Debora Mei con il marito Riccardo Mencoboni
La coppia racconta a Cronache Maceratesi il percorso affrontato dalla donna
di Marina Verdenelli
Mamma in attesa di un trapianto multiorgano rischia la vita. E’ la storia di Debora Mei, 47 anni, di Macerata. Da quasi 30 anni il suo destino è appeso ad un filo, quello della speranza. I problemi per lei, ex impiegata nel settore pubblicitario, mamma di un bambino di 12 anni e compagna di Riccardo Mencoboni, iniziano a 19 anni. «Ho scoperto di avere una malattia rara – racconta Mei – e lì è iniziato il mio percorso verso la salvezza. Mi hanno diagnosticato una fibrosi epatica congenita che ha compromesso il mio fegato. Sono entrata e uscita da liste di attese per un trapianto di questo organo che non sono mai riuscita a fare. Un calvario che mi porto dietro da quasi 30 anni. Ora la mia situazione clinica è molto peggiorata e non ho bisogno solo di un fegato nuovo ma di un trapianto multiorgano: fegato, stomaco, pancreas, milza e parte dell’intestino». Mei ha deciso di raccontare la sua storia per far conoscere il percorso difficile che si presenta ai pazienti come lei e per lanciare un appello affinché si possa migliorare l’accessibilità al servizio sanitario. «Io sono passata da una lista all’altra – prosegue Mei – a distanza di anni, perché i parametri nel frattempo sono cambiati. Questa è la procedura però qualcosa forse si può migliorare. Il mio appello è diretto al ministero della Salute, che tenga in considerazione la mia vicenda per trovare percorsi che possano essere più efficaci, prima che le persone arrivino in una situazione critica di non ritorno». Mei attualmente è in cura al Sant’Orsola di Bologna, dove ha seguito un medico specializzato nei trapianti di fegato che prima era in servizio a Modena, il professore Antonio Daniele Pinna. Un luminare del settore. Nel 2002 sembrava essere arrivata la svolta per la mamma maceratese. Era la seconda in lista di attesa per il trapianto del fegato. «Quando l’ho scoperto ho saputo anche che ero incinta – racconta Mei – non me lo aspettavo. E’ stata una gioia immensa vista la mia condizione. I medici mi avevano sconsigliato di portare a termine la gravidanza perché rischiavo la mia vita. Io ho scelto con il cuore, volevo essere mamma. Ho vinto questa prima battaglia. Mio figlio è nato, è sano e cresce. Purtroppo però ho perso l’iscrizione alla lista. Mi sono dovuta sospendere. Quando potevo rientrare sono cambiati i parametri. Non era ancora il mio turno per l’intervento». Nel 2011 la situazione per la mamma peggiora. Fa altri accertamenti, intanto porta avanti una cura fatta di medicinali e che non ha mai interrotto dall’età di 19 anni. «Da una vecchia tac del 2008 – dice Mei – è emerso che avevo svariati aneurismi alla vena splenica, una vena fondamentale che collega milza e fegato. A seguito di questo, per un evidente peggioramento del mio quadro clinico, mi è stato detto che ero inoperabile. Mi è crollato il mondo addosso. Non avevo più nemmeno la speranza». Dopo tre mesi però la 47enne viene richiamata in ospedale, sempre a Bologna. «Per me è possibile un trapianto multiorgano – spiega Mei – sono passati due anni e attendo. Intanto il mio corpo è una mina che cammina perché basta un niente e questa vena cede e di me non so cosa ne sarà. Posso morire come posso finire gravissima in ospedale. Se si può fare qualcosa per il mio trapianto spero che si possa fare prima che questo accada. Vorrei veder crescere mio figlio».
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Nn si può , la sanità deve accelerare per questi casi nn far passare anni
Debora tesoro forza, andrà bene
Basta con le lunghe attese !! Si gioca con la vita delle persone … è una vergogna !
Forza Debora…sei grande!!!!
Chiedo cortesemente alla ministro della salute Lorenzin di aiutare Debora affetta da una malattia rara!!! La prego Lorenzin INTERVENGA SUBITO!!!! Grazie
La vita non ha prezzo. … in ogni caso…. nel caso di Debora Mei….. il valore della vita. … raddoppia. … triplica…. perché è una donna che guarda oltre. … che ha la forza di scuotere. … di trascinare … di essere sostegno……
È per quanto mi riguarda. … non finirò mai di ringraziare per averti conosciuta … per essere stata arricchita dalla tua presenza….per essere stata coccolata … capita e sostenuta……..
Sei una persona splendida che merita il meglio. …. e sono certa che lo avrai dolce deb….
Quanti di voi che commentate è un donatore di organi?
Sapete cosa potete fare lunedì mattina?
Potete firmare il consenso alla donazione dal vostro medico di base.
#bastaluoghicomuni #farepoiparlare
Daje Deb
…. non mollare !!!!!
Tesoro…sei una splendida donna, una compagna ideale, una mamma originale, un’artista creativa e sei la mia amica, la mia guida nella gioia di vivere. Grazie e vedrai che vinceremo. A big big hug!!!
Nonostante tutto questo cara Debora sei sempre una persona straordinariamente solare che non lesina mai sorrisi e modi di fare “accoglienti”. Forse è anche merito di quel bravo ragazzo che hai accanto!!
Sono solidale con Debora, e le auguro di cuore di risolvere presto e bene il suo grave problema.
Non capisco però certi commenti: “Basta con le lunghe attese !! Si gioca con la vita delle persone … è una vergogna ! “; ” Lorenzin INTERVENGA SUBITO!!!!”
Qui non si tratta di rendere più rapida l’esecuzione di una TAC, o di somministrare gratuitamente un farmaco costoso: qui si tratta di aspettare che un potenziale donatore muoia, e che i suoi organi siano utilizzabili per un trapianto e compatibili con Debora. L’unico modo per accelerare questa possibilità è MANIFESTARE IN MASSA LA PROPRIA DISPONIBILITA’ ALLA DONAZIONE. Come? Dal medico di base (come dice giustamente Riccardo Tamburrini; esprimendo il consenso quando si rinnova la carta d’identità; iscrivendosi all’AIDO.
Che vuol dire “Basta con le lunghe attese !!”? Che dobbiamo ammazzare qualcuno per prendergli gli organi? (perché no? Magari qualche immigrato…)
Che vuol dire ” Lorenzin INTERVENGA SUBITO!!!!” ? Che il ministro dovrebbe donare i suoi organi a Debora?
Ragazzi, prima di parlare per favore ragioniamo. E poi facciamo quello che è nelle nostre possibilità per contribuire a risolvere il problema.
Avete fatto bene a fare questo appello ragazzi!!! Un bacio
queste sono le vere croci della vita e noi che spesso ci lamentiamo x cose superflue e banali!!!Dovremmo vergognarci!!!
Un appello, quello di Debora con Riccardo, che e’ anche una testimonianza di coraggio e di fiducia nella vita. Regnicoli mi pare abbia sostanzialmente ragione ma nell’articolo ci si chiede pure se non vi sia qualcosa da approfondire o da cambiare nei parametri previsti.