di Sara Santacchi
Dopo 60 anni di attività “L’edicola” venderà gli ultimi giornali venerdì e poi chiuderà per sempre lo storico locale di Camerino, in piazza Cavour. Finisce così, dopo oltre mezzo secolo, la storia di uno dei negozi più antichi della città, aperto nell’immediato dopo Guerra dal camerte Marino Gagliardi e, negli anni, tenuta in vita dalla sua nuora in società con un’amica, entrambe camerti. Un punto di riferimento per la città ducale, ma anche un luogo in cui scambiare due chiacchiere negli anni passati e opinioni nel chiosco posto davanti al negozio, che nel tempo è stato rimosso. La crisi, giornali che non si vendono più, libri che non hanno mercato sono solo alcune delle motivazioni che hanno fatto prendere questa decisione alle due proprietarie: “Purtroppo ci dà tanto dolore e abbiamo rimandato a lungo, ma non potevamo continuare così – ha commentato una delle proprietarie che preferisce rimanere anonima – Ormai i giornali non si vendono più come una volta, tantomeno i libri. Ci siamo trovate nella condizione di decidere cosa fare: o investire ancora per rivitalizzare un’attività che non ci garantiva neanche più uno stipendio, o chiudere e purtroppo siamo state costrette a optare per quest’ultima decisione”. Perché? “Perché investire significava aprire un altro mutuo e affrontare nuove spese che non siamo in grado di sostenere – risponde la titolare – purtroppo è anche un po’ lo scotto che stanno pagando i centri storici, che pian piano stanno morendo.
Le attività ne risentono e Camerino, ovviamente non fa eccezioni, anzi. Mi piange il cuore a pensare di vedere l’edicola dove ho iniziato a lavorare più di trent’anni fa chiusa, anche perché io ho 59 anni, la mia socia 52 e rimarremo entrambe senza lavoro”. Oltre il danno, però, anche la beffa perché le due titolari avevano trovato un acquirente a cui cedere l’attività, ma senza riuscire a concretizzare la vendita. “Questo è un’altra spiacevole situazione che abbiamo dovuto affrontare – spiegano – Gli studi di settore impongono dei prezzi di vendita per le edicole senza tenere conto del luogo in cui si trovano o delle vendite, ma basandosi su numeri e non sulla realtà. In questo caso si tratta di cifre altissime che non facilitano in nessun modo la vendita, tant’è che c’era qualcuno che aveva interesse nel rilevare l’attività, ma ci ha rinunciato e aprirà da un’altra parte”. Un altro pezzo della città, dunque, da venerdì spegnerà le luci e rimarrà vuoto.
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Senza parole
No basta ! non ne posso piu di negozi che chiudono
triste…
Mi dispiace tanto ! Peccato !
mi dispiace
chiudono tutti da chi andremo a chiedere lavoro??????
Gli Studi di Settore sono stati il più grosso IMBROGLIO perpetrato contro le attività commerciali e non solo. Tra l’altro sono incostituzionali perchè il reddito viene conteggiato in modo artificiale e non reale, su parametri soggettivi e soprattutto rilevato spesso quando l’esercizio dell’anno è stato chiuso da un bel pezzo. Sarebbe come se un dipendente venisse a sapere quanto deve percepire di stipendio solo l’anno successivo quando prende il CUD. Purtroppo le associazioni di categoria si sono rese complici di questa vergogna, invece di difendere le attività.