Il campanile semidistrutto della chiesa di San Francesco
È stato San Francesco in persona, sulla via della Marca, a fare il miracolo nella chiesa convento di Pievebovigliana datata 1215, a lui intitolata, e che ora rischia di essere spazzata via dal terremoto e dall’incuria. «Dal ’97 aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa», dice il sindaco Sandro Luciani, che lavora ancora in tenda dopo le scosse del 26 e 30 ottobre. «Il campanile non c’è quasi più, se crolla completamente distruggerà l’abside appena restaurato, tutti gli arredi lignei del ‘500, gli affreschi del ‘300 e anche una casa privata che si trova accanto. Siamo piccoli – dice Luciani – ma abbiamo un patrimonio enorme di arte e storia, non vogliamo perderlo». Il Comune però non può fare niente perché la struttura è in parte della curia e vincolata dalla Soprintendenza. «Non c’è mai stato interesse di portare alla luce le meraviglie di questa chiesa – dice Luciani – Ma le istituzioni non ci devono abbandonare, non lasciate che crolli perché sarebbe una perdita immensa». La storia del miracolo racconta che San Francesco trasformò l’acqua del pozzo vicino alla chiesa in vino per aiutare gli operai a terminare il lavoro. Realtà o leggenda anche nella chiesa «ci sono le tracce del santo nei fioretti – dice Luciani – che sia passato qui è un fatto». Ma la chiesetta di San Francesco non è l’unico tesoro che rischia di scomparire a Pievebogliana. «Nella chiesa di San Sebastiano a Frontigo – dice Luciani – c’è un organo antichissimo che va messo in sicurezza. Ci sono danni gravi anche a San Flaviano a Roccamaglia e a San Giovanni nell’omonima frazione».
(Fe. Nar.)
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Con tutto il rispetto per le chiese in questo momento sono più preoccupato per le case… e visto che alla fine saranno ricostruite con i miei soldi invece che con quelli di Bagnasco prima le case pregare si può pregare in qualsiasi posto