di Alessandro Trevisani
Alle 13,34 i nove consiglieri dimissionari scendono le scale ed escono dallo studio del notaio Patruno, in piazza del Borgo Marinaro. Sono loro, con quest’atto che priva il Consiglio comunale di 9 su 16 membri, a far cadere l’amministrazione e a dare lo stop al sindaco Sabrina Montali, che 20 minuti dopo, in Comune, diramerà gli atti del protocollo in prefettura, in attesa di essere avvicendata dal Commissario prefettizio. Dopo un anno vissuto “pericolosamente” finisce quindi l’esperienza di Noi per Porto Recanati. Ed ecco i dimissionari: Rosalba Ubaldi, Pina Citaroni, Elena Leonardi e Angelica Sabbatini di Grande Futuro per Porto Recanati, Petro Feliciotti e Antonella Cicconi del Pd. Ma ci sono anche Attilio Fiaschetti di Alternativa civica, l’ex assessore al Commercio che si è dimesso 40 giorni fa, e altri due ex: Andrea Dezi, che ha rimesso l’assessorato ai Lavori pubblici 8 giorni fa, e come lui Italo Canaletti, ex assessore al Turismo.
Fuori dal loggiato, ad attendere i nove ex consiglieri, ecco il sindaco Sabrina Montali, il vicesindaco Lorenzo Riccetti, l’assessore al Bilancio Loredana Zoppi e il consigliere con delega al Demanio Giuliano Paccamiccio. Intorno a loro una quindicina di sostenitori del primo cittadino: un assembramento che ha provocato l’attenzione dei carabinieri, giunti con una camionetta a controllare l’ordine pubblico. “Ci ha chiamati un cittadino – dice il comandante Giuseppino Carbonari – allarmato dalla presenza di parecchie persone davanti alla Unicredit (la banca accanto allo studio Patruno, ndr)”.
Insomma è alta la tensione quando per primi escono dal palazzo Attilio Fiaschetti e Rosalba Ubaldi. “Bravi. Porto Recanati vi ringrazia. Bravo Attilio, l’uomo di Don Bosco, complimenti.”, sono i commenti dei montaliani, con un riferimento esplicito all’attività di Canaletti nell’oratorio salesiano (“Sono un assessore in quota Don Bosco”, aveva detto lui uscendo da Paese Vero, quando si dimise e poi rientrò in giunta, ad aprile). Applausi ironici inseguono i firmatari dell’atto. Fiaschetti e Canaletti, entrambi con la maglietta rossa, se ne vanno subito in macchina, le consigliere ubaldiane vanno a raccogliere l’abbraccio dei loro sostenitori, all’apice dell’euforia.
Poco prima in piazza delle Rimembranze, accanto al Comune, c’erano Giancarlo Biagioli, l’architetto e portavoce della Coneroblu, la Srl che ha portato il Comune al Tar per la vicenda della lottizzazione del Burchio, bocciata dai montaliani a novembre; ma anche Ettore Perna, del direttivo locale del Pd, che a Biagioli va a dare la mano, e poi la dà ancora a Luca Davide, il portiere leghista dell’Hotel House, e al suo collega Mustafà Diop.
C’è insomma la Porto Recanati che compare sui giornali, quella dei notabili e dei protagonisti della cronaca, in piazza, ad aspettare un evento temuto dagli uni e augurato dagli altri. “Abbiamo scelto questo percorso – commenta Rosalba Ubaldi – perché la città non poteva subire altri danni: il sindaco non voleva dimettersi e stava governando senza maggioranza. Un’esperienza da interrompere quanto prima: con la mozione di sfiducia ci avremmo messo molto più tempo”. “Noi per il nostro statuto non potevamo dimetterci”, riferisce Luigi Zingaretti, del M5S, alla Ubaldi che domanda spiegazioni della neutralità del consigliere Poeta: se costui si fosse dimesso non avrebbe potuto ripresentarsi coi grillini.
Invece poco prima, a colloquio coi cronisti, Sabrina Montali era il volto dell’amarezza: “Mi hanno tradito persone dal profilo basso, indegni che fino a un attimo prima mi giuravano fedeltà e aderenza al nostro programma. L’ex assessore Canaletti si accosta a Don Bosco, ma non è certo lui il buon esempio sotto il profilo della rettitudine e della lealtà. Né lui né Dezi hanno dichiarato i motivi ufficiali per rifilare alla città un anno di commissariamento”. Inutilmente proviamo a contattare i due ex della giunta Montali. Restiamo con le loro dichiarazioni di alcuni giorni fa. Dezi: “Lunedì scorso si è profilato un demansionamento e una decurtazione di 10mila euro l’anno dello stipendio di un mio dirigente (Daniele Re, dirigente dei Lavori pubblici, ndr), soluzione già tre volte proposta e tre volte respinta dal sottoscritto, anche bocciandola in giunta sei mesi fa. Come si può mettere sotto a un neoassunto un dirigente con 20 anni di esperienza, che è stato RUP per più procedimenti e che all’interno del Comune è datore di lavoro?”. Canaletti: “Lunedì 11 in giunta ero assente per motivi di lavoro. Ho rimesso le deleghe perché in mia assenza sono state accantonate alcune proposte di delibera, per me molto importanti, riguardo alla stagione turistica”.
Foto di gruppo del sindaco Sabrina Montali, al centro, con, da sinistra, Giuliano Paccamiccio, Lorenzo Riccetti, Loredana Zoppi e Alessandro Palestrini
Ma Montali si rimprovera qualcosa? “Sì, di essermi fidata di chi ha speso la mia faccia per altre intenzioni, persone senza rettitudine, coscienza civile e senso del rispetto dell’altro. Glielo avrei detto in Consiglio comunale per discutere la mozione di sfiducia, ma non hanno avuto il coraggio di presentarsi. Si vede che col voto di un anno fa qualcuno voleva cambiare una faccia per lasciare intatto un sistema di potere, provando a fare il Burchio e permettendo all’ufficio tecnico di gestire il suo potere e i suoi rapporti”. Nota dolente di questi ultimi giorni è stata infatti la vicenda dell’accorpamento dei Lavori pubblici con l’Urbanistica, col dirigente dei primi, il geometra Daniele Re, che poco dopo è stato subordinato all’ingegnere Tommaso Piemontese: il giorno stesso della delibera di accorpamento si sono dimessi Dezi e Canaletti. “L’ufficio di Re ci ha sempre creato delle fibrillazioni, e mi pare grave, come è successo a novembre, che nelle richieste di un partito politico entri il nome di un funzionario, oggetto di valutazioni politiche (l’intangibilità di Re era una delle condizioni che poneva il Pd locale per votare con sindaco contro la lottizzazione, ndr). Era evidente – dice Montali – in questi mesi la città era bloccata, a livello dei lavori pubblici, dei procedimenti che abbiamo seguito e che il funzionario ha gestito fuori da ogni sintonia con l’amministrazione. Sul ripascimento bisognava contestare l’inadempienza della ditta appaltatrice per non perdere il finanziamento di 4,2 milioni: il funzionario non voleva, è stato sostituito dal segretario comunale”.
Montali rivela anche un retroscena: “Venerdì mattina sono venuti i carabinieri dalla vicesegretaria, volevano verificare alcune voci che parlavano di un sindaco senza poteri: ma non bastava una telefonata? L’arrivo della camionetta, poi, oggi, dimostra che siamo un paese irrecuperabile: è inutile fare le battaglie per i cittadini, facciamole per i nostri figli”. Quindi Montali non si ripresenterà alle prossime elezioni? “No, ci sarò”, dice, riprendendo coraggio. “Io posso presentarmi dovunque, tranne che a Miss Italia”, dice invece scherzando la Ubaldi, che lascia quindi la porta aperta a una sua ricandidatura a sindaco. Per domani è attesa una conferenza stampa dell’ormai ex sindaco. A inizio luglio c’è l’udienza al Tar contro la Coneroblu. Ma Porto Recanati arriva alla stagione estiva senza giunta e con mille questioni aperte. “Ci informa lei sul piano antenne?”, ci dice una residente di via Pacinotti, preoccupata per l’escalation di segnali e parabole di telefonia sopra casa sua. Non sa più a chi rivolgersi. In piazza rimangono i cronisti, a raccontare come scende il sipario.
(Ultimo aggiornamento ore 17)
Luciano Cinquarla, già consigliere ubaldiano, e più indietro, seduto, Giancarlo Biagioli della Coneroblu
Da sinistra Daniele Re, il sindaco Montali, il consigliere Giuliano Paccamiccio, Rodolfo Scalabroni e Claudio Pini di Abat allo chalet Mauro
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È giusto così .A CASA!!!!!!!!
Ma guarda che strano caso, c’è anche la Conero Blu a controllare che i consiglieri si dimettano…
Se non fosse per il fatto che in questa storia sono tutti onesti, sembrerebbe di riconoscervi i personaggi di Gomorra. I colletti bianchi che apparentemente fanno le cose pulite e in regola, con una conoscenza delle leggi da far invidia ai migliori costituzionalisti. E la squadra di muratori campani, fedeli a pizza e bufala, che si precipitano a costruire “là dove c’era il verde”, apertamente irridendo chi ci tiene alla preservazione del proprio territorio. Condannato dalla loro voracità da cavallette. Gli avvocaticchi sono già all’opera per lavare l’offesa subita, l’unico ostacolo incontrato per via.
In tutta questa storia, a farmi particolarmente schifo sono proprio i colletti bianchi, gli speculatori senza scrupoli che non si fanno nessun problema ad importare il peggio della nazione, i metodi più disgustosi, sacrificando alla propria avidità un territorio splendido e un tessuto sociale un tempo pulito e onesto.
Ad occhio e croce, mi sembra un perfetto autogol per il PD, ancora più grave perché realizzato in piena campagna elettorale.
Ma quanto è “fesso” il comportamento di quelli che appartengono al PD! La signora Ubaldi , giustamente, ha fatto il suo gioco, ma quelli del PD che a ridosso delle regionali fanno scelte scellerate che mai e poi mai si fanno in piena campagna elettorale, cosa pensano che la gente li continui a votare? Illusi !
Voi del PD dovevate dare retta ai vertici regionali che forse qualcosina capiscono……
« Il denaro non è un’automobile, che la tieni ferma in un garage: è come un cavallo, deve mangiare tutti i giorni. »
(Edoardo Nottola, rivolto al professor De Angelis- Le Mani sulla Città 1963)
Dopo questa vicenda politicamente imbarazzante, sono proprio curioso di vedere come andrà il voto per le prossime elezioni….personalmente nn credo che il centrodestra (o peggio il M5S…) vinceranno facilmente…
Breve ma intensa stagione quella della sindaca, ma che le è stata sufficiente per darci due dritte e farci capire il suo senso dell’ubi consistam al mondo.
Prima dritta: s’è buttata anima e corpo contro la ConeroBlu e la lottizzazione del Burchio, perché hai visto mai che due soldi i Russi e gli altri investitori li potevano anche far girare, a Porto Recanati, fra lavori per il resort e lavoro derivante dall’accoglienza ai turisti, e questo non si fa, è troppo poco socioprogressistico, e poi, andiamo, sempre e solo cemento … viva l’ecologia, l’aria pura e il mondo incontaminato.
Seconda dritta: s’è fatta trovare in prima fila fra quelli che sono intervenuti alla gazzarra anti-Salvini dell’altra settimana, perché, invece, la fauna dell’Hotel House, quella sì che è un’umanità e un milieu che Porto Recanati deve tenersi bene a caro. E che scherziamo? Buttiamo via il degrado per prenderci qualche benestante russo (o anche non russo: benestante in genere)? Sarebbe stata una scelta becera ed egoistica. Viva la piaga a cielo aperto dell’hotel House, e viva il meraviglioso messaggio di accoglienza che essa lancia dall’alto dei suoi balconi costellati di parabole e dal basso delle volanti della Polizia che ogni due per tre corrono lì per fare una retata!
Più che un commento su come l’hanno cacciata, va fatta una riflessione su quale addensamento di cumulo-nembi s’era formato nella zucca di quelli che, un anno fa, misero una crocetta nella scheda per eleggerla …
che coincidenza i rappresentanti della Conero Blu passavano di là…ed i compagni del PD li rassicurano…”tranquilli ora riprendiamo quei vecchi affari”….
Troppi interessi in ballo e la Montali ha bloccato un giochetto da parecchi milioni di euro …