Ragazzi al rave party, sullo sfondo un mammuth
di Monia Orazi
Là dove osano soltanto animali selvatici e pacifiche mucche bianche che pascolano allo stato brado, da lunedì scorso c’è una piccola umanità temporanea, alloggiata in tende multicolori, vecchi camper, caravan e veri e propri camion, che all’interno si aprono e sono accessoriati di tutto punto, per diventare all’occorrenza alloggio, negozio, riparo dal sole caldo del giorno e dalla frescura che in montagna si fa sentire. E’ il popolo dei rave, che quest’anno ha scelto i prati di monte Vermenone, a Fiuminata, una distesa verde a mille e trecento metri di altezza, come luogo per festeggiare in modo alternativo il Ferragosto. Il prato dove a metà luglio si è esibita Noa per Risorgi Marche è vuoto, il rave si svolge qualche centinaio di metri oltre, dopo una fitta pineta dove si apre un’altra spettacolare radura, diventata per qualche giorno “Taz”, zona temporaneamente autonoma, il principio base dello scrittore anarchico Hakim Bey, citato nel manifesto dietro una delle postazioni musicali.
Le scene che si possono osservare arrampicandosi sin lassù, tramite la strada semi asfaltata per i primi due chilometri e poi sempre più sconnessa anche se percorribile da qualsiasi auto, sono simili a quelle che chiunque abbia partecipato ad un grande festival estivo di musica, può aver visto. La distesa variegata di mezzi di trasporto, frammisti a tende, teloni colorati, vecchi mezzi scassati trasformati in alloggi è disposta a casaccio sull’altopiano, ma ogni tanto si apre in spiazzi, bancarelle di vestiti, di acqua fresca a due euro per due litri, su un baretto improvvisato, ma anche sul bancone di una pizzeria, con tanto di insegna e un forno a legna dalla curiosa forma di drago.
C’è anche il furgone che nasconde la creperia gestita da ragazzi francesi, il “jingle bar” che si apre su una larga spianata, dove ci sono i mega impianti di amplificazione, con sopra un curioso totem a forma di mammuth. In giro ci sono altre tre diverse postazioni di musica, ognuno spara la sua melodia, alla consolle con il pc a turno si spostano i vari partecipanti. Ci sono scene di vita quotidiana, chi dorme a terra in pieno giorno, chi gironzola bevendo, chi si prepara sigarette, chi cucina sul fornelletto da campeggio, chi fa giocoleria con i birilli, chi gioca con i cani, chi porta a spasso il figlio neonato con le cuffiette, chi si riposa sull’amaca, chi dentro la tenda, chi sorveglia la bancarella di vestiti o generi alimentari. Ma sull’altopiano gira anche droga: dalle sostanze sintetiche alla marijuana. Ieri sono stati necessari un paio di interventi del 118 a causa di ragazzi che hanno assunto droga. E poi c’è la musica: martellante. Trance e tecno, che a volte si stempera in ritmi più dance e anche nelle melodie dei cartoon, sparata in contemporanea dalle quattro postazioni musicali differenti. «Martedì mattino è stata l’alba più bella, dei colori che non dimenticherò più – racconta una ragazza arrivata da fuori regione – stiamo qui pacificamente per divertirci, non diamo fastidio a nessuno, questo è un luogo fantastico, abbiamo iniziato lunedì». E’ proprio nella notte di lunedì che questi paesi tranquilli per gran parte dell’anno si sono accorti di un anomalo flusso di auto, tutte richiamate dal flauto magico di una festa trasgressiva, in un luogo lontano da tutto, immersi nell’ambiente semplice e selvaggio della montagna. Quando è scattato il blocco delle forze dell’ordine si è accumulata una lunga fila, ci sono state suonate di clacson e rumore, che hanno svegliato i residenti che dormivano tranquilli. Per smontare i luoghi comuni, occorre passeggiarci dentro, dialogare e capire con chi ne è parte integrante. Ci sono regole scritte per la festa, in cui su tutte spicca l’autogestione, ogni tanto la musica si spegne per ripulire, i sacchetti di immondizia vengono accumulati in luoghi ben precisi. «Abbiamo chiamato i sindaci chiedendo di portare via questi sacchi di immondizia, pagheremo a spese nostre – racconta un giovane che sta dietro ad uno dei banconi dei bar – andiamo a fare benzina a Fiuminata, scendiamo due o tre volte al giorno per comprare cibo nei negozi del posto, sappiamo che qui c’è stato il terremoto e vogliamo aiutare a modo nostro. Qui è tutto autogestito, non ci sono regole per l’evento, una festa può essere organizzata in qualsiasi momento e in qualsiasi posto, siamo tutti collegati, parte il passaparola. Andremo avanti qualche altro giorno, fino a quando ci sarà gente». Oggi pomeriggio la situazione è apparsa tranquilla, solo una volta è intervenuta l’ambulanza per un piccolo malore, resta alla fine dell’abitato di Sefro, un presidio della polizia in assetto antisommossa, ma in alto, dove a farla da padrona è la musica, tutto resta sotto controllo degli organizzatori.
Situazione diversa invece ieri quando un ragazzo, a causa di allucinazioni causate dalla droga, si è inferto una ferita al polpaccio con un vetro e un altro giovane è fuggito dentro ad un bosco ed è stato rintracciato dai soccorritori (leggi l’articolo). «Siamo tutti amici, quando vogliamo organizziamo – continua il giovane – chiunque se vuole può venire di persona, noi andiamo e occupiamo una zona, è questo che facciamo, qui non manca nulla, siamo attrezzati, ci sono i bar, la pizzeria, tutto quello che serve per rimanere più giorni. Se qualcuno esagera è il gruppo stesso che lo allontana». La festa dovrebbe durare almeno sino a lunedì prossimo, anche se si tratta di un evento illegale e non autorizzato, molte targhe dei mezzi di trasporto sono coperte. Al momento restano un migliaio circa di partecipanti, per gran parte italiani, ma non mancano francesi, olandesi, sloveni e tedeschi. Ci sono alcune famiglie con bambini piccoli, in altri rave sono state organizzate per loro aree gioco. C’è un viavai continuo, tra chi riparte e se ne va, come in un porto franco, un’installazione artistica contemporanea, che contrasta con la quiete consueta del paesaggio montano, specie per i suoni meccanici e rumoristi sparati dagli amplificatori. «La taz (zona temporaneamente autonoma) è un’insurrezione contro lo Stato, un’operazione da guerriglia che libera una zona, di terra, di immaginazione, di tempo, per poi dissolversi prima che lo Stato la schiacci, per poi rinascere altrove nello spazio e nel tempo», si leggono le parole di Bey nel manifesto del raduno. Prosegue il testo con la dichiarazione di intenti di chi attraverso il divertimento alternativo, critica l’assetto sociale dominante: «Non possiamo accettare una società in cui vige la legge della sopraffazione sull’altro, l’egoismo più becero, l’individualismo sfrenato. Riteniamo fortemente necessario essere liberi di uscire dalle dinamiche di sfruttamento che la realtà quotidiana ci impone, provando a dar vita ad una comunità autogestita, dove la musica diventa linguaggio, la danza e il teatro liberatori e la festa un vivere collettivo».
Volevo ringraziare la giornalista che ha scritto quest’articolo per la grazia e la maestria delle sue parole e tutto in onor del vero come un giornalista dovrebbe fare. Grazie di vero cuore. Grandissima
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Debbono uscire da una dinamica di sfruttamento, dicono, quindi si drogano e vanno in montagna ad occupare terreni che sicuramente hanno proprietari e se accade qualcosa di grave, ci va di mezzo il proprietario ignaro di tutto.Veramente bello.
..sai che ricchezza per le zone terremotate; probabilmente tra qualche mese nasceranno ‘spontaneamente’ delle piante di marijuana che, secondo alcune leggi vigenti, potranno essere coltivate nella zona (con grossi introiti per gli abitanti) per un uso terapeutico, si, terapeutico a combattere la sopraffazione delle dinamiche di sfruttamento, e per poter permettere a questi bravi ragazzi di essere liberi di poter fare e sfasciare tutto quel che gli pare, in piena libertà di farsi, danzando e cantando, gli affaracci propri in perfetta anarchia. Fantastico!! gv
Made in Italy….
Rave: Festa notturna clandestina organizzata perlopiù in luoghi dismessi come fabbriche magazzini e anche all’aperto, dove moltissime persone si ritrovano per ballare e in cui è diffuso l’uso di droghe. Questo è il significato che si da solitamente alle feste rave. Quella dell’articolo è si un free rave ma ha una storia che parte da lontano. Forse si potrebbe far risalire ad una festa data nel 1518, a Strasburgo, centinaia di persone presero parte a quella che fu denominata “Piaga del Ballo”: inspiegabilmente circa 400 persone si misero a ballare in strada per giorni e giorni, fino ad un mese. Convinti che “questa febbre del ballo” si sarebbe esaurita dopo pochi giorni si allestirono un palco e furono pagati musicisti e ballerini esperti per dare ritmo e coreografia ai danzatori che continuavano a ballare fino allo sfinimento. Hanno anche un decalogo ma mi sa che fa più proseliti quella scritta: ” Supera i tuoi limiti”. Descrizione da parte di un giornalista:” Dentro un gran fermento. Cinque o sei persone preparano con il bilancino le dosi di polvere bianca. Cocaina? Macché. Troppo costosa e troppo da “fighetti”, sostengono qui. E’ amfetamina mischiata con l’ammoniaca. Mezzo grammo costa 35 euro. Qualcuno “cucina” la ketamina, un anestetico liquido per cavalli che scaldato si solidifica e diventa polvere. Si vende anche mdma (il principio attivo dell’ecstasy).
Ci sono dei fogli sui tavoli, ma non servono per disegnare. Qui li chiamano cartoni e sono imbevuti nell’lsd. Diventeranno centinaia di trip “. Si balla tutta la notte anche attaccati a casse messe l’una sull’altra e diffondono una musica esplosiva. Ma credo io, che la cocaina sia molto presente ai rave. Si balla tutta la notte e poi chi ci riesce prende la strada di casa o aspetta di essere in grado di farlo.
una volta si definivano “gioventù bruciata”, io direi meglio “gente persa ed inutile”