scrupolo ad usare una scuola per dare sfogo al loro innato senso del piegarsi di fronte allo squallore politico di cui la scuola dentro e fuori è già stata impregnata non mi fa vergognare di essere tale.