di Gabriele Censi
“E’ una vera devastazione, la forza di volontà è tanta ma il danno è molto elevato, il tempo ci è avverso ma ce la mettiamo tutta”. Con un appello all’unità e alla comprensione Cesare Spuri si rivolge alla platea di artigiani e non solo che in oltre 400 hanno affollato la sede di Confartigianato Macerata. Il capo della protezione civile regionale ha fatto il punto sul dopo terremoto. “Parliamo di cifre enormi: in circa 30 mila fuori dalla propria casa, 4500 a San Severino che ancora dormono in auto” dice prendendo la parola dopo l’accorato appello del settempedano Renzo Leonori, presidente di Confartigianato Macerata, anche lui senza casa e senza officina: “Noi marchigiani siamo abituati a rimboccarci le maniche – gli aveva detto – ma dopo otto anni di crisi non le abbiamo più le maniche, fatevi portavoce al governo centrale della nostra situazione”
“Sono ormai prossime le normative (leggi) – dice Spuri – che metteranno in moto la macchina della ricostruzione. Stiamo andando a due velocità, dopo il 26 e 30 ottobre viviamo come un deja vu. Alcune opere stanno avanzando bene nell’Ascolano, nel Maceratese siamo concentrati nel togliere le persone dalle strade e dai posti di accoglienza collettivi, servono già in questa fase importanti opere di urbanizzazione per sistemare le aree anche provvisorie per accogliere la popolazione”.
Pacifico Berrè, responsabile Costruzioni di Confartigianato, chiede celerità: “Abbiamo una serie infinita di imprese che sono disponibili alla ricostruzione, per accompagnarle abbiamo costituito uno sportello ricostruzione per inserirle nella cosiddetta white list e forniamo degli elenchi alla protezione civile. Abbiamo fatto degli incontri in questi giorni nei comuni più colpiti e raccolto centinaia di schede di famiglie e imprenditori che hanno avuto danni. Massima disponibilità a collaborare con i tecnici, geometri, ingegneri, architetti e geologi, per semplificare al massimo la ricostruzione”
Di queste ore la proposta di acquisire le abitazioni invendute da destinare poi a case popolari dopo la ricostruzione (leggi). “E’ un’ipotesi interessante – commenta positivamente Spuri – che apre un discorso sugli scenari dell’urbanistica dei prossimi anni. Non c’è un modello precostituito per una situazione che non ha precedenti” Favorevole anche Berrè che precisa: “Venga percorsa la strada più veloce, per portare la famiglie al sicuro. Siamo alle porte dell’inverno, una soluzione vale l’altra a condizione che si faccia il prima possibile”
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