Il video con le dichiarazioni di Laura Boldrini, delle ricercatrici premiate e del rettore Flavio Corradini
Flavio Corradini, Laura Boldrini, Emilio Amadio (presidente Aicu), Sara Mazzanti e Priscilla Mensah (vincitrici del premio Urbani)
di Maurizio Verdenelli
(foto di Andrea Petinari)
Nella Giornata mondiale contro la Povertà il quadro nazionale vede il declino dell’Istruzione in un Paese bloccato, senza ascensore sociale, il 53% degli italiani, volontari servi della gleba, senza ‘progress’ e le iscrizioni universitari in calo mentre negli ultimi trent’anni le diseguaglianze risultano triplicate. Il caso Italia è purtroppo unico in Europa. E il Palazzo «non fa abbastanza per attenuare un fenomeno senza precedenti. Invoco dunque l’Utopia senza la quale la politica, quando va bene, diventa mera amministrazione; malaffare quando va male!».
Il j’accuse sulla cultura tradita nel paese di Dante e la richiesta di nuovi stimoli con l’apertura, tout court al mondo, s’è levato alto questa mattina a Camerino. Ed è stato ‘Laura-day’ all’inaugurazione del 680° anno accademico di Unicam. Laura non è tuttavia un refuso tipografico ad indicare comunque il fatidico diploma, ma vuole stavolta correttamente segnalare un’ospite speciale accolta con gli onori del trionfo a Camerino: l’onorevole Laura Boldrini da Jesi, terza carica dello Stato. Pantaloni e giacca nera, camicia di seta rosso scura, scarpe basse in tinta, ha conquistato tutti a cominciare dagli ambulanti del mercato settimanale cittadino che ha voluto attraversare, nonostante la proposta di un percorso alternativo, stringendo mani e raccogliendo applausi come 15 anni prima il presidente Ciampi a Macerata, prima di partire per le zone terremotate.
Attesa come una meravigliosa utopia, termine da lei stessa evocato ed adottato tanto da progettare un convegno -già all’opera un gruppo di lavoro, tra cui l’on. Irene Manzi – e ricevuta come un sogno dal rettore Flavio Corradini (“Fino all’ultimo ho temuto non potesse venire”) e dallo stesso teatro ‘Marchetti’ festoso e sold out così solo per san Giovanni Paolo II papa operaio e papa docente, nel giorno della festa di san Giuseppe Lavoratore del 1991, l’on. Boldrini ha tenuto fede alle aspettative. «Sono una marchigiana come voi però non posso abdicare del tutto al mio ruolo istituzionale» s’è quasi scusata. E’ stato dunque un altro appuntamento ‘storico’ per l’antica capitale del Ducato varanesco, nel nome di Carlo Urbani. L’infettivologo di Castelplanio –aveva collaborato con l’Istituto S.Stefano di Porto Potenza Picena ed operato al reparto malattie infettive dell’ospedale di Macerata- stroncato a 46 anni a Bangkok nel 2003 dalla Sars (sindrome respiratoria acuta da lui ‘identificata’) che aveva fatto dei suoi sogni la sua vita e il suo lavoro. E che aveva denunciato, per primo, la gravissima diseguaglianza che soffrivano quei popoli pagando 775 vite umane (tra le quali la propria) alla pandemia soltanto perché non avevano avuto accesso alle cure. Era un uomo senza paura, Urbani, tanto che in Cambogia non s’era fatto fermare neppure dalla minaccia dei kmer rossi, portando scienza e farmaci ai malati dei villaggi.
“Giuliana!” ha quasi gridato la presidente della Camera nella corte del palazzo comunale dove schierate c’erano le autorità deputate a riceverla ufficialmente (Ceriscioli, Pasqui, Corradini e mons. Brugnaro). E c’è stato un lungo abbraccio affettuoso tra la Boldrini e la vedova Urbani, Giuliana Chiorrini ‘salita’ a Camerino con il figlio Tommaso, la suocera Maria Concetta Scaglione e la cognata Cristiana, madre e sorella del dottor Urbani. Anzi dell’amico Carlo, così come l’ha chiamato il rettore esortando così gli studenti: “Sappiate mettervi a disposizione dell’altro, esercitarvi nella rappresentanza, nello studio, sviluppate senso critico, osate, con coraggio, con l’umiltà dei grandi, proprio come tutti i giorni faceva Lui”. E prima ancora, nel suo intervento, la rappresentante di tutti gli studenti, Francesca Borghetti aveva citato papa Francesco: “ Cari giovani, abbiate un animo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi!”.
C’erano non soltanto Camerino, le Marche, l’Italia, ma soprattutto il mondo, i popoli nuovi e gli ultimi della terra, il dramma globale della migrazione, la cooperazione internazionale, l’abbraccio fra le ‘diverse genti’ che Urbani ha rappresentato. Non a caso uno dei due premi ‘Urbani’ è andato alla dott. Priscilla Mensah, keniota che con la dott. Sara Mazzanti ha condiviso ‘un sogno’. Andranno dal 16 novembre al 4 dicembre prossimi a Zanzibar nell’isola di Pemba (“è bellissima” ha assicurato Laura Boldrini, per 25 anni nelle agenzie delle Nazioni Unite) presso il laboratorio di Sanità pubblica Ivo de Carneri, fondazione rappresentata a Camerino dalla presidente Alessandra Carozzi. Attraverso le due borse di studio finanziate dall’associazione Carlo Urbani –ha spiegato il presidente dottor Emilio Amadio che ha sottolineato la partecipazione di tante candidate ‘tutte meritevoli’- cerchiamo di far acquisire conoscenze in Medicina tropicale e Sanità pubblica in una zona a basso livello di risorse come l’Africa sub-sahariana”. Un premio naturalmente molto importante che ha trovato la ‘sponda’ immediata della Boldrini: «Il prossimo anno m’impegno –ha detto- a celebrare la cerimonia alla ‘sala Regina’ della Camera».
Camerino e il mondo, dicevamo. In teatro tanti giovani dalla pelle nera in rappresentanza di quell’alta percentuale (11%, media nazionale: 6%) di stranieri rispetto all’intera popolazione studentesca di Unicam, al terzo posto assoluto fra tutte le università e, per il 12° anno consecutivo, al primo tra gli atenei di uguale dimensione – purtroppo peggiorata la statistica relativa a quelli sotto a diecimila iscritti: lo scorso anno 11; nel 2015 tredici a testimoniare la perdita di popolazione studentesca.
Del primato nazionale tra le ‘piccole’ università di Unicam “sono tuttavia orgogliosa, da marchigiana” ha chiosato la Presidente della Camera. Poi tanti applausi all’annuncio di Corradini che la scuola di eccellenza dell’università camerinese coordinata dal prof. Enrico Marcantoni, si chiamerà: “Scuola di studi superiori Carlo Urbani”. «In Italia ci si laurea in percentuale molto ridotta, poco più del 21%, rispetto al resto d’Europa (35%): il nostro Paese deve preoccuparsi di questi fenomeni perché non può che far leva sulla cultura per la propria crescita» ha ammonito Corradini, meritandosi un ‘bravo!’ dalla presidente della Camera. Poco prima aveva sottolineato allo stesso rettore con una sottolineatura sul testo, la citazione del direttore generale di Unicam, Luigi Tapanelli: «dall’ inizio del secondo millennio noi italiani non abbiamo inventato solo le banche ma anche le università». Circa la cooperazione inter-universitaria, Unicam ha tutte le carte in regola: un delegato per ciascun continente. Il prorettore vicario Claudio Pettinari per l’America Latina, la prof. Annette Habluetzel per l’Africa, il prof. David Nelson per America del nord ed Australia, la prof. Rosita Gabbianelli per Europa ed Asia. “Nel 2005 –ha detto il prorettore- la spesa totale per la cooperazione, ritenuta da noi strategica, era di 4,5 miliardi, passata purtroppo nel 2014 ai meno di 3 miliardi di euro. Un decremento che andrà a discapito di quell’integrazione tra popoli che pare facilmente raggiungibile negli ambiente accademici”… ma come noto, molto più difficile in tutti gli altri
«Ho sentito parole molto belle: condivisione, inclusione, cooperazione, collaborazione. Ne aggiungo un’altra: Utopia. Che non va di moda, al contrario di ciò che viene definito …sano pragmatismo». Ecco le parole finali della Presidente del Senato. “Era utopia l’elezione di Barack Obama, le cui radici sono in un piccolo villaggio dell’entroterra del Kenia? E poteva apparire a mio bisnonno jesino utopia il fatto che un giorno del ’69 l’uomo avrebbe camminato sulla Terra (piccolo lapsus subito corretto dal brusio in sala ndr)… cioè sulla Luna? Certo che poteva”. Indicando poi il distintivo degli Stati Uniti d’Europa, citando il manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Laura Boldrini ha rilanciato con forza il principio dell’integrazione europa: ‘spread sociale non economico”. Europa delle occasioni e delle aperture ai giovani, di sviluppo, di crescita non (solo) austerity e Giganti globali. L’ombra lunghe delle banche, che aveva fatto capolino è rimasto stavolta nell’angolo del discorso della Signora di Montecitorio. La quale ha fatto riferimento ai tre ‘comandamenti laici’ di Unicam: cultura, scienza e produzione. Facendo in conclusione, nella corte di palazzo Ducale, un approfondito giro tra start up e spin off dell’ateneo. Mostrando anche sano sciovinismo marchigiano. «Dopo molti tentativi ho finalmente avuto ieri sera il piacere di veder servito il verdicchio (dei Colli di Jei o di Matelica? Mah! ndr) al banchetto ufficiale in onore del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Adesso ci provo con il caffè”. Ed affacciandosi dalla corte ducale da dove si dominano i Monti Azzurri, ha avuto un moto di rincrescimento per aver omesso Giacomo Leopardi. Che in effetti c’entrava perfettamente con i temi legati al recupero della cultura come opzione di sviluppo e nuovo umanesimo.
Una giornata, tuttavia ed in definitiva seppure senza Leopardi, legato ad un ‘medico favoloso’ morto nel cuore della maturità per inseguire il proprio sogno che fu pianificazione di un progetto. Per ‘l’Amico Carlo’ c’è stato spazio alla fine anche per il ricordo, quello da cui aveva rifuggito il dottor Amadio ‘per evitarmi le lacrime’. “Mi ha selezionato lui, come direttore di Medici senza frontiere, essendone il presidente della sezione italiana” ha detto Nicoletta Dentico, vicepresidente dell’Osservatorio italiano sulla Salute globale. «Torno dal Vietnam dove nella sede dell’Oms (organizzazione mondiale della Sanità ndr) la figura di carlo Urbani è sempre ricordato: c’è un’intera parete dedicate alle ‘sue’ foto. Era un eroe? Era soprattutto un medico che si poneva in ascolto: è stato dunque un modello, uno stimolo per tutti. E’ fu lui a denunciare la prevalenza delle cause sociali nella minaccia alla salute pubblica». E Laura Boldrini: «E’ stata una persona speciale, non era neanche molto noto al grande pubblico. Cui era sconosciuto quando è venuto a mancare».
Parole che chi scrive conferma senza remore rammentando quando con i colleghi Gabriele Censi e Simona Marini -venuti a sapere a Jesi dal sindaco di Monsano della morte del dottor Urbani, quel 29 marzo 2003- dovemmo superare non pochi problemi con le redazioni riguardo all’importanza di quella notizia! La ‘news’ (sarebbe diventata un’esclusiva mondiale) ‘passò’ solo quando fu chiara tutti la circostanza che quell’oscuro microbiologo di Castelplanio, che aveva sacrificato la vita per gli altri, aveva ritirato il premio Nobel per la Pace, quattro anni prima ad Oslo come presidente italiano di Msf.
LEGGI L’ARTICOLO CON LE PRIME DICHIARAZIONI DI LAURA BOLDRINI ALL’ARRIVO A CAMERINO
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La Boldrini, tante parole, utopie, ma poi il concetto è sempre quello, attacca ed è contraria alla sovraneitàà nazionale, lei e la sua Utopia degli Stati Uniti d’Europa, mente sapendo di mentire, in quanto non è utopi ma è una tragica realtà!!!
La cosa triste/ drammatica è che ricopra la terza carica dello Stato…..
Invece di fare la sacerdotessa, la Boldrini pensi a fare come si deve la presidentessa della Camera, il cui ruolo è quello di applicare i regolamenti in modo imparziale, e non secondo i desiderata del governo.
Con la ricetta della: ” Cavolata alla Boldrini “, stop alla fame nel mondo.
Ogni volta che apre bocca, mi fa vergognare di respirare la sua stessa aria.
Senza lei e la sua politica sarebbe un buon affare invece
Utopia: come riuscire a diventare, dopo essere stata eletta con i resti e una coalizione-truffa, presidente della camera.
c’è da vergognarsi di essere suoi comprovinciali