«Parlare di parcheggio sotto l’ex ente fiera, equivale a voler dichiarare di demolire l’arco». Tira fuori un aspetto ancora non dibattuto l’ex sindaco di Civitanova Tommaso Corvatta intervenendo nel dibattito caldo in questa settimana pre estiva: i parcheggi a pagamento per il lungomare.
Dopo il no dei balneari all’ipotesi prospettata dall’assessore Fausto Troiani di valutare la proposta di un privato per ricavare posteggi sotto l’ex arena Barcaccia, il consigliere Corvatta sottolinea un aspetto collaterale di tutta la faccenda, ovvero rinunciare all’arco in cemento di Oddone Belluzzi, opera di archeologia industriale della scuola del Nervi. «Ho aspettato nell’intervenire sulla discussione che si è sviluppata in questi giorni attorno ad un ipotetico parcheggio sotto l’ex ente fieristico, perché mi è sembrato inverosimile che non si levasse nessuna voce che almeno chiarisse un aspetto fondamentale – dice Corvatta – tutti gli esperti civitanovesi infatti sanno che l’ardita curvatura dell’arco è stabilizzata da una struttura catenaria in ferro e cemento armato sottostante e sotterrata: scavare sotto di esso equivale a distruggere tale struttura e quindi a demolire l’arco. Ecco perché non è proprio pensabile ipotizzare un parcheggio lì, vorrebbe dire distruggere quello che è divenuto immediatamente uno dei tratti caratteristici della nostra città. Se si ipotizzano poi parcheggi anteriormente o posteriormente ad esso, allora bisogna comunque farlo con un un progetto e dei costi in mano, e non dispensare battute che di per sé non hanno senso. Un parcheggio sotterraneo posto anteriormente al varco, difficilmente troverebbe le disponibilità finanziarie per la sua realizzazione, in quanto considerato poco appetibile dagli eventuali finanziatori, un parcheggio sotterraneo ad ovest del varco potrebbe stimolare i finanziamenti, ma allora ha ragione Silenzi quando afferma che sicuramente non basterebbe porre a pagamento i parcheggi del lungomare sud per finanziarlo, bensì ci verrebbe una base di parcheggi a pagamento ben più ampia. Inoltre non ha senso parlare di un’opera di tale importanza, senza collegarla ad un piano complessivo della mobilità cittadina, ma questo piano, che è quello acquisito da noi nel 2016, non viene preso in considerazione da questa amministrazione. Senza un’idea complessiva dello sviluppo del traffico automobilistico e della ciclabilità cittadina – conclude Corvatta – si butta solo fumo sugli occhi o peggio, si rischiano di fare danni irreparabili allo sviluppo della città».
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