Elezioni politiche, le grandi manovre:
i papabili per un “posto al sole”

IL COMMENTO - Nel centrodestra Forza Italia e Lega hanno rimandato la scelta dei candidati marchigiani a dopo le feste. Fermento in area Pd, difficile trovare la quadratura che accontenti le varie anime del partito: Comi in pole, sempre più possibilità per Lucia Annibali. Sembra tramontata l'idea dell'ex rettore Unicam Flavio Corradini. Manzi e Morgoni verso la riconferma, anche se quest'ultimo dovrà vedersela con la Giannini. Il dossier dei dem sui collegi più a rischio. A sinistra Massimo Montesi dovrebbe essere della partita

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di Fabrizio Cambriani

Con molta probabilità tra un paio di mesi – giorno, più giorno meno – prenderà il via ufficialmente la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento. È già partita però la corsa per un posto al sole, cioè per quelle candidature che hanno concrete probabilità di trasformarsi poi in elezione. 
I sondaggi nazionali danno dovunque in vantaggio la coalizione di centrodestra, seguita dal solitario Movimento 5 Stelle e solo in terza posizione la coalizione di centrosinistra che vede al centro in nucleo forte del Partito Democratico con la serie di minuscoli satelliti che gli orbitano attorno. Buoni ultimi quelli del quarto polo di sinistra.

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Simone Baldelli

Con il paracadute del beneficio di inventario, provo oggi a tratteggiare questi scenari, supportato da notizie ottenute faticosamente direttamente nei Palazzi. Fonti particolarmente attendibili rivelano che la coalizione di Berlusconi ha rinviato ogni decisione sulle candidature a dopo le festività natalizie. L’unico punto fermo, qui nelle Marche, pare sia il vicepresidente della Camera, Simone Baldelli di Forza Italia che proprio l’altro giorno ha fatto destinare 80 milioni di risparmi ai terremotati, oltre ai 47 dello scorso anno. Ancora presente, ma sempre a livello di indiscrezione, il nome del sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini in quota Lega. Per il resto è tutto rimandato anche perché grazie alla innata capacità del Cavaliere di saper aggregare forze anche contrastanti, e poiché i numeri sono già dalla loro parte, in queste condizioni bisogna evitare assolutamente passi falsi. L’unica nota di rilievo che però va registrata a livello regionale è la particolare consistenza del gruppo di Idea, che fa capo a Gaetano Quagliariello e che ha arruolato, qui da noi, praticamente tutta la componente di Marche 2020 delle scorse regionali. Si tratterebbe di un apporto del 2 o 3 per cento che, spalmato su tutta la regione, potrebbe fare la differenza decisiva nei collegi uninominali. Per questa ragione quelli di Idea reclamerebbero in cambio almeno la rappresentanza di un parlamentare, attraverso un collegio garantito.

Dal Movimento 5 Stelle si sa ufficialmente che per individuare le figure da candidare in Parlamento si ricorrerà, come sempre, alle primarie via web, tra la platea dei simpatizzanti e sostenitori accreditati. Per il resto bocche cucite. Probabilmente – aggiungo io – perché anche a loro mancano ulteriori, significativi elementi, e non solo per comprensibile reticenza.
Grande invece è l’attivismo sotto la parte di cielo del centrosinistra e del Pd in particolare, dove le manovre si svolgono, se non altro, più alla luce del sole. Forte di nove deputati alla Camera e cinque al Senato, l’unica cosa data per certa è che al partito di Renzi toccherà, in questo giro, una pesante cura dimagrante fino al punto di arrivare a quasi dimezzare gli eletti. Una corsa, dunque, senza nessuna esclusione di colpi tra tanti agguerriti concorrenti che lottano per i pochi posti disponibili.

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Francesco Comi

L’unico che parrebbe dato per sicuro, logica alla mano, è il segretario regionale Francesco Comi. È il solo esponente di Areadem (la corrente di Fassino e Franceschini) in corsa per il Parlamento. Dalla sua ha l’appoggio di molti sodali della stessa area presenti in giunta regionale e soprattutto sui territori. Particolarmente inviso al duo pesarese Ricci & Morani, Comi però, ha saputo rivelarsi autorevole e inclusivo, giocando la carta del pesarese Marchetti quale incaricato, in coppia con Agostini, per individuare le future candidature. C’è da aggiungere che il duo Ricci & Morani, in questo periodo è  in crisi e decisamente fuori dalle grazie di largo del Nazareno. Il primo, il sindaco di Pesaro, ha fatto letteralmente andare in bestia gran parte dei più importanti sindaci del partito la sera stessa delle elezioni in Sicilia, affermando, in tv ancora a scrutinio chiuso, che quella era una sconfitta minima e pure annunciata. Nella chat WhatsApp degli amministratori sono volate parole irripetibili e richieste di dimissioni. La Morani, che fino all’altro giorno, invocava posti in lista per la società civile, in particolare nel Maceratese – chiara l’allusione all’ex rettore di Unicam Flavio Corradini – si ritrova come concorrente l’avvocata pesarese Lucia Annibali, forte di tanta popolarità, attinta pure dalla recente fiction televisiva.

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Lucia Annibali

Un posto garantito sul proporzionale, salvo colpi di scena, spetterebbe pure al fermano Francesco Verducci, l’unico marchigiano in quota Orfini e da sempre aderente alla corrente dei giovani turchi. Considerato che un paio di posti garantiti saranno verosimilmente riservati dal nazionale resta la battaglia sui collegi che si prevede tutt’altro che semplice. Uno studio del tutto riservato commissionato dal Pd, ne dava due agevoli (Pesaro e Ancona) due contendibili (Macerata, Fano) e due difficili (Fermo e Ascoli). Va sottolineato che i collegi del Maceratese insistono su due altre provincie (Ancona e Fermo) e anche per questo si rivelano particolarmente disomogenei. Poi, stando ancora alle indiscrezioni dei sondaggi, le difficoltà nel farsi eventualmente eleggere non sarebbero di poco conto.

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Irene Manzi

Le autorevoli voci raccolte sono tutte concordi sul nome di Irene Manzi, per il collegio di Macerata-Osimo mentre per quello di Civitanova-Fermo sono in ballo quelli di Mario Morgoni e Sara Giannini. Il primo, benché convintamente renziano sin dalla prima ora, si è nel corso del tempo, sempre più allontanato dal gruppo dirigente regionale fin quasi all’isolamento. La Giannini che si è costantemente caratterizzata per un sempre marcato dualismo con Comi, stavolta ha viceversa fatto gruppo comune con lui nell’ultimo congresso provinciale. Sottolineo questo aspetto perché credo che alla fine, l’individuazione e soprattutto la responsabilità delle candidature sui collegi uninominali – in particolare in quelli border-line – sarà demandata alla direzione regionale.

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Flavio Corradini

Sembra bruscamente tramontata, almeno ad oggi, ogni possibilità per Flavio Corradini ex rettore di Unicam, in quanto personalità di rilievo proveniente dalla società civile. È stato uno dei grandi assenti alla Leopolda che ha visto invece, come abbiamo già accennato prima, protagonista marchigiana assoluta Lucia Annibali. Un’applauditissima ospite d’onore accompagnata per mano, personalmente dalla Boschi, sulla prestigiosa ribalta politica fiorentina.

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L’onorevole Piergiorgio Carrescia

L’ultimo tassello è il collegio uninominale del Senato che, stando così le cose, dovrebbe essere assegnato all’anconetano Piergiorgio Carrescia, già relatore di uno dei decreti sul terremoto. Si tratta di un territorio sterminato ed eterogeneo che comincia dal porto Ancona e arriva fino alle sciovie di Bolognola, attraversando Jesi e passando anche per Fabriano.
Nessuna notizia di candidature dal quarto polo di sinistra formato dai bersaniani di Mdp e da Sinistra Italiana. La fervente attività politica su tutto il territorio nazionale – provincia compresa – vede, in questa fase, la costituzione democratica degli organismi dirigenti ai vari livelli. L’individuazione delle candidature sarà verosimilmente demandata ai comitati locali. Ma tutto lascia intendere che, almeno nel Maceratese, sarà positivamente valutato l’instancabile attivismo con cui Massimo Montesi, ex capogruppo in provincia del Pd, sta realizzando iniziative politiche di alto livello.



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