di Laura Boccanera
Fiamme dolose al Dolce & Co di Civitanova, il locale di via Einaudi aperto a gennaio e che in pochi mesi aveva conquistato la movida della provincia e anche di fuori. Questa notte attorno alle 4 fumo e fiamme hanno invaso la struttura, chiusa ai clienti, e carbonizzato gli interni. Sono bruciati i tavoli in legno, parte del bancone, le suppellettili, scaffalature, annerite le pareti. Un danno superiore ad 80mila euro secondo una primissima stima. Un incendio sulla cui natura dolosa fin da subito non c’è stato il minimo dubbio. I vigili del fuoco hanno impiegato oltre 3 ore per domare le fiamme e individuato due punti di innesco del rogo. Secondo una prima ricostruzione ignoti si sarebbero introdotti nel locale da una porta secondaria aprendosi un varco attraverso il lancio di un masso, sul retro, che dà in un porticato semi scoperto. Il sasso è stato trovato dai carabinieri e sequestrato. Non si conosce che tipo di accellerante sia stato usato per produrre l’incendio, ma in poco tempo fumo nero e fiamme hanno coperto e invaso gli interni. A dare l’allarme un passante.
Dolce & co. è di proprietà di Emanuele Barcaroli, giovane imprenditore di Roseto degli Abruzzi che gestisce, sempre con lo stesso brand una struttura analoga a Mosciano, vicino all’uscita dell’A14. Molto conosciuto a Roseto, meno nelle Marche, è nipote di Sandro Ferretti, maestro pasticciere di fama nazionale. Il ristorante bar civitanovese lo aveva aperto assieme ad un socio, di origine romana, ma da tempo residente a Civitanova, Gabriele Ginoble. I carabinieri indagano ora a 360 gradi per capire l’origine del dolo. Non si esclude al momento alcuna ipotesi: i titolari hanno negato di aver subìto minacce o richieste di estorsione e racket. Tra le ipotesi quella di una vendetta per qualche ragione di carattere personale o commerciale, magari da parte di qualche concorrente. Inoltre gli investigatori stanno verificando se all’interno del locale vi siano stati nel recente passato episodi particolari che potrebbero aver visto protagonisti uomini della security e giovani magari sotto l’effetto di alcol. Tutti elementi che vengono ora presi in considerazione. Il locale infatti, grazie anche alla collaborazione con l’ex calciatore Felice Centofanti stava andando molto bene e la serata del giovedì era diventata un must della stagione invernale che attirava giovani da tutta la provincia. Anche questa sera era prevista una serata di musica e cena a base di arrosticini. I carabinieri della Compagnia di Civitanova, diretti dal capitano Enzo Marinelli, hanno sentito testimoni e dipendenti e stanno verificando anche se la telecamera posta lungo la strada possa fornire informazioni utili. Altri sistemi di videosorveglianza non sono presenti nel locale.
(Servizio aggiornato alle 16,40)
Il locale in attività prima dell’incendio
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Che gente ragazzi! Mi dispiace immensamente riprendetevi presto siete BRAVISSIMI!
L’aria a Civitanova, dal punto di vista criminale, si fa sempre più pesante. Tutti i roghi degli ultimi mesi sono inequivoci: intimidazioni, ritorsioni, forme di violenza arbitraria finalizzate ad allargare il giro del racket.
L’invidia e’ una brutta bestia!
Ma la mafia, da noi, non esiste. Non vale la pena che sindacati e politici sfilino in piazza per esprimere difesa alle vittime di queste intimidazioni. Va tutto bene: sono gli amici degil amici che lavorano.
Mariella, ma davvero pensa che una cosa del genere possa essere stata fatta da concorrenti invidiosi? Ha mai sentito parlare di racket delle estorsioni (in genere di stampo camorrista), o di controllo della zona (probabilmente ad opera della ‘ndrangheta)?
Mi chiedo: sarà mica un’altra combustione spontanea, come ce ne sono state tante lungo la costa negli ultimi anni??
essere criminali è ancora più brutto.