di Marco Ribechi
Un centro eccellente poco conosciuto. Con questa motivazione Stefano Moscarino, 61 anni, docente della scuola alberghiera di Cingoli, ha voluto portare alle cronache la sua esperienza all’ospedale di Treia nel reparto di riabilitazione. L’uomo, estremamente soddisfatto, è rimasto colpito dalla professionalità del personale che ha dimostrato in ogni momento di porre la massima attenzione nei confronti delle esigenze dei pazienti. «Sono stato ricoverato a Treia in seguito a un ictus per cui devo eseguire una terapia riabilitativa di 3 mesi. Da due mesi sono ricoverato in questo ospedale che fa realmente dei miracoli per i proprio pazienti. Ho visto varie persone entrare qui in condizioni critiche e rimettersi in piedi in poche settimane grazie all’intervento del personale specializzato che fa miracoli. Non solo i fisioterapisti perchè c’è proprio un trait d’union con i medici, gli infermieri e gli operatori socio sanitari, addirittura con le imprese di pulizie». Il primario di questo reparto è Giorgio Caraffa, sostenuto dalla coordinatrice Lorena Tiburzi. «Quando ero a Macerata mi parlavano di andare in una struttura privata sulla costa. Senza nulla togliere agli altri centri riabilitativi vorrei solo sottolineare che ci sono eccellenze anche nel pubblico, spesso però poco conosciute o di cui si parla poco».
Per Moscarino il livello ottimo dei servizi è dato anche dal fatto che il personale non è costretto a lavorare ogni giorno sotto stress, come invece aveva notato all’ospedale maceratese: «Sono tutti molto disponibili e pieni di attenzioni, una grande differenza con Macerata dove i dipendenti mancano e chi è in servizio è costretto a correre tutto il tempo sobbarcandosi anche lavoro extra e quindi non possono dedicarsi al malato come vorrebbero. A Treia le professionalità sono messe in condizioni di lavorare meglio, con più tranquillità». Dall’uomo arriva anche un suggerimento per perfezionare ulteriormente il servizio: «E’ tutto eccellente ma visto che bisogna sempre cercare di migliorarsi suggerirei di inserire anche lo psicologo. Chi viene da una malattia così grave come la mia ha bisogno di fare anche riabilitazione nel cervello. Inoltre ho saputo che in altre regioni d’Italia come la Toscana si usano anche medicine complementari come l’agopuntura e l’omeopatia. Questi approcci potrebbero essere interessanti anche nei nostri istituti ospedalieri perchè qualsiasi cosa possa aiutare un malato è giusto che sia sviluppata».
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carissimo Stefano,
sono veramente contento di leggere il tuo commento: perché trovo tutta la tua voglia di essere ed andare avanti sempre meglio, giorno per giorno, magari in compagnia dell’amica “pazienza”; perché confermi quanto la qualità di un servizio, e soprattutto un servizio alla nostra salute, dipenda si dalle persona ma anche da scelte politiche oculate e competenti, non orientate o, peggio, condizionate, solo dai numeri! Giusta gratifica al reparto treiese e a tutti gli operatori.
Mi fa meraviglia la totale assenza di consenso e di pubblico riconoscimento morale da parte dei cittadini treiesi ad una eccellenza patrimonio della comunità locale prima e della autorità sanitaria poi.