Il Giubileo straordinario della Misericordia convocato da papa Francesco coinvolge anche Macerata con l’apertura della Porta Santa alla Basilica della “Mater Misericordiae” in piazza Strambi. Il programma prevede il 28 novembre la chiusura dell porta alle 18 con i primi vespri solenni in cattedrale. Poi domenica 13 dicembre alle 16 il ritrovo dinanzi alla parrocchia Immacolata, alle 16,30 la preghiera della Via Crucis per le vie del centro storico e alle 18. l’apertura della Porta Santa della Basilica, alle 18,30 la solenne celebrazione eucaristica in cattedrale con sospensione nel pomeriggio di tutte le messe in diocesi.
L’anno giubilare (dal prossimo 8 dicembre al 20 novembre 2016) sarà l’occasione per approfondire il vero significato di questa parola da sempre predicata dalla Chiesa e arricchita attraverso le opere e le testimonianze di santi e personalità autorevoli. Grazie a loro sono stati dedicati alla misericordia molti santuari italiani. Sono 20 i più importanti dedicati alla misericordia sparsi in Italia. In questo Giubileo delle periferie tutte le diocesi saranno invitate a celebrare sul territorio il sacramento della riconciliazione. Luoghi dalla forte valenza simbolica che, come fossero tutti legati da un filo comune, avranno l’occasione di trovare nuovo slancio attraverso l’organizzazione di iniziative per i pellegrini desiderosi di ottenere i doni spirituali dell’indulgenza giubilare. Tra questi la Basilica maceratese retta dal primo settembre scorso da don Attilio Marinsalti, affiancato da don Egidio Pietrella che per anni ha seguito da solo tutta l’attività di accoglienza. C’è una grande devozione per la Madonna della Misericordia, confermata dai molti pellegrinaggi che arrivano in piazza Strambi.
Il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi nella lettera di indizione diocesana del Giubileo della Misericordia aveva scritto: «Il Papa chiede che il giubileo sia soprattutto vissuto in ogni chiesa particolare dove: “nella Cattedrale o in una chiesa di speciale significato si apra solennemente per tutto l’Anno Santo una porta della misericordia”. Siccome tutto l’Anno Santo è posto sotto la speciale protezione della Mater Misericordiae per la nostra Diocesi e la nostra città che la venerano da secoli come patrona, la Porta Santa può essere solo quella del santuario della Mater Misericordiae. A questa “porta santa” verranno perciò devotamente in pellegrinaggio i fedeli da tutte le nostre parrocchie, per ottenere da Dio i preziosi doni spirituali della indulgenza giubilare. Nel 50° anniversario del Concilio, il giubileo sarà per la nostra chiesa tempo di revisione di vita, di esame di coscienza ecclesiale, in cui ci chiederemo con verità e carità quanto davvero abbiamo iniziato a vivere il “rinnovamento nell’annuncio del Vangelo, soprattutto usando la medicina della misericordia, piuttosto che imbracciare le armi del rigore” come richiedeva all’apertura del Concilio San Giovanni XXIII. Secondo il principio di “riprovare l’errore secondo verità e carità, ma rivolgendo alle persone solo richiamo, rispetto e amore” enunciato alla chiusura dello stesso Concilio dal beato Papa Paolo VI. Per noi lo strumento di questa revisione sarà una attenta meditazione comunitaria del testo del Sinodo Diocesano di cui celebriamo il 15º anniversario dalla pubblicazione».
L’indulgenza plenaria che si riceve in questa occasione che può essere ottenuta anche per i defunti e non esclude un tema delicato come quello dell’aborto che papa Francesco cita esplicitamente: «Uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita. Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono. I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza».
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Grida ancora vendetta l’aborto del catafalco urbanistico, costruito intorno alla bellissima chiesa.
Chi furono gli scellerati che diedero disco verde alla realizzazione di quell’orrido catafa,lco che ha rovinato la chiesa, impedendo nel contempo di arrivare fino alle mura??
Quegli scellerati dovrebbero, si, invocare il perdono…
sì ma un pochettino di rigore verso chi ruba i soldi ai bambini malati non sarebbe una cattiva idea…
Indulgenza plenaria, anche per i defunti?
Siamo tornati al Cinquecento?
Per Valenti. Avevamo abbandonato il XVI secolo? Non me n’ero accorto, così come non se n’era accorto Federico Fellini.
Meno male, specie nel maceratese il rigorismo calvinista stava diventando davvero troppo pervasivo.
Spero che la vecchia generazione piegata alla Chiesa scompaia velocemente con il progredire della cultura e della laicità. Noi giovani non abbiamo bisogno di porte delle misericordia e altre fesserie varie.