Il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, Francesco Comi, il direttore area vasta 3 Alessandro Maccioni, Loredana Riccio e Rosalia Calcagnini durante la conferenza stampa a Tolentino
di Federica Nardi
L’ospedale di Tolentino si rialza nonostante il sisma. Il sopralluogo dei tecnici che ha confermato l’inagibilità della parte centrale del nosocomio (che è anche la più vecchia) ha però salvato gran parte della dialisi (che tornerà pienamente operativa i primi di dicembre) e il distretto che avrà bisogno di alcuni lavori ma dove già è in funzione il punto prelievi. Gli ambulatori di Cardiologia, Diabetologia, Dermatologia e Ortopedia sono stati spostati temporaneamente alle terme Santa Lucia ma presto “li accentreremo nella ex farmacia – dice Alessandro Maccioni, direttore dell’area vasta 3 – mentre il punto di primo intervento che ora si trova in un modulo di fronte all’ospedale sarà sistemato nel distretto una volta terminati i lavori. Non possiamo più accettare ricoveri ma sarà garantita l’assistenza per codici verdi e bianchi. In questa emergenza gli ospedali di comunità, che molti si chiedevano se fossero effettivamente utili, si sono rivelati essenziali anche grazie al personale che ha fatto non pochi sacrifici per garantire i servizi”. Con lui anche il sindaco Giuseppe Pezzanesi e il consigliere Pd Francesco Comi, oggi anche in veste di segretario regionale dei democrat. Sindaco e segretario hanno superato le divisioni politiche e sul tema della sanità si presentano compatti. Comi si prende l’impegno di “chiedere deroghe rispetto alla riforma sanitaria nei territori colpiti dal sisma”. A partire dal punto di primo intervento che doveva chiudere secondo il calendario regionale a dicembre ma che invece “non sarà chiuso”, garantisce Pezzanesi. Sul futuro del piccolo ospedale però non c’è ancora un piano chiaro. “Dobbiamo decidere nei prossimi giorni se vale la pena mettere a posto l’ospedale o no – dice Pezzanesi – L’ipotesi è anche quella di costruire lì ex novo una struttura”. Anche se, dice il sindaco, nel caso Tolentino fosse la sede prescelta per l’ospedale unico provinciale “si tratterebbe di fare qualche lavoro di mantenimento in attesa del completamento del nuovo nosocomio”.
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