AGGIORNAMENTO – Il Gip del tribunale di Ancona il 22 luglio 2021 ha archiviato le posizioni del vice segretario e di Giovanni Bargnesi in merito a tutte le accuse che venivano loro contestate. In seguito a ciò per entrambi la vicenda giudiziaria si è dunque conclusa senza che siano emersi elementi di responsabilità alcuna.
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di Federica Serfilippi
Una vittima si era presentata in questura con le stampelle, sorretta dai familiari, perché da sola non riusciva più a camminare. Il suo corpo era ridotto a uno scheletro. Un’altra era arrivata a pesare 35 chili, con i livelli di emoglobina sotto i limiti e la necessità di ricorrere a continue trasfusioni di sangue. Altre ancora, per offrire i soldi all’associazione presieduta da Mario Pianesi, si sarebbero spogliate di ogni loro bene, vendendo la casa, indebitandosi e ricorrendo persino alla Caritas per mangiare. Sono i flash che raccontano le vite degli ex adepti della cosiddetta psico setta comandata dal guru del macrobiotico.
In cinque anni di indagini, gli investigatori hanno potuto ascoltare le storie di otto vittime, quattro romagnole e quattro marchigiane, che sono arrivate a denunciare l’associazione dopo essere riuscite ad uscire dal tunnel delle diete e di uno stile di vita fatto essenzialmente di privazioni. Alcune persone si erano anche rivolte all’Osservatorio Nazionale Antiviolenza Psicologica di Firenze. La prima a parlare con gli inquirenti di Forlì è stata una 44enne cesenate, entrata nel mondo macrobiotico nel 1997. La 44enne aveva trovato la forza di abbandonare l’associazione nel 2009. Serviranno quattro anni per sporgere denuncia e far aprire quello che sembra essere un vero e proprio vaso di Pandora. All’epoca, per mettere a verbale ogni dettaglio della sua storia erano serviti otto giorni. La donna era partita dallo spiegare agli agenti l’organigramma dell’associazione, composto da Pianesi, la sua segreteria e il “popolo macrobiotico costituito da capicentro e capizona”. La 44enne aveva definito l’associazione come una “setta che ha come fine l’arricchimento personale di Pianesi” caratterizzato “da un delirio di onnipotenza”. Il primo rapporto con l’organizzazione era avvenuto attraverso un vicino parente che si era avvicinato alla “macrobiotica pianesiana” alla ricerca di una via per curare una patologia per cui servivano farmaci, ben presto abbandonati per seguire la filosofia del maestro. “Aveva abbandonato il suo impiego per iniziare a lavorare per Pianesi anche 10 ore al giorno, senza ricevere compenso” aveva raccontato la 44enne. I soldi, infatti, sarebbero stati superflui davanti al regalo della salute e della libertà. I debiti dell’uomo, per donare i soldi all’associazione e seguire convegni e iniziative, ammontavano a circa 4 mila euro. Alla fine, quasi tutta la sua famiglia era stata inghiottita dal sistema, suddividendo il cibo “tra il macrobiotico che dà la vita e il chimico che porta alla malattia”. La 44enne aveva iniziato a frequentare l’organizzazione in maniera continua partendo da una delle diete di Pianesi, fatta di creme di riso e the bancha.
Uno dei casi di malnutrizione delle vittime
Stando a quanto raccontato agli agenti, solo seguendola alla lettera avrebbe potuto guarire dal problema di salute che la affliggeva. I componenti della segreteria sarebbero anche arrivati a dirle, di fronte a delle analisi del sangue sballate, che “gli esami clinici non erano attendibili perché si riferivano a persone con una alimentazione chimica e che non valevano per il popolo macrobiotico”. La donna, le cui condizioni di salute era peggiorate col il trascorrere del tempo, aveva anche presenziato ai convegni di Pianesi. Durante un incontro si era sentita male. Interrogata da alcuni adepti su cosa avesse mangiato poco prima, per lei era scattato il rimprovero, perché il cibo consumato non era previsto dalla dieta. “Mi fecero sentire in colpa” ha raccontato la donna che poi, secondo quanto emerso, era stata costretta a fare pubblica ammenda. Proprio durante quel convegno è emersa la filosofia di Pianesi, contenuta negli atti del fascicolo d’indagine: “Bisogna fare tutto quello che dice lui (Pianesi, ndr), in modo da guarire sia le malattie fisiche che quelle dell’anima e ripulire il nostro karma. Qualsiasi messa in discussione, ragionamento o domanda sul perché fare o non fare, mangiare o non mangiare, sono solo una perdita di tempo perché lui ha già sperimentato tutto su di sé, sacrificandosi con infinito amore per noi e per l’umanità”. Oltre a Pianesi sono indagati la moglie, Loredana Volpi, Giovanni Bargnesi, il vice segretario (entrambi della segreteria centrale di Upm). Le contestazioni sono associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale.
(Servizio aggiornato alle 17.22)
Smantellata “psico setta” macrobiotica: prometteva miracoli per curare malattie
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Mario Pianesi doveva ricevere la città onoraria di Macerata da parte dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Carancini. Mi sono opposto energicamente, come consigliere comunale, portando alla rinuncia dell’Amministrazione. Avevo visto bene le tante opacità che c’erano dietro.
Incredibile è come se a Macerata si fosse aperto il vaso di Pandora… Prossima pazzia/bizzarria maceratese???
Il comune di Civitanova, nella scorsa legislatura, gli ha conferito la cittadinanza onoraria essendo tutti d’accordo, maggioranza e opposizione. Solo noi invece non condividevamo quella scelta. Civitasvolta aveva chiesto la cittadinanza onoraria per Salvatore Borsellino! Complimenti per la scelta
bisogna essere …a tutti costi.
ma bisogna dare…allora,tutti al bar….il bar e’ chiuso torniamo a casa.
Ma abbiamo speso.
Il bar era chiuso…miracoli urbani.