di Claudio Ricci
«Siamo sulla buona strada, è in salita, ma se state con noi ce la faremo». Come tradizione tocca al direttore artistico Francesco Micheli chiudere l’edizione 2015 degli Aperitivi Culturali organizzati dall’associazione Sferisterio Cultura. Un bilancio positivo, quello tracciato da Micheli sulla stagione 2015 con il botteghino che viaggia ampiamente oltre il milione di euro, reso però amaro dai tagli comunicati dal Ministero solo tre giorni fa (leggi l’articolo). Tagli ancora più indigesti perché lo Sferisterio non solo ha un bilancio tra i più rigorosi d’Italia ma anche perché dal 2010 ad oggi ha fatto all’opera di necessità virtù, sperimentando con soluzioni artistiche apprezzate. Lo Sferisterio chiude una buona edizione con le ultime tre recite quasi da record: La Bohème di venerdì ha fatto registrare il sold out (presente anche il soprano Cecilia Gasdia, la Mimì nella storica opera di Ken Russell, nel 1984), Cavalleria rusticana e Pagliacci ha visto la presenza di oltre 2250 spettatori e si spera di fare il pienone anche stasera con Rigoletto.
Francesco Micheli venerdì sera allo Sferisterio con Cecilia Gasdia, la Mimì nella storica opera di Ken Russell, nel 1984
«Per un singolo allestimento degli anni d’oro si spendeva quello che oggi si spende per tutta la stagione lirica- così Micheli – Per la Turandot di Ugo Deana portata in scena nel 1996 che io vidi da spettatore si spese probabilmente un miliardo di lire. Purtroppo oggi scontiamo ancora i mutui accesi all’epoca per sostenere quelle produzioni ricchissime che poi si sono rivelate fuori budget. Rimpiangete gli anni delle tangenti e dei furti? E non mi riferisco alla Turandot o allo Sferisterio ma al sistema italiano degli anni ’90».
Un bilancio che il direttore artistico ha contribuito fortemente a risanare negli ultimi anni riportando un pubblico costantemente in crescita all’opera e colmando proprio quei buchi di bilancio accesi con i mutui milionari degli anni passati. «La nostra è un’operazione di democratizzazione dell’opera – ha continuato Micheli – con scelte popolari e biglietti a prezzi accessibili. Lo dimostra il pubblico che ho di fronte fatto di giovani, meno giovani, di ogni estrazione sociale eppure tutti appassionati, ognuno a suo modo».
Pienone allo Sferisterio anche ieri sera per l’ultima recita dell’applauditissimo dittico Cavvaleria rusticana/Pagliacci
Insomma uno Sferisterio virtuoso, che attrae e risparmia ma proprio per questo viene penalizzato dalle tabelle del Ministerio che paradossalmente privilegiano chi spende di più. Da qui il punto interrogativo sulla terza opera in cartellone per la stagione 2016 dedicata al tema Mediteranneo: Norma e Otello sono già in programma, mentre non ha confermato la ripresa della Carmen del 2012 prospettata nell’intervista a Cronache Maceratesi (leggi l’articolo). «Da settembre valuteremo il budget a disposizione. L’ammanco attuale è di 300 mila euro – continua Micheli – poi decideremo il terzo titolo. Ce la faremo ma è necessario il supporto di tutti». Purtroppo proprio per effetto dei tagli ministeriali il bilancio sanato con tanto lavoro negli ultimi anni rischia di tornare in rosso dalla prossima stagione. «L’opera è un processo culturale – ha concluso Micheli – in quanto tale deve essere riconosciuto dallo Stato che deve continuare ad investirci risorse».
Soddisfatta per l’andamento degli Aperitivi Culturali, Cinzia Maroni: «La nostra associazione ha dimostrato vitalità e fantasia ed ha saputo fronteggiare alla grande un momento difficile. Gli appuntamenti sono risultati appassionanti perché, come è nostro costume, vengono trattati con leggerezza temi profondi ed attuali. L’opera lirica è ancora oggi capace di parlare al cuore delle persone, di coinvolgere i sentimenti, di richiamare l’attenzione sui grandi temi della vita. I giovani registi delle tre opere in cartellone hanno saputo cogliere la modernità del melodramma e gli ospiti degli aperitivi si sono messi sulla stessa lunghezza d’onda. Nel 2016 ricorre il decennale degli Aperitivi Culturali. Abbiamo intenzione di cominciare a lavorare fin da subito per reperire le risorse che ci consentano di festeggiare degnamente il nostro anniversario e di essere all’altezza della stagione dell’anno prossimo. Possiamo dire fin da subito che sarà adeguatamente ricordato il 400esimo anniversario della morte di William Shakespeare anche attraverso l’Otello di Verdi. Il nostro slogan “chi sa solo d’opera non sa niente d’opera” si è rivelato ancora una volta vincente».
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Da un commento già fatto altrove, lo ripeto qui.
……………….Altri studi ugualmente attendibili, soprattutto quelli provenienti dagli uffici di Cantone, ma anche dalle autorità di vigilanza sui lavori pubblici, dimostrano che nei Comuni non si praticano buone politiche per il risparmio, l’economicità e l’efficienza. Proprio a Macerata nei soli mesi di giugno/luglio, naturalmente sempre sotto la spinta della italica “urgenza ed emergenza”, sono stati affidati per lavori, forniture e servizi funzionali alla messa a norma dello stadio, circa 430mila € a 16 Ditte -probabilmente amiche- senza alcuna gara d’appalto. In questo modo si è di fatto rinunciato non solo alla trasparenza, legalità ed efficienza, ma anche alla economicità. Il risparmio che si sarebbe potuto ottenere con il ribasso d’asta è facilmente stimabile in almeno 50 mila €. Esattamente la metà della somma tagliata dal Ministero allo Sferisterio.
Non so se ci fossero tangenti e furti, ma io rimpiango gli anni d’oro dello Sferisterio, di quando si parlava della stessa Macerata a livello internazionale. Ricordo che Perucci metteva in cartellone opere che “tiravano” (insieme a cantanti che “tiravano”, presentando in una serata una voce nuova); poi faceva una o due serate con opere d’élite per melomani.
Se quest’anno è andata bene lo dobbiamo grazie ad opere che “tirano”. Il prossimo anno, con l’Otello e La Norma, non so se la gente correrà allo Sferisterio. Sento parlare di intenzioni ideologico culturali nella scelta delle opere; intenzioni di cui il grosso pubblico se ne frega.
@ Iommi. 16X1=16, 16X10=160, 16X100=1600, 16X1000=16000. La sequenza matematica va presa per quello che vale. (Frase sibillina). Però, socialmente, 16 imprese invece che una, sono più persone e aziende che lavorano. Sul calendario c’è sempre posto per un nuovo Santo se di nuovo si parla, sennò è lo stesso. Un vecchio post di un lettore di CM più o meno così recitava: ” Con i sodi pubblici qualcuno ci guadagna sempre!”.
Per la Turandot di Ugo Deana portata in scena nel 1996 che io vidi da spettatore si spese probabilmente un miliardo di lire. Purtroppo oggi scontiamo ancora i mutui accesi all’epoca per sostenere quelle produzioni ricchissime che poi si sono rivelate fuori budget. Rimpiangete gli anni delle tangenti e dei furti? E non mi riferisco alla Turandot o allo Sferisterio ma al sistema italiano degli anni ’90
Mi sembra scorgere un cuor di leone che tira il sasso e poi nasconde mano (e braccio…)
Vorrei sapere cosa c’entrano le dichiarazioni di Micheli sugli sprechi (per essere buoni) nelle gestioni delle stagioni liriche con le esternazioni di Jommi su argomenti completamenti diversi. Vorrei ricordare all’Arch. che il Comune di Macerata è stato classificato tra i più virtuosi per il rispetto delle normative sugli appalti pubblici. Dica la verità, è contrario all’intervento urgente all’Helvia Recina senza tanti giri di parole!!!!
Mettere in parallelo poi le due problematiche, considerate le cifre in gioco, è veramente ridicolo!!