di Marco Cencioni
(Foto di Lucrezia Benfatto)
«Vogliamo far sapere che l’azienda è viva. Il Cosmari c’è, ci sarà e continuerà ad esserci nonostante tutto, nessuno può pensare di chiudere il consorzio: noi siamo parte lesa e da qui vogliamo ripartire». I vertici del Cosmari, il presidente Graziano Ciurlanti e il direttore Giuseppe Giampaoli, fanno il punto della situazione a circa un mese dall’incendio che ha distrutto un intero reparto dello stabilimento e precisamente l’impianto di selezione del multimateriale secco, carta e cartone (leggi l’articolo). Raccontano che hanno ricevuto ieri ulteriori risultati, definitivi, delle analisi dell’Arpam e dell’Asur, in cui vengono confermate le rassicurazioni ricevute ad una settimana dall’incendio (leggi l’articolo). «I controlli effettuati sui campioni di aria, acqua, suolo, vegetali e foraggi non solo hanno evidenziato parametri sotto i livelli normativi ma anche perfettamente comparabili a quelli effettuati prima dell’incendio». Ciurlanti e Giampaoli spiegano che «la magistratura si sta muovendo con rapidità per stabilire le cause dell’incendio» e sperano che l’area, ancora sotto sequestro, «torni presto a disposizione per ripristinare il sito, demolirlo e sgombrarlo per poi ricostruire». Informano che l’iter assicurativo è stato avviato e che sono «in attesa di conoscere la causa del sinistro perché può essere dirimente». Tornando all’incendio, ad andare in fumo, oltre al vecchio reparto di selezione manuale, anche un nuovo padiglione, non ancora in funzione, che sarebbe servito a completare, attraverso tecnologie più avanzate, il ciclo di lavorazione del multimateriale secco. Giampaoli precisa, proprio in merito a questo aspetto, che «la Regione ci è sempre stata vicina. Formalmente l’impianto era finanziato per quasi 50 percento da fondi europei distribuiti dalla Regione, chiaramente c’era il rischio che i fondi tornassero indietro. Il pericolo è stato scongiurato: se l’impianto verrà ricostruito entro la fine del 2017, impegno che ci siamo dati, i fondi rimarranno al Cosmari. Ripartiremo con un impianto ancora più aggiornato, fornendo un prodotto di altissima qualità. Le polemiche ci interessano poco, stiamo lavorando tutti i giorni, Cosmari è qui».
Ciurlanti e Giampaoli spiegano l’attuale funzionamento dell’azienda con la logistica che, ovviamente, è profondamente cambiata ma, prima di tutto, colgono l’occasione per «ringraziare i 400 collaboratori che hanno reagito in maniera encomiabile: grazie a loro la barra dell’azienda si è mantenuta dritta e riusciremo a tenerla nella stessa posizione anche in futuro». Dare una rappresentazione più chiara e asciutta possibile di ciò che è stato fatto, e di ciò che si sta facendo, è l’obiettivo voluto da presidente e direttore generale, proprio per rassicurare il personale «preoccupato perché si sentono in giro attacchi concentrici». E’ il presidente Ciurlanti ad affermare che «L’ente non ha nulla da rimproverarsi, abbiamo subìto un danno enorme e fin da subito ci siamo dedicati all’obiettivo principale, cioè fornire il servizio di raccolta rifiuti nel migliore modo possibile. La riorganizzazione degli elementi gestionali non ha cambiato il livello del servizio» sottolinea Ciurlanti, che lascia a Giampaoli la spiegazione di come si è organizzato il Cosmari per garantire i servizi. «Non abbiamo avuto ripercussioni sui servizi in generale, ma abbiamo dovuto adeguare la struttura perché il 21 percento di prodotti non arriva più al Cosmari (circa 300mila euro di danno nel periodo stimato, potrebbero essere anche rimborsati dall’assicurazione, ndr), vista la parte dell’impianto danneggiata, mentre tutto il resto continua a lavorare a pieno regime – evidenzia Giampaoli – Per i prodotti cartacei la soluzione è paragonabile a costi che sostenevamo prima, utilizziamo le aziende locali che fanno per noi la pressatura e il trattamento per portarli al consorzio come previsto dalla legge. La cosa che ci ha impegnato di più è il contenuto del “famoso” sacchetto blu. Il cittadino mette la plastica e il metallo in un unico sacchetto, qui viene fatta la selezione.
Armando Vitali, Paolo Gattafoni e Maria Elena Sacchi membri del consiglio d’amministrazione del Cosmari
Abbiamo trovato delle soluzioni per ora sufficienti a garantire la gestione con una difficoltà, chiedendo molto al personale. Gli impianti che utilizziamo sono due parti minimali, 6-7 tonnellate al giorno, con l’Ecoelpidiense di Porto Sant’Elpidio e la Astea di Osimo. Per il grosso della produzione, oltre le 20 tonnellate al giorno, stiamo utilizzando l’impianto Multi Green di Castelplanio. Loro fanno la lavorazione e ci danno indietro i materiali che poi diamo ai consorzi. Il processo ha dei tempi, la logistica è complicata ma abbiamo la stessa efficienza – dichiara il direttore – E’ una soluzione ottimale che stiamo tentando comunque di recuperare, sono già pronti i progetti per partire con un nuovo impianto che, seppur piccolo, risolverà la situazione. E’ l’impianto ex Smea, che abbiamo comprato e rimontato: appena autorizzato dalla Provincia, nel giro di tre mesi, ci permetterà di riportare la lavorazione del multimateriale azzerando gli impatti». Infine, il presidente Ciurlanti ha confermato che prosegue l’intensa opera di ristrutturazione economico finanziaria intrapresa dal Cda appena insediato e, a tal proposito, ringrazia gli istituti di credito che avevano già mostrato il proprio interessamento al nuovo progetto per aver confermato la partecipazione e la prosecuzione del rapporto mostrando fiducia verso l’azienda e credendo nella bontà di un servizio che rende la provincia di Macerata unica nella capillarità di un’organizzazione funzionale ed economica ad esclusivo vantaggio del suo territorio. «La fiducia non è venuta a mancare. Due istituti ci sono stati vicini in questa fase, hanno erogato delle linee di credito a supporto, visto che stiamo sostenendo dei costi aggiuntivi con questa nuova organizzazione – dice il presidente Ciurlanti – Il Cosmari non chiude e non verrà acquisito».
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Che dire… Voi siete la parte lesa… La cittadinanza cosa è? Voi siete vivi (peccato!). La cittadinanza deve sopravvivere a voi. Ma la costruzione è stata fatta con i soldi presi da??
Parlate come fosse vostra!!!
Ma è vostra??!
Che il Cosmari è in vita si sente e di che tinta! la sera del 7 cm. transitando in auto da Casette Verdini si sentiva chiaramente fino alla fine di Sforzacosta la sua presenza. Forse il metodo di farsi notare da adito a dubbi di gradimento.