Obiettivo riduzione liste di attesa, l’imperativo che il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, aveva ribadito in occasione della nomina dei nuovi direttori di area vasta appena 15 giorni fa. Eppure un “mini” reportage video di Milena Gabanelli per il corriere.it vede le Marche rallentare drasticamente, più di tutte le altre regioni d’Italia eccetto la Campania, l’erogazione delle visite specialistiche del servizio sanitario pubblico nell’ultimo trimestre dell’anno, facendo slittare le prestazioni a gennaio dell’anno seguente. La giornalista parla di un – 20% di visite tra ottobre, novembre e dicembre 2016 rispetto a gennaio, febbraio e marzo dello stesso anno. La spiegazione? Non certo perché ci si ammala meno nell’ultimo periodo dell’anno. Questione di budget. I manager della sanità, di fronte all’assottigliarsi delle risorse a fine anno, bloccano le prestazioni, rimandando i costi al budget dell’anno nuovo. Un trend che si registra in tutta Italia, ma che nelle Marche emerge con maggiore evidenza. Peggio solo la Campania.
Un tema che questa mattina ha acceso il dibattito in Consiglio regionale dove si è discusso ed è andato al voto l’assestamento di Bilancio. All’attacco il capogruppo della Lega Nord, Sandro Zaffiri, quello di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, vicepresidente della commissione Sanità, e quello del Movimento 5 Stelle, Gianni Maggi, che hanno citato i dati del reportage di Gabannelli. «La Giunta regionale vive alla giornata, senza strategie anche sulla sanità − ha tuonato Zaffiri −: siamo al penultimo posto in Italia per le liste d’attesa con -20% di riduzione dell’attività ambulatoriale nel quarto trimestre». Ha commentato Leonardi a margine della seduta: «La notizia delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche che vede le Marche peggiore regione d’Italia dopo la Campania, è il risultato di una politica sanitaria fallimentare a guida Pd. La rincorsa a misure palliative, tardive, come il prolungamento delle prestazioni di alcune strumentazioni diagnostiche sono un insufficiente gesto, come a voler “mettere una pezza” ad una situazione che è davanti agli occhi di tutti i marchigiani. Dall’attacco alla proposta: «In seno al Comitato per la valutazione delle politiche occorre la realizzazione di una cosiddetta “Missione valutativa” sui tempi di attesa così da accertare le cause dei ritardi nell’espletamento delle prestazioni sanitarie. Essere Regione “benchmark” − ha concluso − per il rispetto delle spese ha ben poco valore se a tale parametro non corrisponde la reale capacità del sistema sanitario regionale di fornire servizi essenziali e garantire il diritto alla salute di tutti i marchigiani».
Il presidente della Regione ed assessore alla Sanità, Luca Ceriscioli, ammette la possibilità di un calo dell’attività ambulatoriale nel quarto trimestre dell’anno, periodo in cui i fondi calano, ma ha sostenuto «il 20% mi sembra eccessivo, ho un dato diverso». Ed ha aggiunto: «Faremo una verifica sul dato e utilizzeremo gli strumenti necessari perché venga corretto se risultasse così. I dati non raccontano questo tipo di realtà. Le attività − spiega − in carenza di fondi “frenano” nell’ultimo trimestre perché altrimenti il dirigente viene “licenziato” se sfora. Perché non sforiamo sempre e cacciamo il direttore per poi nominarne un altro? − ha lanciato la provocazione Cerisicoli −. La tassazione regionale verrebbe portata al massimo: 150 milioni di euro in più di Irpef senza contare poi l’Irap e sulle spalle dei marchigiani ci sarebbero più tasse da pagare. Ci sta − ha concluso − una frenata per stare nei limiti di bilancio ma non più ampia: facciamo una verifica. Occorre anche considerare il rapporto tra produzione e spesa: se un sistema produce molto poi frena». La spiegazione non convince il consigliere Maggi che ha sottolineato: «Se le liste attesa slittano all’anno successivo i cittadini non pagheranno tasse in più ma dovranno pagare la sanità privata per farsi curare».
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Si accorciano però le liste delle cliniche convenzionate!
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Certe dichiarazioni dovrebbero sollevare i marchigiani e defenestrare il governatore.
1 nessu taglio ai premi dei dirigenti
2 nessun obiettivo legato alla riduzione dei tempi di attesa
3 liste di attesa di 24 mesi per le convenzioni, a pagamento 3 giorni
4 ticket più alti che in strutture private, es: panoramica dentale in struttura privata 3 gg di attesa costo 34 euro, in struttura pubblica 6/8 mesi costo 55 euro
5 interventi programmati tipo protesi all’anca, tutti presso cliniche private in quota De Benedetti. Se un paziente ha una complicazione, che porta a superare i giorni di degenza previsti, viene trasferito in struttura pubblica attrezzata con rianimazione, quindi a completo carico pubblico.
6 i dirigenti vengono premiati, anche e di più proprio per il trasferimento delle erogazioni i sanitarie nelle strutture private.
La lista supera i 100 punti, ma i cittadini non sono ancora abbastanza arrabbiati per dire basta ad una sanità che eroga solo stipendi faraonici a dirigenti amministrativi, in sostanza ha creato una macchina burocratica che poco ha a che fare con la salute dei cittadini.
Sono solo carte, regolamenti, ed impiegati, il paziente è solo un fastidio da rimuovere velocemente nell’ingranaggio macina soldi.
Un bel regalo alla sanità privata. Ceriscioli è perfettamente coerente con se stesso.
Sono anni che scrivo di Ceriscioli. Non mi sembra certo una sorpresa essere davanti solo alla Campania. Non dobbiamo dimenticare che lui, è l’assessore alla sanità e che è stato eletto anche con il contributo della sanita privata, quindi di che stiamo parlando? Maccioni è stato riconfermato. Ultimamente ha detto che le liste si sarebbero subito accorciate e oggi all’Asur protestano soprattutto contro di lui. Ma di che stiamo parlando?
Quindi dobbiamo fare in modo di non ammalarci prima del 2019. Cose da pazzi. Il sistema è ormai al collasso, se non riescono a dare i servizi di cui sono proposti che ragione ha di esistere la sanità pubblica? Per che cosa paghiamo ancora le tasse? Forse è il momento di fare una valutazione di rapporto tra personale e fondi impiegati e numero di servizi erogati? Prendete questi dati e confrontateli con quelli di 30 o 40 anni fa quando il servizio c’era e funzionava, ma forse per voi è più facile fare i tagli e aumentare le tasse?
Post dedicato al “Governatore Ridens”. Il link che vi allego riguarda un documento che tratta la mobilità sanitaria tra regioni. Tanto per fare un esempio le Marche hanno un saldo negativo di € – 69.905.714
Crediti Debiti
Marche € 113.005.923 € 182.911.638 -€ 69.905.714
Lombardia € 1.167.614.790 € 358.935.415 € 808.679.374
Calabria € 26.271.653 € 345.726.764 -€ 319.455.111
Per esempio facciamo due casi limite, Lombardia e Calabria.
A voi le conclusioni. Delle due l’una: o ai marchigiani piace il turismo sanitario oppure ritengono la propria sanita inadeguata rispetto alle aspettative.
https://www.gimbe.org/osservatorio/Report_Osservatorio_GIMBE_2018.03_Mobilita_sanitaria_2017.pdf
E poi l’obbiettivo primario per Ceriscioli sarebbe quello di fare l’ospedale unico provinciale ??? Rafforzare gli ospedali principali esistenti con assunzioni di medici ed infermieri per diminuire le liste d’attesa altrimenti è evidente che vuole favorire la sanità privata!!!