Stroncata da un male a 44 anni,
muore mamma di tre figlie

TREIA - Addio a Federica Branchesi, parrucchiera e moglie dell'ex consigliere comunale Michele Palazzesi. Il dolore del marito: «La battaglia è finita. Abbiamo perso e intorno a noi solo macerie». Il funerale domani alle 11 nella chiesa della Natività a Passo di Treia

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Federica Branchesi

 

Se ne è andata a 44 anni, lasciando tre figlie e un marito. Stroncata da un male che non le ha lasciato scampo. Treia piange la scomparsa di Federica Branchesi. E’ morta poco prima della mezzanotte di ieri, da tempo lottava con tutte le sue forze contro una malattia. Parrucchiera, molto conosciuta e ben voluta in città, era la moglie di Michele Palazzesi, ex consigliere comunale del gruppo Uniti per Treia, con il quale aveva avuto tre figlie: Alice, Diletta e Bianca. «Uniti per Treia – scrive il gruppo consiliare –  porge le sue condoglianze all’amico fraterno e già consigliere comunale Michele Palazzesi per la scomparsa della cara Federica. Il dolore è troppo grande per aggiungere parole che sottrarrebbero soltanto tempo alla preghiera nella quale vogliamo stingerci insieme a tutti i suoi familiari. Riposa in pace Federica». Il funerale è previsto per domani alle 11 nella chiesa della Natività a Passo di Treia, la camera ardente è stata allestita al Centro funerario di via dei Velini a Macerata.

Questo invece il toccante addio del marito:

«Te ne sei andata in un giorno d’inverno freddo e grigio, tu che amavi il sole e il mare. La battaglia è finita. Abbiamo perso e intorno a Noi solo macerie. Hai lottato in silenzio, con immensa dignità. Io impotente al tuo fianco. Sono devastato dal dolore, mi manca l’aria e mi sento morire. Mi manchi terribilmente, la nostra casa è vuota e la nostra famiglia a pezzi. Intorno a noi solo dolore e disperazione. Ho dovuto spezzare il cuore alle Tue amate figlie, quando le cose erano ormai giunte alla fine. Quanta sofferenza e dolore ho provocato loro. Mi porterò dietro per sempre il loro pianto: perché tutto questo? Alice e Diletta mi hanno detto che il Signore nel suo giardino coglie i fiori più belli. Hanno anche aggiunto: “Come saremmo stati senza questa esperienza?”. Certo, ne avremmo fatto volentieri a meno, ma ci ha aperto gli occhi sulle cose importanti della vita. Già, la vita. Nella nostra c’è un prima e un dopo e ci ha traditi sul più bello: da dove potremmo mai ripartire? Ripenso ai nostri viaggi, alle Tue fotografie: amavi tanto la fotografia e avevi un talento innato. Amavi i pittori impressionisti: quante mostre e quanti musei abbiamo visitato insieme. Amavi i fiori: Tu e le Tue orchidee. Amavi i gatti, la natura, le albe e i tramonti, che puntualmente immortalavi. Divoravi i libri: Ti piaceva Clive Cussler e hai letto tutti i sui libri: come facevi a leggere quei mattoni? Ci siamo incontrati per caso una sera di primavera. Ricordo ancora il tuo viso innocente al nostro primo appuntamento. Da allora non ci siamo più lasciati. Non amavi il tuo lavoro perché ti aveva rubato l’adolescenza: sei sempre stata in credito con la vita. Amavi profondamente le Tue figlie, sempre ostinata a dare loro tutto ciò che non hai potuto avere. In questi tuoi ultimi giorni il tuo più grande rammarico era non aver dato loro abbastanza: fidati hai dato loro tantissimo! Non finirò mai di ringraziarti per avermi sopportato: io con i miei demoni e Tu che mi urlavi contro il tuo Amore mentre ero sordo. Mi scrivevi delle lettere bellissime. La tua sensibilità, incapace di far del male a qualcuno ma ferita spesso dal cinismo gratuito delle persone. Quante persone Ti vogliono bene: Ti amo immensamente amore mio, Ti lascio camminare in pace».

(aggiornamento delle 12,27)

 

 



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