Fibrillazione nel Pd maceratese per le candidature alle politiche. Il partito è sempre separato tra l’ala maggioritaria degli ex Dem che hanno portato alla rielezione del segretario provinciale Francesco Vitalia e l’area dei primi renziani, capitanata dal senatore Mario Morgoni. Il sindaco di Appignano Osvaldo Messi, che aveva sfidato Vitali alla segreteria, chiede ai possibili candidati di non presentarsi alla direzione provinciale convocata per lunedì 22 gennaio per esaminare i temi legati alla campagna elettorale già aperta e in particolare alle proposte di candidature per il Parlamento. Messi ha inviato una mail ai componenti dell’assemblea provinciale: «Siccome si tratta di una materia delicata e si parlerà di persone, ritengo che sarebbe opportuno, anche per garantire un confronto il più possibile sereno, oggettivo e distaccato, che i diretti interessati in quanto possibili candidati, si astengano dal partecipare a questa riunione». Con le candidature della deputata Irene Manzi e del segretario regionale Francesco Comi date quasi per certe, resta in ballo quella dell’ex assessore regionale Sara Giannini indicata per il maxi collegio per il Senato Marche 3 (che comprende Ascoli, Fermo e Civitanova) dalla direzione provinciale di Ascoli, forte anche del legame con Luciano Agostini. I renziani, forti del 40% alle provinciali, rivendicano almeno una candidatura e hanno messo sul tavolo oltre alla possibile ricandidatura del senatore Mario Morgoni, un nome espressione della società civile come indicato da Matteo Renzi: l’ex rettore di Unicam Flavio Corradini. Mario Morgoni, dal canto suo, appoggia la richiesta di Messi: «Concordo pienamente con la sua proposta, io non avrei partecipato comunque. In questa campagna elettorale assistiamo a una corsa sfrenata alle auto candidature , un partito come il Pd ha il dovere di testimoniare che i suoi dirigenti hanno scelto la politica non come percorso di carriera ma come condivisione di un progetto di società».
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La politica ha perso gran parte della sua dignità da quando per chi vi si dedica,fatte poche eccezioni,da una questione di passioni,di ideali,di spirito di servizio si è trasformata in questione di portafoglio,di ricco sbocco professionale,nella venerazione del dio denaro sempre più diffusa.
Un partito che candida persone come Comi e la Giannini ha perso completamente la propria ragion d’essere.
Anzichè preoccuparsi di recuperare il proprio legame con il territorio e la società civile, già distrutto dalla patetica incapacità messa in campo nella gestione del terremoto, il PD candica arroganti burocrati, già notevolmente ed immeritatamente avvantaggiati dalla politica e preoccupati solo ed esclusivamente per la loro carriera.
Sinceramente è uno schifo!
Che il Pd sia un ancora un partito è tutto da dimostrare. Dovrebbe avere una base ideologica portata avanti nel tempo e nella difesa dei principi prefissati. Posto che una volta lo fosse, adesso è tutta un’altra cosa,senza una idea di base che per cui giustificarne l’esistenza. Quindi completamente spersonalizzato, svuotato da quelle idee che partite tempo fa, sono scemate in maniera direttamente proporzionale al cambio del nome. Nuovo nome, via una buona parte dell’essenza da cui era formata e cosi via. Così alla fine ci troviamo a chiederci ma perché uno che voterebbe per il Pd, lo fa? Quali motivazioni lo legano a questo partito che ha gettato nelle ortiche la carta d’identità ed è rimasta senza un documento da cui uno potrebbe dire: ” Il PD e questo, questo e questo che nella migliore traduzione che si potrebbe fare corrisponderebbe che trattasi di un agglomerato di persone legate dallo stesso e poco onorevole scopo. Scopo che è quello di cercare soluzioni economiche personali di rilievo giocando anche sui partecipanti meno scaltri a cui resta il risicabile pensiero che la prossima volta tocchi a loro. Questo, chiaramente riguarda il Partito con la P maiuscola, fatto dai suoi elementi di spicco che amano riunirsi per il gusto di parlare, ma a vanvera, non come si farebbe in una cantina tra ubriaconi o in un sofisticato salotto della capitale. L’unico scopo, come ho già detto e fregare tutti e vincere una competizione che li porti a qualche scranno e nel frattempo ad occupare qualche poltrona fregandosene di etica, rispetto per il prossimo e per lo Stato che vorrebbero andare a rappresentare. Poi una piccola considerazione a parte su questi furbastri che si macchiano di occupazione impropria di poltrone togliendo lavoro a chi è più meritevole seppur per periodi circoscritti:” Vergognatevi!”. Per gli altri che votano Pd, un salvagente bisogna lanciarlo per non farli affogare in un mare in cui non nuotano più da un pezzo credendo che ancora ci sia. Io, Bommarito più che chiedermi se il Pd ha ancora ragione di esistere, mi chiederei come fanno Comi e la Giannini ad avere il coraggio di candidarsi, oltretutto con buone probabilità di successo senza avere niente dietro a qualificarne qualche merito.