di Carlo Cambi
Caro sindaco se lo lasci dire lei si muove tra Neverland (l’isola, pedonale, che non c’è) e la fortezza Bastiani (il centro storico), ma ignora come è davvero la sua città, come (non) vive e non vede il declino che Macerata, un tempo grande e orgoglioso caposaldo di un contado opimo, ha imboccato ridotta nelle dimensioni economiche, svilita dal luogocomunismo culturale, erosa nella consistenza demografica e nella vitalità democratica. Accetterà spero questa missiva come un consiglio, o se preferisce come un appello, di un cittadino che è costretto ad abbandonare il centro storico divenuto ormai terra di conquista di diffusa arbitrarietà, di prevaricazione costante quando non di effettiva illegalità, Qui si vive tra schiamazzi e pozzanghere di vomito, tra risse e bottiglie rotte, tra siringhe gettate ovunque e tracotanze in una città che ha smarrito la sua vocazione, che s’accontenta di essere una piadineria sulla cui qualità è lecito porre più di un dubbio non avendo più la forza di essere né un centro d’affari e di compere attrattivo né un motore propulsivo di iniziative da esportare oltre le mura, una discoteca sgarrupata, un’accozzaglia urbana senza identità. Me ne vado dal centro storico espulso dalla invivibilità causata dalla tracotanza altrui e dall’assoluta indifferenza di chi dovrebbe far valere il diritto dei residenti a vivere la città.
Consentirà che la tedi per qualche riga sulle mie vicende personali. Non si preoccupi: ciò che dirò pur essendo molto politico non ha nulla di politico. In mancanza di opposizione a Macerata si vive una sonnacchiosa democratura e a suo merito va il fatto che nonostante lo abbiano lasciato solo al comando lei ci mette ancora passione e dedizione. Ma è proprio questo il punto; mancando le visioni critiche se non ridotte a trascurabili beghe – de minimis non curat praetor e del resto guardando al centrodestra e ai suoi componenti in consiglio vale il detto marchigiano che le cerque non fa li melaranci – ella si trova a specchiarsi nel suo proprio operato e non può che concluderne che è il meglio del possibile. O forse no. Io mi limito in questa lettera a proporle lo scenario reale della mia Macerata: sarà lei a decidere se il mio dire sia commendevole o sia la solita lagnanza del cittadino incontentabile.
Da alcuni mesi, essendo la mia casa di via Mozzi inagibile per il terremoto anche se c’è voluto del bello e del buono per convincere un tecnico del Comune ad attivare le schede fast e a esaminare la stabilità degli edifici: il solerte funzionario (ho le registrazioni, occhio!) s’è lasciato scappare che se avesse dovuto avallare tutte le inagibilità il Comune non avrebbe retto all’impatto economico, sono sfollato in corso della Repubblica. I maceratesi di vecchia data mi dicono esser stato il salotto buono e una delle vie dello shopping e dello struscio più cool del Centro Italia. A considerarlo oggi e nonostante gli sforzi dei commercianti sembra una viuzza. Tranne che tre sere alla settimana quando si trasforma prima in un bivacco, poi in una delle peggiori periferie di Caracas (lo dico facendo il verso ad uno spot, non ho proprio nulla contro i venezuelani e la loro capitale) e infine in una latrina.
Le chiamano serate universitarie e a osservarle c’è da nutrire più di un dubbio sulla nostra accademia! In particolare ci sono due locali che fanno discoteca fino alle 4 di notte, che consentono che si beva fino a quell’ora e lasciano che gli avventori portino le bottiglie all’esterno, alimentando questa particolarissima movida al succo gastrico con minzioni abbondanti e urla assordanti e che immagino prosperino su di essa. Per tre sere alla settimana corso della Repubblica – peraltro isola pedonale ante litteram di Macerata – è riservato dominio dei barbari. Se vuole conferma si rivolga agli addetti alla pulizia delle strade che sono costretti a recuperare vetri rotti in gran copia e a disinfettare la strada dalle pozzanghere di vomito e di escrementi che i barbari della notte lasciano. Lo so che volendo la si potrebbe definire vivacità culturale, ma questa via gastrica alla conoscenza mi lascia qualche perplessità. I ripetuti appelli alle forze dell’ordine si rivelano inefficaci e spero che la procura della Repubblica assuma questa mia lettera come notizia criminis. Sperare nei vigili urbani è cosa non buona e ingiusta: loro devono multare per convogliare verso il Park-sì e comunque nelle notti folli di corso della Repubblica non hanno mai dato segno d’esistenza in vita nonostante i loro stipendi siano erogati in forza delle nostre tasse non trascurabili per entità.
Ma a lei caro sindaco chiedo queste semplici cose: è in grado di far controllare se i suddetti locali hanno le licenze in regola? Come prima autorità sanitaria è in grado di rassicurare i cittadini che le deiezioni e i rigurgiti “universitari” non costituiscono pericolo per la salute pubblica? Come controllore dei vigili urbani e perciò responsabile della sicurezza pubblica lei sindaco è in grado di farci sapere se la somministrazione di alcolici in bottiglia è lecita dopo una certa ora e se il volume della musica, l’assembramento in ore notturne costituisce o meno violazione delle disposizioni di legge? E infine come primo cittadino, giusto per far valere che le tasse e la legge sono uguali per tutti, le chiedo: potrebbe sollecitare la guardia di finanza a farsi un giro per verificare se gli scontrini sono regolari e così la denuncia dello spettacolo alla Siae con la play list dei brani che vengono propagati oltre ogni limite di umana sopportazione? Perché sa sindaco se lei sguinzaglia gli urbani a far multe con l’intento lodevole di alimentare il Park-Si, ma poi trascura di far applicare la legge anche per altre incombenze che la riguardano (le licenze, gli orari, i decibel, il decoro urbano, le previsioni sanitarie) allora quelle multe non sono più ammende per violazione di legge, ma diventano gabelle medievali imposte da chi con arbitrio impone non la norma, ma la protervia del potere.
Una di queste sere al culmine della sopportazione ho chiamato il 113 restio assai a far intervenire una volante per tacitare gli amplificatori e disperdere i vomitatori con l’obiezione “noi mandiamo gli agenti, ma tanto poi ricominciano: faccia un bell’esposto al questore piuttosto”. Come dire: si dia pace, non c’è soluzione. Ma c’è prevaricazione. Ora caro sindaco apprendo da Cronache Maceratesi – preziosissimo strumento d’informazione che ci consente di essere comunità – che lei lodevolmente persegue la chiusura del centro storico alle auto e prosegue nella concertazione con i commercianti per arrivare ad una soluzione condivisa. Per ora io mi accontenterei che chiudesse d’imperio quei locali che rendono invivibile il centro, ammesso che ve ne siano le condizioni e le previsioni normative. Siccome non lo farà so già che dovrò chiudere casa e andarmene. Magari a Civitanova così contribuisco alla crescita demografica della costa che ormai inevitabilmente insidia la centralità territoriale della nostra fu provincia.
Da questa mia esperienza però voglio trarre alcune indicazioni più generali. Lei ha comprato il Park-Si – lasciamo perdere che probabilmente si poteva indurre la Saba a recedere dalla convenzione senza pagare – ritenendolo pilastro di un disegno complessivo di città e giustamente afferma: se do parcheggio posso chiudere il centro e restituirlo a una dimensione urbana. Ora lo so che lei è rimasto nel Pd e che i riferimenti che sto per proporle stanno più con Articolo 1, ma vede nel vecchio Pci c’era qualcosa di buono, c’erano delle teste pensanti. Se lei avesse un po’ di cultura urbanistica e si rileggesse prima Campos Venuti, poi Pier Luigi Cervellati scoprirebbe che la tutela e il rilancio dei centri storici non possono prescindere dalla residenzialità. Pensi che Cervellati è arrivato a inventare gli orti urbani – poi imitati da tutta Italia – per consentire agli anziani di mantenersi cittadini dei centri storici. Egualmente si è tentato di fare con gli artigiani e con la tutela delle botteghe e dei locali storici. Lei sta disegnando invece il centro storico di Macerata come la fortezza Bastiani di Dino Buzzati (le farò recapitare in Comune Il deserto dei Tartari, magari lo legge e comprende il mio punto di vista) come una vuota munizione arroccata su di un colle per difendersi da nemici inesistenti senza comprendere che i veri nemici stanno all’interno e sono l’isolamento, l’autoreferenzialità, la mancanza di spinta ideale.
Per fare un centro storico non bastano alcuni spacciatori di calorie più forse alcuni altri spacciatori, non bastano le serate universitarie. Per fare i centri storici servono prima di tutto i residenti, poi gli opifici e le dotazioni culturali, poi i commerci, infine gli svaghi. Invece lei caro sindaco agisce esattamente al contrario. A pensar male si potrebbe ritenere che ella abbia una propensione ad espellere residenti dal centro storico per convogliarli sulle zone limitrofe dove s’affolla l’invenduto dei nostrani palazzinari. Pensano così anche per il post sisma e dunque lei è perfettamente in linea. Da un’amministrazione che ha concepito lottizzazioni come via Trento, come le Vergini, come la Pace è lecito attenderselo. A pensare ancora più male si potrebbe ritenere che essendoci in vista elezioni politiche a breve ella aspiri – e giustamente – a emigrare a Roma così si tiene buono il coté dei commercianti, sollecita con iniziative le periferie e lascia alla sua successora al soglio comunale una buona piattaforma ideologica da sbandierare. Questa si chiama politique d’abord, non buona amministrazione!
Ai nostri anziani quali spazi di agibilità garantisce ella in centro storico? E ai bambini? Lei crede che la città viva di quattro salti in padella e quattro salti sul corso in attesa della barella per il coma etilico? Avessero una piscina dove sfogarsi questi universitari magari affogherebbero l’alcol nell’acqua, le vasche le farebbero sul serio e non in corso della Repubblica fradici di alcol e storditi dalla musica (?). I centri storici vivono e hanno un senso e dunque ha massimamente senso chiuderli alle auto e renderli fruibili e nella loro reale dimensione – quello di Macerata è talmente piccolo che davvero non esiste ragione per farci passare le automobili – se sono dei luoghi e cioè – per dirla con Marc Augé – se restano identitari, storici e relazionali. Ma l’identità al centro la danno i residenti e gli operatori, la relazionalità è data dagli spazi urbani, la storicità sta nell’esaltazione della struttura urbanistica, delle architetture e delle storie (intese come biografie dei residenti) e della Storia. La faccio riflettere su di un dato. I bei palazzi di Macerata hanno avuto una funzione e una loro vicenda: chi la conosce? Com’è che per le giornate del Fai non c’è nessun fermento a Macerata? Com’è che dopo averlo ristrutturato palazzo Bonaccorsi è rimasto un ibrido?
Vede sindaco lei negli ultimi tempi si è molto speso in riunioni di architetti e ingegneri nel post terremoto – forse anche per nascondere alcune ignavie sul caos ricostruzione? – perché non convoca urbanisti e architetti a disegnare la città nella sua fruibilità? Lei annuncia il nuovo polo scolastico alle Casermette, ma se guarda alla città si renderà conto della contraddizione urbanistica in cui viviamo. E sa perché? Perché Macerata non ha più né una vocazionalità, né, forse, un’identità. L’abbiamo affogata in un mare di birra e di decibel a beneficio di una volgarissima concezione del centro storico come bivacco dei barbari. Perché lei a chi risponde che la città declina replica con le aperture dei localini mangerecci, ma si dimentica che ci sono spazi come l’ex Upim, come l’Oviesse, come la Banca d’Italia enormi e deserti, che lungo strade del centro come via Gramsci o corso Matteotti – solo per dirne un paio- le attività commerciali morte non sono più risorte, lei non vede la fuga continua di esercizi verso i centri commerciali, non s’accorge che in centro storico non è rimasto nulla di produttivo, che la città ha perduto le sue abilità artigiane e le proprie sapienze culturali. E’ una grande e lodevole idea quella del campus universitario urbano, caratteristica peraltro di Macerata, ma è indispensabile che la presenza degli studenti sia bilanciata da quella dei residenti, che la città si esprima nella sua forma di società complessa e comunità coesa. Vede sindaco la competizione tra territori oggi richiede che le dotazioni delle città siano potenti e contemporanee. Se l’università vuole fare il campus urbano ed essere competitiva anche nella capacità di accoglienza deve fornire cinema, teatro, palestre, centri medici, piscine (scusi l’insistenza), negozi, luoghi di aggregazione, librerie multitasking, vera connessione permanente, mobilità efficiente. Le pare che bastino dei bar rivestiti da discoteche per essere competitivi? E lo scambio studente-residente dove avviene se il residente è espulso e lo studente (anche con gli affitti in nero) è ridotto a merce?
Lei procederà – dicono le Cronache – alla pedonalizzazione di concerto con gli operatori e lento pede, ma fermo nella determinazione. Bravo! Pero mi lasci dire: una volta che ha pedonalizzato che farà della città? Che il suo sia un approccio più ideologico e in larga misura propagandistico oltreché giustificazionista dell’incomprensibile spesa del Park-Sì, che non programmatico lo dimostra il fatto che la nostra è l’unica Ztl d’Europa chiusa di giorno e aperta di notte. Di giorno è chiusa perché si vede, di notte è aperta perché chi se ne frega se il centro diventa ostaggio dei barbari. Giusto sindaco: tanto lei se ne sta chiuso nella fortezza Bastiani!
Con ossequi, le manderò i saluti dalla mia nuova residenza.
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Sì infatti come si è comportato giovedì sera scorso si è visto che persona civile è. Al posto del dialogo è venuto dentro un locale ha staccato tutte le spine ed ha sbraitato. Bella educazione che ha avuto. Poteva tranquillamente e civilmente esporre le sue ragioni.
Più che una lettera aperta è un poema, ma le problematiche esposte sono serie e condivisibili, onestamente parliamone
Eccellente analisi di un centro storico che non esiste più. Concordo pienamente su ogni punto, peraltro scritto in modo egregio, ma temo che rimarrà lettera morta in un angolino di un cassetto della “fortezza Bastiani”…
BRAVO! io abito in via s.maria della porta e le condizioni sono le stesse….vicolo della rota è pieno di tracce umane …..urina e vomito…bottiglie frantumate… la notte i “barbari” schiamazzano sotto le ns finestre……probabilmente c’è la volontà di cacciare noi residenti del centro storico, per dare spazio a questi personaggi!
La piadineria rende l’idea perfettamente…. Come il vomito del fine settimana….. Complimenti x la descrizione azzeccata e veritiera….. Concordo al 100%
Penso che una cosa non esclude l’altra…ma i primi veri “imprenditori”, motore del centro storico, sono i RESIDENTI e forse è ora di tutelarli. Macerata non vive con chi si prende un caffè alle 14 facendo sosta selvaggia su posti residenti, invalidi o addirittura in aree dove parcheggi non ce ne sono, né con l’universitario di turno che si ubriaca di giovedi sera e urla per le vie. Forse vale più di tutto questo chi investe mila e mila euro in un appartamento in centro storico, stabilendo li la sua famiglia e la sua quotidianità (scelta coraggiosa oggi!), foraggia l’APM con vari permessi nonchè tutte le attività commerciali, contribuendo allo sviluppo vero e a lungo termine del centro. Purtroppo chi è fuori del centro ha sempre la tendenza a non essere rispettoso e dall’altra parte i residenti continuano a subire e subire da parte di gran parte di visitatori sprovvisti delle basi minime della civiltà. Il problema è sicuramente dell’amministrazione ma le persone ci mettono del loro!
da residente del centro tutta la mia stima signor Cambi anche se dubito fortemente che questa sua missiva possa procurare anche il sol minimo turbamento al destinatario della stessa….
non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire..
poco tempo fa’ e’ stato approvato in cdm un decreto sicurezza che comprende , tra le altre cose , vivibilita’ , decoro urbano e contrasto alle varie illegalita’…
lei signor Carancini ne ha mai sentito parlare ?
Bravo Carlo noi residenti ne sappiamo qualcosa ormai tutto il centro sta diventando una latrina tra vomiti,bisogni e altro !!
Peccato che il signor Cambi abbia scoperto che c’è vita in corso solo xche costretto a spostarsi da via mozzi sennò non gli poteva fregare di meno.
Una critica costruttiva che andrebbe presa in considerazione, anche in virtù del fatto che è stata mossa da un personaggio che ha da sempre divulgato il verbo “Maceratinis” molto meglio e molto di più di tanti altri pistacoppi veraci ma incapaci, lui che viene dalla Toscana, ha spesso lodato in lungo e in largo le qualità della ns popolazione e del ns territorio. Una vera e propria “denuncia”.. online.
Una volta chi cercava tranquillità si comprava casa in campagna.
Caro signore… da maceratese mi sento di ringraziare questi 4 imprenditori che tengono in vita una città piegata dalla crisi…. le consiglio di traslocare il prima possibile.. magari verso un posticino tranquillo nelle nostre stupende campagne…. il centro storico deve rimanere vivo…. non un ricovero per vecchi!!!
peccato che il ns sindaco se la legge se ne frega di quello che ha scritto !!!! acquistato il park si si passa al pol scolastico cosi se fa bello …..
parole sante
Ma facciamola finita co ste polemiche vuote e stupide!!!! In tutte le città universitarie italiane ed europee c’è VITA! Basta con queste esagerazioni dantesche, andateve se non state bene e fate vivere Macerata!
Un residente in centro che se ne va dovrebbe farlo con la gioiosa consapevolezza di lasciar spazio all’avanzata della Grande Rivoluzione Culturale, e quindi congedarsi con parole evocative di delicate immagini, il “che cento fiori fioriscano, che cento scuole di pensiero gareggino” del Grande Timoniere è la formula alla quale ci si dovrebbe ispirare.
Cioè come come??? quindi il centro di Macerata vive grazie ai residenti che pagano il parcheggio dell’APM??? forte questa…. lei compra lì’appartamento in centro e alla collettività che glie ne torna?!?! boh… vabè…. quindi a vostra tutela che pretenderebbe mi scusi??? che dopo la camomilla il centro si spenga per permettervi di riposare in pace?!? premesso che vanno sempre condannati gli atti di inciviltà e di maleducazione…. le dico che quando si sceglie dove vivere bisognerebbe valutare i pro e i contro…. se per voi la pace e la tranquillità sono necessari andate in periferia… o in campagna… che state a fare nel centro storico di una città universitaria?!?
Non mi sembravate però tanto contenti quando Macerata era deserta perchè gli studenti erano tutti fuggiti dopo le scosse. Anche io sono un universitario e anche io vivo in pieno centro storico. Generalizzare dicendo che sono gli universitari a creare questi disagi mi sembra esagerato, anche perchè io stesso mi sono trovato più volte a mandar via ragazzi che urinavano sotto il portone di casa mia e vi dico che tutto erano tranne che universitari. Dovete solo ringraziare Dio se gli universitari (e purtroppo non tutti) sono tornati a ripopolare il centro storico, altrimenti, oggettivamente destinato ad essere un deserto. Amo questa città e bisogna prendere atto che vive grazie agli universitari. Andare contro di loro in questo modo è come andare contro gli interessi stessi di tutti i cittadini.
Ebbasta con questi luoghi comuni. Chi non abita in centro ma lo vive 1 ora non può capire miniamente del degrado che viviamo noi residenti. E sono una ragazza, anche io universitaria, che non ha 60 anni ed è la prima ad apprezzare quando c’è vita e movimento. E se tutti quanti andassero a vivere in periferia o in campagna, come suggeriscono i meri visitaori, allora si che il centro sarebbe veramente MORTO.
La.mia famiglia se ne è andata ormai da quasi dieci anni, purtroppo non c’è nessun controllo in centro, dicono sia troppo costoso, eppure io di polizia e vigili fuori dalle mura ne vedo tanti.
Daltronde l’esodo di massa dura da anni, ormai rimarranno solo case affittate a studenti e il centro diventa sempre più un grande dormitorio
Se viene a Civitanova avrà la sorpresa di trovare gli stessi medesimi problemi notturni; almeno per ciò che riguarda il centro
Signor Cambi, ma Lei la cronaca di Civitanova su Cm, la legge? Leggendo la prima parte della sua missiva sembrerebbe di no, sennò non credo che avrebbe voglia di trasferirsi sull’Adriatico. Da noi sono anni che si leggono le stesse cose.
Tutto vero. Ho visto gente in piazza ad ammazzarsi a vicenda con le pistole, ragazzi in giro col laccio emostatico e siringhe iniettarsi eroina nei bar , ragazze stuprate lasciate inermi marcire nei vicoli in pozze di sangue , prostitute con fiaccola in tutti i vicoli del centro a sbarcare il lunario , uomini coi geniali al vento che urinavano ovunque ecc ecc. …Tutto vero…..vada a vivere a civitanova, come di lei, magari nei pressi della piazza,….vedra’ che li sta meglio………ahahahahahaha
BRAVO! io abito in via s.maria della porta e le condizioni sono le stesse….vicolo della rota è pieno di tracce umane …..urina e vomito…bottiglie frantumate… la notte i “barbari” schiamazzano sotto le ns finestre……probabilmente c’è la volontà di cacciare noi residenti del centro storico, per dare spazio a questi personaggi!
Una critica costruttiva che andrebbe presa in considerazione, anche in virtù del fatto che è stata mossa da un personaggio che ha da sempre divulgato il verbo “Maceratinis” molto meglio e molto di più di tanti altri pistacoppi veraci ma incapaci, lui che viene dalla Toscana, ha spesso lodato in lungo e in largo le qualità della ns popolazione e del ns territorio. Una vera e propria “denuncia”.. online.
Ma facciamola finita co ste polemiche vuote e stupide!!!! In tutte le città universitarie italiane ed europee c’è VITA! Basta con queste esagerazioni dantesche, andateve se non state bene e fate vivere Macerata!
Il brutto è che questa situazione non è solo dentro il centro storico, basta uscire di poco dalle mura e troviamo attività dichiarate fuori norma, ma che continuano ad essere aperte
C’è ne faremo tutti na ragione.. vero??
ma l’avete mai visto il centro di una grossa/media citta’? e Macerata sarebbe tutto sto’ casino?ahahahah il centro di Macerata è un mortorio,la citta’ stà morendo,i negozi in centro chiudono perche’ non c’e’ un cane in giro per piazza e vi lamentate che c’e’ troppo casino?
Vai In campagna!!!
Quanto raffinato provincialismo
Bella analisi…puo’ valere anche come lamento funebre…
Non condivido…
dentro il centro storico è un caos, in periferia ci sono i ladri,i parcheggi sono diventati un grosso affare per le società che li gestiscono e un deterrente per i fruitori del centro; per quanto sopra la città è in forte calo demografico.
E’ una scelta dei nostri governanti o no ?
Non credo ci sia una causa specifica per cui il Centro Cittadino sia diventato quello che è diventato.
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Credo ci siano diverse con-cause per cui, all’interno delle Mura maceratesi (ma in alte 1.000 citta italiche è lo stesso), si stanno registrando (da almeno 20 anni, forse di più) una serie di problemi.
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Certo i centri commerciali, che hanno risucchiato le attività (NON di ristorazione) fuori dalla città…
Certo i locali che tirano fino a tardi…
Certo i giovani che vanno facendo baldoria…
Certo l’invecchiamento della popolazione…
Certo mille altri accadimenti che, somma qui e somma la, hanno reso (da almeno 20 anni, forse di più) difficile “vivere” in Centro Città (a Macerata, così come in alte 1.000 città italiche)
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Ma è da oltre 25 anni che i residenti (NON universitari) cittadini sono scesi, della metà, rispetto a quanti erano agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso.
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E ora i circa 2.000/2.500 residenti (NON universitari) sono EQUAMENTE divisi (da almeno 20 anni, forse di più) tra sostenitori del centrodestra e sostenitori del centrosinistra….
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….. In parole povere fare qualcosa (o NON fare nulla) per il Centro Storico NON modifica il risultato elettorale
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Sia che ti impegni, sia che te ne freghi, circa il 50% dei cittadini (del Centro) TANTO voterà per te…
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Per cui le elezioni comunali si VINCONO altrove; ed altrove (quindi) ci sono interventi, si fanno scelte urbanistiche, si creano le condizioni poitiche per raccattare più voti.
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Quindi perchè perdere tempo con i residenti?
Perchè investire denari pubblici in una Zona (interno Mura) che -tanto- NON mi farà vincere (o perdere) quando investendo -ALTROVE- le elezioni possono essere vinte???
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Certo poi ci sono le frasi di circostanza, le solenni promesse di impegno, le mille iniziative (culturali/musicali/ecc.) che si fanno in Centro…. Ma poi, tirando le somme, il 50% voterà per me (e l’altro 50% NON mi voterà comunque), sia che faccio qualcosa sia che NON faccio nulla.
Quindi: a che scopo darmi da fare per il Centro????
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Inoltre visto che, ogniqualvolta si fraccia qualcosa, anche di banale (ci si soffia il naso, si fa una fotocopia, ecc. ecc.), il Timoniere e le sue Guardie Rosse parlano sempre (ridicolmente) di “Rivoluzione Culturale” anche stavolta, c’è da scommetterci, faranno tre saltelli in avanti, una giravolta indietro, due piroette sulle punte, diranno che c’è la massina attenzione, giureranno che mille altre iperboliche iniziative verranno prese… Ma poi torneranno a dormire sonni tranquilli, fregandosene altamente: tanto il 50% dei voti dei residenti del Centro Storico sono pressochè sicuri, se va male il 49% o il 48%….
Bravo Cerasi. Disanima impeccabile.
Nell’articolo ci sono solidi argomenti da condividere. Finalmente si risente parlare di Urbanistica. Una disciplina abbandonata da tutte le amministrazioni cittadine dagli anni sessanta ad oggi. Gran parte delle problematiche di questa città sono dovute all’improvvisazione o all’opportunismo.
Spigolature.
Gli orinatoi pubblici stradali, un tempo molto presenti nelle città, erano detti vespasiani, ma accoppiavano in realtà un orinatoio verticale ad una “turca” consentendo quindi teoricamente che potesse essere usato anche dalle donne e comunque non solo per la minzione. Wikipedia
“Una città con 100.000 anziani, tra cui il sottoscritto- dice Merola- sindaco di Bologna, al di là del rispetto delle regole ha bisogno di approdi veloci” per risolvere certe necessità. Sono già in funzione i due vespasiani “di terza generazione“, progettati da Roberto Maci vincitore della Biennale dello spazio pubblico.
NON è la pipì che corre al bagno, ma il bagno che corre alla pipì, dice l’’architetto Roberto Maci che ha tentato di risolvere il problema capovolgendo concetto e consuetudine.
Là dove ti porta la minzione, nella fattispecie en plein air contro i pregiati muri del teatro Comunale, là lui ha collocato un orinatoio. , Maci si è accorto che la minzione “fuori dal vaso”, pur essendo anarchica, è pure abitudinaria. In altre parole, i maleducati della pipì la fanno sempre negli stessi posti, un po’ come i cani sui paracarri. Per chi è incuriosito: http://www.sestopotere.com/bologna-inaugurati-vespasiani-dautore-in-zona-universitaria/
Per quando riguarda il ributtar alcool con o senza cibo c’è una romantica descrizione romana che ci viene da Seneca che scriveva che gli schiavi ripulivano il vomito degli ubriachi ai banchetti, e nella sua Lettera a Helvia, riassumeva l’idea del Vomitorium succintamente ma metaforicamente, riferendosi a quello che aveva visto riguardo gli eccessi di Roma: “Hanno vomitato in modo da poter mangiare e mangiato in modo da poter vomitare”. Adesso il modo in cui vomitavano i romani ci può interessare da un punto di vista coreografico ,comunque è inequivocabile che oltre ai vespasiani moderni bisogna risolvere anche quest’altro problema. Sta all’architetto trovare l’dea di minor impatto paesaggistico e di funzionalità. Io proporrei un bando per il miglior progetto , naturalmente premiato, per il miglior suggerimento per il Vomitatorium perfetto, aperto solo agli studenti maceratesi di tutte la età.
Da che tempo e tempo, gli universitari nel centro storico di Macerata ci son sempre stati, ma da quanto denuncia Carlo Cambi quanto sta accadendo ora, no, non si era mai verificato. Pertanto, tutto ciò è segno di un degrado più ampio e che va oltre il normale divertimento, oltre ogni eccesso e sollazzo che da sempre accompagnano la vita universitaria serale-notturna lontano dalla propria famiglia. E questo fatto dovrebbe far riflettere tutti quanti, in primis l’Amministrazione che del centro storico ha fatto il suo teatrino di rappresentazione con attività di rilancio e incentivo di un solo tipo- come ebbi a dire già qualche anno fa- esclusivamente godereccio, magnereccio, bevereccio. Ed ecco i risultati a breve distanza, appunto: eccoli. Ma se lo dici in anticipo, con la dovuta lucidità di analisi previsionale, sei l’anticristo, il solito contestatore polemico a cui non va mai bene niente…però, ecco qua stanata la volpe, carissimi amministratori, i soli, adesso ,cui spetta porre rimedio alla situazione da voi ” inconsapevolmente” creata. Perchè ha più che mai ragione , Cambi,quando sostiene che non avete il senso delle priorità nel far vivere-rivivere un centro storico. PRIMA la residenzialità, col suo commercio e servizi, E in ultimo gli svaghi. L’esatto contrario cioè, di quanto avete fatto finora.
Veramente l’università dovrebbe servire a insegnare che non c’è nulla di più triste del divertimento e che la notte è fatta per dormire principalmente (a parte una mezzoretta da dedicare a qualche facoltativa, poetica, singolare o plurale esperienza erotica). Perché se la notte gli studenti si sbronzano e fanno chiasso e di giorno dormono per smaltire la sbornia, quando Artemide studiano? D’altra parte se gli studenti fossero savi e ammodino, la cosa sarebbe rovinosa per gli esercizi commerciali e per l’economia tutta della città.
Veramente ,sì, Franco, così dovrebbe essere, ma non è da prendersela con i giovani a cui – beati loro- ” sollazzo e riso della novella età dolce famiglia” e gli studenti, che se gli metti in mano il giocattolo, di notte accendi i neon e trasformi tutto in un grande luna park, nel Paese della cuccagna e dei balocchi, chiaro, senza troppo generalizzare, che trasformi tutti in ciuchini, tanta è la tentazione da distogliere da altre attività meno dannose per sé e chiassose per gli altri. Ed è questo per me il punto della questione messo in luce dalla presente lettera di un residente in centro : non c’è niente di etico ma molto di etilico da parte dell’amministrazione aver acconsentito, senza alcuno sforzo, lo sviluppo di attività economiche a senso unico alla portata di ogni anche più giovane tasca e che ruotano pressoché tutte attorno ai piaceri della vita da renderla H24 movida a tutto campo, senza da parte sua opporre minime politiche di contrasto a un fenomeno che non era difficile prevedere avrebbe cannibalizzato ogni altra attività produttiva in centro storico. Tolte, infatti, le due/tre librerie che girano intorno all’università e al clima culturale che caratterizza le città universitarie, quale altra offerta irrinunciabile c’è in pieno centro per chi abbia una fascia d’età superiore , una diversa qualità e capacità di acquisto, quando anche nei più piccoli centri dei dintorni trovi di tutto e di più sotto casa? Era, una volta, il Centro di Macerata. Era, una volta, il Corso di Macerata. E non è che se Cambi cambi casa, o cambia, vista la “costrizione” a scappare dal centro, si risolva il problema.
Così Macerata si autodistrugge. Che peccato !
Ai cittadini è stato fatto credere che la ‘buona’ amministrazione deve essere caratterizzata dall’efficace gestione dell’ordinaria amministrazione. Questo affinché il giudizio politico sia basato sulla banale efficienza; tale arido limite comporta l’inesorabile scivolamento verso la progressiva e becera ineducazione, alfine sopportata e considerata come goliardia o esuberanza giovanile. In tal modo sfuggono quei valori culturali indispensabili alla civile convivenza, in ogni caso percepili solo attraverso, per rifarsi minimalmente al concetto platonico, la “voce dell’Anima”. Ciò significa che il rappresentante politico non può essere in grado di ‘vedere’ oltre il formalismo imposto dal proprio opportunismo. Ritengo quindi che il degrado sociale in atto, non può essere ne’ compreso, ne’ arrestato se non si è in grado di percepire i reali valori umani, naturalmente caratterizzati dal sentirsi collettività, in opposizione alla crescente … solitudine!
AGGIUNGEREI ANCHE un altra considerazione…che durante il giorno dracula dorme..ed il centro causa mancanza di attivita’ commerciali non mangerecce non vive mentre con il calar delle tenebre le forze del male occupano le strade.
P.s. Tamara condivido il tuo pensiero ma oggettivamente gli universitari di una volta avevano sale in zucca…molti di quelli attuali hanno il tunnel del vento…